Cinema

The Substance: come è stato creato quel “mostruoso” finale

Pubblicato il 19 ottobre 2024 di Filippo Magnifico

ATTENZIONE: SPOILER SUL FINALE DI THE SUBSTANCE

The Substance, il film di Coralie Fargeat premiato a Cannes per la migliore sceneggiatura, è una vera a propria esperienza. Interpretato da Demi Moore e Margaret Qualley, il film racconta la storia di Elisabeth Sparkle (Moore), un’attrice di Hollywood ormai dimenticata, che viene licenziata dalla trasmissione di aerobica che conduce dopo aver superato i 50 anni. Disperata, risponde a un annuncio per un misterioso siero sperimentale di ringiovanimento noto come “la Sostanza”.

Una volta inoculatasi, scopre che la Sostanza funziona in modo inaspettato: dal suo corpo nasce per partenogenesi una versione più giovane e bella di sé stessa, chiamata Sue (Qualley). Le regole sono chiare: le due donne devono alternarsi ogni settimana, con una in “ibernazione” e l’altra libera di vivere nel mondo, sostenuta fisicamente dall’altra. In questo modo, Elisabeth può rivivere la sua giovinezza attraverso Sue, percependo tutto ciò che lei vive.

Inizialmente, le cose sembrano funzionare, ma Sue inizia a diventare sempre più ribelle e decide di “restare sveglia” oltre il limite stabilito, prosciugando lentamente la linfa vitale di Elisabeth. Questa tensione crescente tra le due donne esplora i temi dell’identità e del sacrificio in un mondo che celebra la giovinezza.

La tensione culmina in un finale inquietante, in cui le due donne si fondono in una creatura mostruosa chiamata Elisasue, una sorta di moderno Frankenstein. Questo epilogo, intriso di body horror e violenza esasperata, esplora le conseguenze estreme dell’ossessione per la giovinezza, risultando profondamente disturbante. Ma come è nato tutto questo?

La nascita di Elisasue

Fargeat ha sempre saputo che il suo film si sarebbe concluso con un mostro, concepito come un “Picasso delle aspettative maschili”. L’ossessione di Sue per la giovinezza alimenta il rifiuto di Elisabeth, portandola a consumare la Sostanza. Elisasue diventa quindi il prodotto di menti e corpi schiacciati dal giudizio esterno.

Come molti grandi mostri cinematografici, Elisasue desidera solo essere amata. Fargeat si è ispirata a The Elephant Man, la tragedia di David Lynch su un uomo deforme del XIX secolo, trattato come una curiosità fino a quando non viene accolto da un medico compassionevole. “È mostruoso, ma vuoi abbracciarlo,” afferma Fargeat, e lo stesso vale per Elisasue. La regista ha creato mood board con immagini dal film di Lynch, sculture umano-animali e opere dell’artista colombiano Fernando Botero, le cui sculture presentano donne con proporzioni esagerate. Per Fargeat, Elisasue è per The Substance ciò che Quasimodo è per Notre-Dame de Paris di Victor Hugo.

Nel copione, Fargeat ha cercato di delineare Elisasue in modo vivido, specificando le sue caratteristiche disomogenee: una testa sbilenca, denti sporgenti dal petto, braccia storte e il volto stupito di Elisabeth che sporge dalla schiena, con molte pieghe e rughe. “Volevo che il mostro fosse pesante, in netto contrasto con la figura da ballerina che immaginiamo come delicata,” dice Fargeat. “Volevo che faticasse e zoppicasse.” Tuttavia, tradurre un mostro dalla pagina alla realtà, indossando una tuta in schiuma-lattice, è stata una sfida.

