Star Wars: Skeleton Crew arriva finalmente su Disney+ e credetemi: fugherà i tanti dubbi, le perplessità e i pregiudizi, nati dalla qualità discontinua che la Disney ha riversato sul piccolo e grande schermo negli ultimi anni. Questa nuova avventura in una galassia lontana lontana è una piccola perla, capace di riportare in vita ciò che era la narrazione teen di un tempo.
Star Wars: Skeleton Crew è ambientata nella stessa linea temporale di The Mandalorian e Ahsoka, quindi diversi anni dopo la fine dell’Impero Galattico. Ci troviamo sul misterioso pianeta di Al Attin, un posto molto tranquillo, benestante e ultratecnologico. Lì vivono i giovani Wim (Ravi Cabot-Conyers) e Nee (Robert Timothy Smith), che frequentano la scuola come ogni loro coetaneo. La loro vita appare perfetta, in un mondo dove tutto funziona, e gran parte dei compiti più gravosi, ivi compresa la sicurezza, sono affidati ai droidi. Insomma, pare di stare in una sorta di Svizzera, questo anche per la noia. Ripetitività e una certa mancanza di autodeterminazione sono la regola, e Wim, così desideroso di avventure, ne soffre parecchio. Fissato con i Cavalieri Jedi, i Sith e tutto il passato più mitologico dell’antica Repubblica, sogna l’avventura, vuole essere qualcosa di più di un burocrate come suo padre Wendle (Tunde Adebimpe), con il quale ha un rapporto abbastanza difficoltoso a causa del suo carattere indocile. Quando, assieme a Nee e alle due coetanee Fern (Ryan Kiera Armstrong) e KB (Kyriana Kratter), scopre un’astronave sepolta nella foresta da chissà quanto, la curiosità giocherà loro un brutto scherzo. Si troveranno nientemeno che dall’altra parte dell’universo. Nel tentativo di tornare a casa, finiranno per incrociare i passi del misterioso Jod Na Nawood (Jude Law), un avventuriero sensibile alla Forza, e da quel momento per la strana compagnia, a cui si aggiungerà lo sgangherato droide SM-33 (Nick Frost), comincerà un’avventura imprevedibile tra pirati, arrembaggi, rivelazioni e colpi di scena. Star Wars: Skeleton Crew è stata creata da Jon Watts e Christopher Ford, due che di prodotti per la Generazione Z se ne intendono. Fin dall’inizio, Star Wars: Skeleton Crew abbraccia una quantità semplicemente sterminata di riferimenti che vanno dal cinematografico, al letterario, al televisivo, di ciò che era ogni prodotto per il pubblico giovanile di una volta. Il tutto però senza rinnegare l’anima avventurosa e leggera di ciò che era Star Wars agli inizi, portandoci in una dimensione tutta nuova, ma comunque familiare. Insomma, Star Wars: Skeleton Crew è un’avventura per i più giovani che ha tutte le carte in tavola per affascinare anche i fan più maturi di Star Wars.
Star Wars: Skeleton Crew, dalla sua, ha soprattutto una sceneggiatura strutturata in modo molto convincente e che lascia molto spazio a un Jude Law che veste i panni di una sorta di canaglia misteriosa, attorniato da quattro sbarbatelli le cui dinamiche sono le tipiche di ciò che era un teen movie negli anni ’80. Abbiamo il protagonista, scavezzacollo e un po’ ingenuo, l’amico pasticcione, la secchiona tecnologica e infine quella un po’ più carismatica, anche se insopportabile. Dal primo all’ultimo minuto, la dimensione adventure di Star Wars: Skeleton Crew strizza l’occhio a L’isola del tesoro di Robert Louis Stevenson, così come naturalmente a Il Pianeta del Tesoro. Ma poi ecco omaggi ad altri grandi classici della Disney, come La Spada nella Roccia, Peter Pan, per non parlare di tutta quella magnifica narrazione animata con cui Don Bluth insidiò il famoso Rinascimento della Disney. Star Wars: Skeleton Crew ha anche un world-building davvero interessante, dove naturalmente l’epoca d’oro della filibusta, come è stata descritta nella narrazione fantasiosa, domina incontrastata. I pirati spaziali con cui abbiamo a che fare sono delle canaglie che avrebbero strappato un sorriso a Capitan Uncino stesso. Certo, la serie forse paga un po’ dazio nel momento in cui si tratta di unire tutti i piccoli rivoli narrativi verso il flusso principale, e un paio di colpi di scena sono abbastanza prevedibili; ma anche così, la valutazione d’insieme è assolutamente positiva, con buona pace dei vari pregiudizi o delle perplessità che il trailer aveva fatto sorgere in molti. Fatto ancora più interessante, Star Wars: Skeleton Crew, così come tutte le serie animate di Star Wars (ad oggi sicuramente i prodotti derivativi più belli), è la dimostrazione che si può ampliare lo sguardo, andare ad avventurare verso nuovi confini, distanti dai soliti personaggi e dalle solite tematiche. Prodotto semplicemente perfetto per il target principale di riferimento, Star Wars: Skeleton Crew è uno di quei prodotti che ha come unica ambizione quella di divertire e appassionare, senza tanti fronzoli e senza troppe complicazioni, qualcosa che forse l’universo di Star Wars dovrebbe riscoprire anche sul grande schermo.
I primi due episodi di Star Wars: Skeleton Crew sono disponibile su Disney+ a partire da oggi, 3 dicembre.