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Blitz su Apple Tv+ è una perfetta fiaba di formazione cinematografica

Pubblicato il 23 novembre 2024 di Giulio Zoppello

Blitz di Steve McQueen è un film che sa lasciare il segno coinvolgere in modo profondo, in virtù di una sceneggiatura e messa in scena coerenti, audaci, ma anche capaci di grande sensibilità. Film di formazione e melodramma storico nella Londra assediata dai bombardamenti nazisti nel 1940, Blitz arriva su Apple Tv+, ma viene pensare che forse era il grande schermo la sua naturale collocazione, per caratura complessiva e potenza estetica.

Un ragazzino perso dentro una città in preda alle fiamme della guerra

Protagonista di Blitz è il giovane George (Elliott Heffernan) figlio di Rita (Saoirse Ronan). Per metà di origini caraibiche, George è spesso vittima di razzismo, emarginazione, in quella Londra di fine 1939. Da tempo i bombardieri di Hitler la bombardano, seminando di morte e distruzione e come molti altri bambini londinesi, George è destinato a lasciare Londra, per essere messo al sicuro al Nord, anche se questo significa separarsi dalla madre. Rita, che da tempo lo cresce da sola, come ogni altra donna della città, è chiamata a fare il suo dovere come operaia, ausiliaria, qualsiasi cosa serva. Tuttavia, George ha un carattere ribelle e non accetta di essere separato da lei, dal nonno Gerald (Paul Weller) e allora scende da quel treno che lo sta portando verso il nord, cerco di tornare a Londra, una Londra dove però oltre alle bombe che cadono ogni sera. Oltre alle macerie, per lui ci saranno anche sinistri incontri, pericoli, avventure e tanto altro che lo cambieranno per sempre. La madre, venuta a sapere della sua fuga, si metterà sulle sue tracce, in una città dove la morte e la vita si alternano continuamente.

Blitz è scritto e diretto da Steve McQueen, regista tra i più interessanti, imprevedibili e volendo anche a volte incostanti nel panorama moderno. Dopo il trionfo di Hunger, Shame e 12 anni schiavo, McQueen aveva mostrato una certa regressione Widows, ma grazie a Blitz torna a dimostrare di essere un grandissimo regista, in grado di darci uno spaccato storico e umano eccezionale e con pochissimi precedenti nella storia del cinema per ciò che riguarda la Londra di quei giorni.

Era il momento di massima espansione della Germania, quando l’Inghilterra era rimasta sola in Europa a contrapporsi al nazifascismo, vittima di bombardamenti terroristici. Nelle mani di McQueen, la città diventa un vero e proprio protagonista aggiunto, con i suoi quartieri, le sue strade, ma soprattutto la sua gente. Ci ritroviamo dentro il proletariato, le mille genti dai mille accenti, mille etnie, che proprio in virtù della guerra, cominceranno a mutare profondamente il tessuto sociale londinese. Come anche altre volte, McQueen fa di questo tema un elemento fondamentale della narrazione.

Una fiaba che mette al centro il cambiamento nella società londinese

Blitz ha dalla sua una bellissima fotografia di Yorick Le Saux, la scenografia e i costumi sono rispettivamente di Adam Stockhausene e Jacqueline Durran, che aiutano l’insieme a evitare il rischio di un eccesso di glamour. Ma ciò non toglie che Blitz sia però soprattutto anche una fiaba, nel senso più collodiano del termine.

Il giovane George, infatti, sulla sua strada incontrerà tanti personaggi, alcuni gentili e generosi, altri invece feroci e senza pietà, in un iter narrativo che McQueen riesce a cadenzare in modo profondamente metaforico e suggestivo. Tuttavia, il realismo storico è sempre presente, è una delle qualità più persistenti del film, che ci porta anche dentro alcuni dei veri personaggi e dei veri eventi di quella città, dove la gente si rifugia a suo rischio e pericolo dentro la metropolitana per sfuggire alle bombe, dove frequenti sono i furti, le violenze, dove la convivenza tra uomini e donne non è affatto facile o semplice.

Steve McQueen non nasconde neppure per un istante in Blitz l’essenza razzista e discriminatoria della società inglese dell’epoca, dove essere nero era poco meno grave di essere un nazista, per quanto ironica possa sembrare la cosa. Saoirse Ronan nel ruolo della giovane Rita, soffre forse un pochino di un eccesso di stereotipizzazione del suo personaggio, ma compensa con espressività e credibilità. Blitz dalla sua ha anche una colonna sonora di Hans Zimmer un’atmosfera e personaggi che per molti versi si riallacciano alla narrativa di Mark Twain, di Charles Dickens, via via fino a scomodare qualche volta anche lo Steven Spielberg de L’Impero del Sole.

Tuttavia, McQueen non ama la narrazione pedagogica, per lui conta il fluire degli eventi, l’imprevedibilità, il mostrarci le disavventure di questo ragazzino. George vuole solo tornare a casa, ma è costretto a nascondersi, fuggire, rubare, perso dentro un alveare umano in cui la paura è il grande denominatore comune. Soprattutto per caratura estetica ed efficacia di regia, per il respiro gradevolmente classicista, da grande film per famiglie di una volta, Blitz avrebbe meritato sicuramente di arrivare sul grande schermo.

Non è un film perfetto, qualche eccesso di fantasia e di politicizzazione dell’insieme è evidente, ma Blitz è un film che sa colpire il bersaglio.