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Arcane è tornata ed è sempre un piccolo miracolo vederla

Pubblicato il 09 novembre 2024 di Giulio Zoppello

Arcane è uscita con la prima stagione tre anni fa. Pare ieri, vero? Invece abbiamo dovuto aspettare fino ad adesso, ma ne è valsa la pena, perché ciò che Riot Games e Fortiche Production ci offrono in questa seconda stagione è ancora un viaggio incredibile per raffinatezza estetica e profondità semantica, una grandissima avventura capace di affondare la propria identità in problematiche attualissime.

Una nuova stagione che si spinge ancora più in là della prima

Arcane riparte dal drammatico finale della prima stagione, quando Jinx (Ella Purnell) si era resa artefice di un attentato ai danni della Consulta. Quell’attentato, purtroppo, segna la fine di Cassandra Kiramann, lasciando sua figlia Caitlyn (Katie Leung) affranta e desiderosa di vendicarsi con i responsabili, ma non per questo priva di lucidità. Sa che la posta in gioco è molto più alta, soprattutto perché le pressioni per una svolta autoritaria a Piltover, da parte di Ambessa Medarda (Ellen Thomas), si fanno sempre più forti, e non basta l’opposizione della figlia Mel (Toks Olagundoye) per fermare ciò che Silco e i suoi esseri iperpotenziati hanno messo in atto. Intanto, Jayce (Kevin Alejandro), il Professor Heimerdinger (Mick Wingert) ed Ekko (Reed Shannon) cominciano a indagare sulle rune selvatiche dell’Arcane, arrivando dove forse non dovrebbero. Violet (Hailee Steinfeld) potrebbe giocare di nuovo un ruolo chiave in tutto questo, aiutando Caitlyn a trovare Jinx, ormai diventata un simbolo della sempre più imminente ribellione del sottosuolo. Intanto, Viktor (Harry Lloyd) tornerà profondamente cambiato dall’Hexcore, ma forse per salvare Piltover è davvero troppo tardi, poiché una presenza oscura e malefica si muove tra i vari contendenti nell’ombra.

Arcane, in questa seconda stagione, abbraccia una coerenza d’insieme semplicemente perfetta e continua a essere, dal punto di vista estetico, il meglio sulla piazza, grazie a quella fusione tra computer grafica, animazione 2D e cromatismo sperimentale. Qui, però, si accompagna ancor di più rispetto alla prima stagione una commistione di generi che, partendo dal visivo, abbraccia infine il narrativo. Ecco allora che, di episodio in episodio, si rafforza il suo unirsi al videoclip, al musical addirittura, omaggiando il punk, i movimenti di protesta, il film di formazione, l’action. Permane una visione conflittuale di una società al limite del collasso, la cui natura caotica viene ancor più approfondita e analizzata sia nei singoli personaggi e nei loro significati, sia a livello di macro-trama. Tutto questo, però, Arcane lo fa sempre garantendo uno sviluppo incredibile di tutti i personaggi, regalando grandi colpi di scena, prendendosi enormi rischi, senza mai accarezzare il pubblico per il verso giusto, ma cercando di guidarlo verso qualcosa di inedito.

Una seconda stagione che conferma la portata storica di Arcane

Arcane diventa sempre più un thriller politico a mano a mano che si va avanti. La lotta per il potere nella città, connessa a un ferocissimo scontro tra l’alto e il basso della società, prende talvolta la forma di una sorta di riedizione delle varie rivoluzioni e rivolte che hanno formato e insanguinato il mondo reale. In questi nuovi episodi, Arcane pare quasi proporre diverse interpretazioni su possibili sentieri di ricerca di un rinnovato equilibrio nella società e nell’uomo, citando reali movimenti e tentativi, dottrine filosofiche e politiche, ma senza perdere di vista la sua identità di fantasy steampunk. Ha un world-building sensazionale, in questa stagione ancor più ancorato al periodo vittoriano, con frequenti omaggi a grandi classici della letteratura di quel periodo, così come a pellicole come Gangs of New York di Martin Scorsese o al meglio della produzione animata di Don Bluth.

Viktor, Jinx, Caitlyn, Jayce, Violet sono i personaggi che più di tutti subiranno profondissime evoluzioni, affrontando scelte difficili, talvolta anche traumatiche. Arcane lascia di stucco con animazioni costruite per guidarci dentro un viaggio psichedelico, evocando anche il mito della Caverna di Platone in modo evidente, ma chi si intende di filosofia troverà molto altro. Ecco poi il ritorno di vecchi personaggi che pensavamo perduti, e soprattutto un lavoro di scrittura in cui viene sostanzialmente azzerata una visione manichea del mondo, ancor più rispetto alla prima stagione. Questa è la vera, grande rivelazione sull’identità ultima di una serie animata assolutamente rivoluzionaria sotto ogni punto di vista, che ha influenzato la saga animata di Spider-Man, Il Robot Selvaggio e altri grandi titoli in termini di concept e approccio narrativo.

Con Arcane, anche in questa seconda stagione, c’è solo un problema: finito un episodio, non si può aspettare; bisogna cominciare immediatamente quello successivo, quasi fosse una droga. Con l’eccezione di pochissimi altri prodotti, come La Leggenda di Vox Machina, Blue Eyes Samurai, Love, Death & Robots, nessun’altra serie nell’ultimo decennio ha avuto un impatto così profondo. Nessuna, però, ha dimostrato come si possa prendere un universo videoludico di incredibile complessità e andare persino oltre, insistendo su una ricerca costante della qualità.