La trasformazione

Desiderando ricreare l’effetto realistico degli effetti pratici che hanno reso memorabili film come Un Lupo Mannaro Americano a Londra e La Mosca, Fargeat ha inizialmente avuto difficoltà con i designer di prostetica. “Ho visto lavori da artisti molto talentuosi, ma erano troppo maschili,” spiega Pierre-Olivier Persin, esperto di prostetica che ha curato gli effetti pratici per il film. Persin ha ottenuto il lavoro grazie a una piccola maquette che ha scolpito, e insieme a Fargeat ha realizzato Elisasue a grandezza naturale, utilizzando una combinazione di prostetica, marionette e rendering digitali. Sul set, avevano cinque teste (inclusa una con un seno attaccato a un cordone ombelicale, ben visibile nel film), due tute complete, due parziali e un calco della testa di Demi Moore. Il lavoro è stato così complesso che Persin scherza definendolo “mesi di sofferenza.”

Qualley ha trascorso sei ore in un’area trucco claustrofobica per trasformarsi in Elisasue. Ha trovato le complessità del personaggio “gratificanti”, dopo aver interpretato a lungo l’anima vuota di Sue. Ma le richieste fisiche erano un’altra storia. “È stato doloroso,” dice Qualley. “Una vera sfida. Ma ce l’abbiamo fatta.”

L’esplosione

Alla fine, tutti indossano un po’ di Elisasue.

Dopo che Sue uccide Elisabeth e ritorna in studio per condurre uno speciale di Capodanno, il suo corpo comincia a cedere. Così, abusa nuovamente della Sostanza, portando alla nascita di una nuova creatura. Quando Elisasue vede il suo riflesso ripugnante nello specchio, prova un senso di vittoria. Secondo Fargeat, non riesce più a identificarsi con nessuno standard di bellezza, e solo allora trova pace. “Smette di combattere con se stessa perché tutti i pezzi si fondono in un unico essere,” afferma la regista. Moore e Fargeat considerano Elisasue una risposta tenera all’autodistruzione di Elisabeth. “Rappresenta una riconciliazione e la liberazione del corpo fisico,” dice Moore.

Durante l’evento di Capodanno, il corpo di Elisasue subisce una mutazione in tempo reale. Dopo essere salita sul palco, terrorizzata da un pubblico che invoca la sua morte, Elisasue esplode in una violenta onda di sangue. Questa scena spettacolare ha richiesto due settimane di riprese. Fargeat, con una telecamera montata su un casco per catturare la scena da vicino, ha personalmente gestito un idrante per controllare il flusso del sangue finto durante le riprese. Questo le ha permesso di dirigere con precisione l’esplosione di sangue sul set, creando un effetto visivo intenso e coinvolgente. La sequenza ha richiesto stunt performer, 30.000 galloni di sangue finto e un setup tecnico che la regista paragona a “navigare sul Titanic”. Avevano solo un’opportunità per catturare una ripresa ampia del pubblico spruzzato di sangue.

Negli ultimi minuti di The Substance, l’unica parte ancora riconoscibile di Elisabeth è il suo volto deformato, che ora ricorda i ritratti classici di Medusa. In una scena drammatica e simbolica, questo volto striscia lentamente verso la sua stella sulla Hollywood Walk of Fame, come se cercasse un ultimo momento di gloria prima di morire. La scena rappresenta il tragico epilogo del suo desiderio di eterna giovinezza e fama, ora ridotto a un corpo mostruoso che si dissolve proprio nel luogo che una volta simboleggiava il suo successo. Lo stesso luogo dove inizia il film.

Sapevo fin dall’inizio che volevo concludere con una sorta di climax liberatorio — qualcosa di eccessivo e catartico, che esplodesse in un gesto di liberazione,” afferma Fargeat.

Per me, il pubblico rappresenta la società. Ho voluto mostrare il sogno genuino di Elisabeth, che è quello di essere amata per ciò che è realmente. Avere questa esplosione di sangue e viscere è stato un modo per esternalizzare la violenza che sento ogni volta che subiamo sguardi e pressioni estetiche. È stato un modo per dire al pubblico: ‘Guardate cosa state creando. Siete responsabili di questa esplosione.’

Dopo le anteprime speciali del 18 ottobre, The Substance arriverà nelle nostre sale il 30 ottobre.

Fonte: Vulture