Cinema

Tango & Cash: i 35 anni dell’ultimo folle cult anni ‘80

Pubblicato il 22 dicembre 2024 di Giulio Zoppello

Tango & Cash occupa un posto assolutamente speciale nella storia del cinema degli anni ’80, ma più ancora in quello della buddy cop comedy, che proprio in quel decennio avrebbe posto per le basi per un dominio al botteghino senza precedenti. Ma Tango & Cash è stata anche una delle produzioni più folli e imprevedibili mai viste.

Un blockbuster nato da una produzione disastrosa

L’idea per Tango & Cash venne a Jon Peters e Peter Guber, che chiesero a Randy Feldman di scrivere una sceneggiatura, una buddy cop comedy action che fosse in grado di unire divertimento e azioni, sparatorie e risate. Non un compito semplice, ma di certo pareva la ricetta giusta se incollata addosso a Sylvester Stallone e Patrick Swayze, i due divi più amati del momento. Sly in particolare era una sicurezza al botteghino. Quando Swayze decise di lasciare il progetto per Il duro del Road House, si optò per lui, per Kurt Russell, che grazie a una serie di titoli di enorme successo, era diventato tra i volti più popolari. In Tango & Cash interpretava Gabriel “Gabe” Cash, un Sottotenente della Polizia di East L.A., una sorta di cowboy matto ed eccentrico, il cui percorso incrociava quello di Raymond “Ray” Tango, il migliore di West L.A., una sorta di damerino yuppie sofisticato e freddo, un ruolo atipico per Stallone. Tango & Cush li vedeva costretti a dispetto dell’antipatia a collaborare, per sopravvivere a un complotto ordito da Yves Perrett (Jack Palance), Boss del crimine che li fa finire in carcere con una falsa accusa di omicidio. Lì dentro, uniranno le forze per evadere e per fare giustizia. Una giustizia che però non è il tema dominante del film, diretto inizialmente da Andrei Konchalovsky, a cui subentrò successivamente un team composto da Albert Magnoli, Peter MacDonald e persino Stuart Baird in fase di post-produzione. Invece di costare 32 milioni toccò i 55, il set diventò un caos per gli scontri tra Peters (che voleva un film essenzialmente comico) e Konchalovksy, che invece pensava di dover dare un tono più serioso all’insieme. Si arrivò al punto che Stallone di fatto diventò il deus ex machina della produzione, persino regista aggiunto quando Konchalovsky fu licenziato. Eppure, chissà come o perché, Tango & Cash dopo 35 anni continua a funzionare da Dio.

La capacità di decostruire i miti di un decennio cinematografico

Tango & Cash appartiene alla stessa razza di film come Arma Letale e i suoi seguiti, la saga di Rush Hour, Hot Fuzz, e naturalmente 48 Ore e il mondo di Beverly Hills Cop. Non un caso, tra l’altro, che la sceneggiatura sia firmata da Feldman, un esperto del genere, però Tango & Cash spinge al limite ogni sequenza, tanto da decostruire il genere in modo assolutamente palese. I due protagonisti sono una deformazione dei rispettivi universi di appartenenza, ma più ancora di ciò che era l’ideale di uomo in quel decennio reaganiano. Sono due narcisisti, egoisti, egoriferiti totali, ma sono anche impavidi, sicuri di sé, incorruttibili, sono stretti infine da un rispetto reciproco dissimulato dall’ostilità di due cani alpha. Ma l’amicizia virile Tango & Cash la rende anch’essa deformata, come pure la violenza, le scene d’azione, gli stessi dialoghi sempre sopra le righe. Ma il caos sul set, con intere scene rigirate, script modificati, un editing senza senso, paradossalmente aumentano l’identità del film, che si spinge verso un crescendo dove ogni logica e verosimiglianza vanno a farsi benedire. La chimica tra Stallone e Russell è fantastica, così come il tono fumettistico dell’insieme, che tocca in alcune scene degli apici semplicemente assurdi. Tango & Cash fu massacrato dalla critica, fu indicato come uno dei peggiori film di quel decennio. Invece il pubblico lo accolse a braccia aperte, con 125 milioni di incasso e la conferma che il divertissement che cercava era sempre la parola d’ordine giusta, quella da usare ogni volta. A 35 anni di distanza, Tango & Cash rimane una delle prove più palesi di come da produzioni comunque sgangherate e pazze, possa uscire un film unico, nel bene e nel male, e di quanto quel decennio sia stato cinematograficamente uno dei più imprevedibili e interessanti di sempre.