Quasi 17 anni dopo, Rebecca Hall nutre sentimenti più complessi riguardo al suo rapporto professionale con Woody Allen di quanto avesse precedentemente dichiarato.
“Non è da me fare dichiarazioni pubbliche su qualcosa. In un certo senso me ne pento, mi pento di aver fatto quella dichiarazione, perché non penso sia responsabilità degli attori parlare di quella situazione”, ha detto al The Guardian recentemente.
L’attrice fa riferimento alle dichiarazioni nel 2018 nel pieno del movimento #MeToo, quando Woody Allen venne accusato di abusi sessuali nei confronti della figlia adottiva, Dylan Farrow. In quell’occasione Hall aveva dichiarato di pentirsi di aver collaborato con il regista e decise di devolvere tutto il ricavato del film Un Giorno di pioggia a New York al Time’s Up, un’iniziativa contro le molestie sessuali sul posto di lavoro.
Oggi, parlando con la rivista, dichiara che non avrebbe reagito allo stesso modo. Hall ammette inoltre di essersi trovata nel mezzo di una situazione che non era esattamente quello che si sarebbe aspettata:
“In questo momento la cosa più importante è credere alle donne, sì, e quindi ho sentito di dover fare qualcosa che potesse essere importante, definitivo, ma è diventato solo un ‘un’altra persona denuncia Woody Allen e si pente di aver lavorato con lui’, non è così, non è quello che ho detto, non mi pento di aver lavorato con lui perché mi ha dato una grandissima opportunità ed è stato, la mia politica è in realtà quella di essere un artista”, ha detto Hall. “Non uscire allo scoperto e dichiarare le tue cose così tanto. Non penso che questo mi renda apatico o non coinvolto. Penso solo che sia il mio lavoro”.
Fonte: Deadline