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Intervista e articolo a cura di Mirko D’Alessio
Arriverà al cinema il 1 gennaio e in anteprima il 31 dicembre, grazie a Universal Pictures, Nosferatu, l’ultima fatica di Robert Eggers, regista di The Witch, The Lighthouse e The Northman.
Per l’occasione abbiamo avuto modo di scambiare due chiacchiere virtuali con il regista e con alcuni dei protagonisti, ovvero Willem Dafoe, nel ruolo di Prof. Albin Eberhart von Franz, e Aaron Taylor-Johnson ed Emma Corrin, scelti per interpretare i coniugi Harding.
La produzione ha deciso di tenere Nosferatu nascosto nell’ombra, facendo leva sulla curiosità degli spettatori. Non sono mancate negli ultimi mesi, infatti, interviste su quanto sia stata drastica la trasformazione di Bill Skarsgård nei panni del conte Orlok, che non hanno fatto altro che alimentare ulteriormente l’interesse del pubblico.
Il regista ha spiegato che in effetti anche nel film stesso Nosferatu resta celato nelle tenebre:
Nel film Orlok si tiene a distanza per molto tempo. Per quanto ami Nosferatu, sarebbe stato ridicolo vedere Hutter [Nicholas Hoult] che finisce in questo castello, vede questo mostro e gli dice: “Oh, ciao!”.
A differenza di Dracula, che è un vecchio che ringiovanisce, Orlok è un morto per tutto il tempo, quindi deve tenere le distanze dagli ospiti che non sanno che è un cadavere vivente.
Però sì, è quello che volevo fare con la campagna marketing e lo studio è stato dello stesso avviso.
La pellicola di Eggers usa la luce in maniera unica, celando il vampiro protagonista in più modi, e facendo leva su ombre e sagome.
Corrin ci ha raccontato che per esigenze di scena è stato necessario farsi carico del ruolo di Jarin Blaschke, direttore della fotografia:
Io ho dovuto farmi carico della luce di scena perché era una sequenza ambientata di notte e in mano avevo solo una lanterna. Era uno dei momenti di jump scare. La lanterna era collegata tramite un cavo in un’altra stanza, quindi correva lungo tutto il vestito fino all’altra stanza. Era l’unica fonte di luce, quindi il direttore della fotografia mi ha spiegato come dare luce a una scena, per poi arrivare al momento dello spavento. È stato molto tecnico…
Aaron Taylor-Johnson è poi intervenuto per dire la sua sulla fotografia:
Questo film è stato molto tecnico, sì. Le sagome e le ombre che si intravedono, la luce… Tutto il film è illuminato dalla luce di candele e dei camini. È stato straordinario, tutto ha contribuito a questa atmosfera così inquietante, ma cinematograficamente splendida.
Come abbiamo già visto nella filmografia di Eggers, anche in Nosferatu non mancano i piani sequenza, con lunghe inquadrature senza stacchi.
Una, in particolare, con un esorcismo con protagonista Lily-Rose Depp, ha richiesto gli sforzi di tutti.
Willem Dafoe:
Quando si parla di piani sequenza senza cineprese secondarie, sul set hai due responsabilità: raggiungere i tuoi obiettivi nella scena [recitando] e seguire delle posizioni specifiche.
Questo impegno sembra quasi un fardello, ma in realtà ti tiene concentrato, perché ti prepara a splendere ancora di più rispetto a quando sei sempre indeciso su quale direzione prendere.
La luce rappresenta solamente una parte di questo, i movimenti di camera un’altra, gli attori un’altra ancora. Poi bisogna restare presenti e concentrarsi su quello che stai facendo. Fa tutto parte di un vortice.
Aaron Johnson:
Ogni giorno ci toccava un piano sequenza coreografato e tecnicamente avvincente. Abbiamo dovuto lavorare sodo e abituarci tutti a questo stile. Per quella scena [dell’esorcismo] abbiamo dovuto assistere a Lily-Rose nella sua fenomenale interpretazione: la sua fisicità, i contorcimenti, la sua resistenza
ciak dopo ciak per scene lunghe 10 minuti… è stato straordinario. La sua interpretazione è fantastica e merita di essere vista. Lascia il segno.
Robert Eggers:
Tutte le scene sono state difficili. Lily ha lavorato senza sosta per imparare tutti questi movimenti fisici. Ma, ad esempio, la scena alla fine con lei e suo marito è stata in realtà più difficile di quella dell’esorcismo.
Quella dell’esorcismo è stata di certo molto impegnativa. Come dice Willem, è tutto elettrizzante perché il set in questi casi diventa iperconcentrato: Willem conta su Lily, che conta su Willem, che conta su Ralph [Ineson] e Aaron e così via fino all’operatore, all’assistente operatore, a chi si occupa delle carrellate. A volte abbiamo dovuto cambiare le luci e i diffusori durante un ciak, in altre scene i carpentieri hanno dovuto aprire un varco nel muro, spostare porte per fare spazio alla cinepresa. Tutti sul set erano coinvolti nella realizzazione, è diventata una collaborazione corale ed è stata una sensazione molto soddisfacente.
La video intervista completa è disponibile qui di seguito:
I risultati degli sforzi di Robert Eggers e di tutto il cast potranno essere ammirati al cinema il 1 gennaio e in anteprima il 31 dicembre.