Con la quarta stagione de L’amica geniale, intitolata Storia della bambina perduta, si chiude il cerchio della celebre saga televisiva tratta dai romanzi di Elena Ferrante. In anteprima alla Festa del Cinema di Roma, questa stagione conclusiva sarà trasmessa su Rai 1 dall’11 novembre 2024, mentre negli Stati Uniti è già disponibile su HBO Max dal 9 settembre. Diretto da Laura Bispuri, questo ultimo capitolo porta in scena le vicende finali delle due protagoniste, Lila e Lenù, accompagnate da un nuovo cast che promette di continuare il successo globale della serie.
Adattamento dell’ultimo libro della tetralogia di Ferrante, Storia della bambina perduta (2014), la serie racconta la storia di Lila e Elena (Lenù) negli anni ’70, ormai adulte e di nuovo a Napoli. La loro amicizia, dopo molte vicissitudini, si ritrova immersa in nuovi amori, tradimenti e la nascita di figli, il tutto sullo sfondo di eventi storici, come il terremoto del 1980. La serie, prodotta da un consorzio di aziende tra cui Wildside, Fandango e The Apartment, è un esempio di collaborazione italo-statunitense con Rai Fiction e HBO, consolidando la sua presenza sul mercato globale sotto il titolo My Brilliant Friend nei paesi anglofoni.
L’amicizia tra Lila e Lenù, cresciute in un rione povero di Napoli, ha conquistato il pubblico internazionale, abbattendo barriere culturali e linguistiche. Nonostante l’ambientazione locale, il racconto universale di emancipazione femminile, scontri con le tradizioni e lotte personali ha trovato eco ovunque, guadagnandosi recensioni entusiastiche sia negli Stati Uniti che in Europa. Testate come il The New York Times hanno lodato la serie come uno dei migliori show televisivi degli ultimi anni.
Uno dei cambiamenti più rilevanti in questa quarta stagione è il rinnovamento del cast. Alba Rohrwacher, precedentemente voce narrante, ora interpreta Elena, sostituendo Margherita Mazzucco, mentre Irene Maiorino prende il posto di Gaia Girace nel ruolo di Lila. Questi cambiamenti, avvenuti in un momento cruciale della trama, sono stati accolti con favore, specialmente negli Stati Uniti, dove la performance delle nuove interpreti è stata ampiamente apprezzata. Rohrwacher, che finalmente “unisce volto e voce” di Lenù, e Maiorino, che ha trovato una sua strada per interpretare la complessa Lila, hanno dimostrato di poter raccogliere con successo l’eredità lasciata dalle precedenti attrici.
Le due protagoniste, ormai donne mature, hanno vissuto vite piene di sfide, successi e fallimenti. Elena, scrittrice affermata, ha lasciato Napoli, ma è costretta a ritornarvi a causa della sua ossessione per Nino Sarratore, interpretato ora da Fabrizio Gifuni. Dall’altra parte, Lila è rimasta nel rione napoletano, dove si è reinventata come imprenditrice informatica, mantenendo il suo ruolo di leader carismatica e temuta. La sua storia si intreccia inevitabilmente con quella dei fratelli Solara, in un confronto di potere che evidenzia ancora una volta la sua forza e determinazione.
Attraverso le loro esperienze e le loro nuove scoperte, Lila e Lenù esplorano aspetti inediti delle proprie personalità e del loro legame. La tensione tra i loro desideri personali e le aspettative sociali rimane il motore principale della storia, e il loro rapporto d’amicizia, ricco di rivalità e complicità, è più vivo che mai.
Saverio Costanzo, creatore e regista delle prime stagioni, ha salutato la serie con un misto di emozione e nostalgia, paragonando il suo coinvolgimento dal 2016 a una lunga avventura che porterà sempre con sé. Nonostante la conclusione, L’amica geniale rimane un fenomeno culturale di grande impatto, dimostrando che le storie locali possono avere una risonanza globale. L’assenza di un quinto libro di Ferrante segna la fine di un’epoca, ma l’eredità della serie, che ha unito letteratura e televisione in modo magistrale, continuerà a essere discussa e amata da milioni di spettatori in tutto il mondo.
In Italia, il debutto su Rai 1 sarà un evento attesissimo, ma anche un momento di riflessione sull’importanza di questa saga, non solo come prodotto televisivo, ma come racconto universale di crescita, amicizia e resilienza.