Il casting è una delle scelte più decisive nel mondo del cinema, specialmente per film che segnano un’intera era, come Blade Runner di Ridley Scott. In un’intervista con GQ, il regista ha rivelato dettagli inediti sulla genesi del film del 1982, che è diventato un cult della fantascienza.
Negli anni ’80, Harrison Ford non era ancora il grande nome che conosciamo oggi. Sebbene avesse già interpretato Han Solo in Star Wars (1977) e Indiana Jones ne I predatori dell’arca perduta (1981), i finanziatori di Blade Runner non erano convinti che fosse l’attore giusto per il ruolo. Come ricorda Scott:
Harrison Ford non era ancora una star. Aveva appena finito di volare sul Millennium Falcon.
I finanziatori chiedevano:
Chi è Harrison Ford?
La risposta di Scott fu decisa:
Lo scoprirete.
Blade Runner segue Rick Deckard, un cacciatore di taglie che deve catturare e “ritirare” quattro replicanti fuggitivi tornati sulla Terra. Dietro questa trama, ispirata al romanzo di Philip K. Dick, Do Androids Dream of Electric Sheep?, c’è un complesso processo creativo. Scott e lo sceneggiatore Hampton Fancher decisero di semplificare la trama originale mantenendo però il suo messaggio filosofico.
“Ho passato cinque mesi con Hampton Fancher,” ha raccontato Scott.
Aveva scritto una versione teatrale del libro. L’ho letta e ho pensato che c’erano troppe storie in poche pagine. Era troppo complesso.
La collaborazione tra Scott e Fancher ha dato vita a una storia potente, che esplora tematiche filosofiche e sociali in modo visivamente intenso.
Sebbene non capito al tempo, Blade Runner è diventato con gli anni un punto di riferimento nel cinema di fantascienza. Il film ha consolidato la carriera di Ford, che ha ripreso il ruolo di Deckard nel sequel Blade Runner 2049 del 2017.
Fonte: THR