The Sticky è la serie perfetta per chi ama la crime comedy più genuina, divertente e sorprendente, capace di combinare la classicità del genere con una sua derivazione più originale e moderna. Ideata da Ed Herro e Brian Donovan, The Sticky è tratta da un’assurda storia vera: un massiccio furto di sciroppo d’acero avvenuto nel 2012, che fece il giro del mondo.
The Sticky abbraccia contemporaneamente il true crime e la dramedy, riuscendo a regalare risate e a evocare una vena sinistra, ma soprattutto grottesca, legata a un’attività criminale tanto strampalata quanto geniale. Nel 2012, in Québec, qualcuno decise di sottrarre di nascosto un’enorme quantità di prezioso sciroppo d’acero, elaborando un piano tanto ridicolo quanto ingegnoso.
Protagonista di The Sticky è Ruth Landry (Margo Martindale), irascibile, intrattabile e alquanto inaffidabile, una produttrice di sciroppo d’acero di mezza età che si prende cura del marito Martin (Joseph Bellerose), in coma da tempo. Ruth, però, gestisce da anni una produzione illegale, senza far parte dell’organizzazione ufficiale dei produttori né pagare tasse. Quando le autorità locali la mettono sotto scacco, furiosa e in cerca di vendetta, accetta la proposta del gangster Mike (Chris Diamantopoulos) e del suo amico Remy (Guillame Cyr), una guardia giurata bonaria ma un po’ pasticciona.
Il piano è semplice: sostituire il contenuto dei barili di sciroppo d’acero, rubarne quanto più possibile e venderlo al mercato nero. Un affare tutt’altro che insignificante, considerando che la sostanza è amata in tutto il mondo e vale milioni di dollari. Tuttavia, quando la morte entra in gioco, i protagonisti, inseguiti dalla determinata detective Valérie (Suzanne Clément), si trovano ad affrontare complicazioni impreviste.
The Sticky richiama fin dai primi minuti la narrativa dei fratelli Coen, con atmosfere che riecheggiano il neo-noir degli anni ’90, un genere che ha rivoluzionato il cinema d’Oltreoceano. Le somiglianze con Soldi Sporchi di Sam Raimi sono evidenti, ma la serie esplora temi come l’avidità, il dilemma morale e il miraggio della ricchezza facile, con tutte le sue implicazioni.
A dominare la scena è una straordinaria Margo Martindale, un’attrice che si è affermata come uno dei pilastri della produzione televisiva americana contemporanea. La sua Ruth è uno dei personaggi femminili più irritanti, simpatici, sboccati e imprevedibili degli ultimi anni: un’inguaribile truffatrice, misantropa e inaffidabile, ma anche profondamente devota al marito.
Le risate non mancano grazie al gangster Mike, che Diamantopoulos interpreta mescolando cliché e stravaganza. Sebbene possa sembrare il classico criminale carismatico e virile, la sceneggiatura lo dipinge in modo sempre più infantile, quasi parodistico. Poi c’è Remy, interpretato da Cyr, un personaggio frustrato e mediocre, ma con un forte desiderio di rivalsa: la sua caratterizzazione si collega più alla tradizione inglese della dramedy che a quella americana.
La serie è arricchita da un breve ma memorabile cameo di Jamie Lee Curtis, produttrice dello show. Anche i personaggi secondari contribuiscono a delineare un quadro umano desolante, fatto di meschinità, egoismo e materialismo.
The Sticky non raggiunge l’eleganza e la perfezione formale di capolavori come Fargo o True Detective e manca di quel tocco di follia che potrebbe renderla completamente unica. Piuttosto, ricorda Burn After Reading dei Coen, con inserti comici legati a equivoci, misteri, coincidenze e disastri. I dialoghi sono sempre funzionali e il ritmo narrativo risulta fluido e coinvolgente.
Più che per i puristi del genere, The Sticky si rivela il prodotto seriale ideale per il pubblico generalista, offrendo una miscela godibile di crime, commedia e dramma.