Con Joker: Folie à Deux, il regista Todd Phillips ha scatenato accesi dibattiti online. Il film non solo sfida le aspettative, ma le ribalta completamente. Al centro della controversia c’è anche il finale, che stravolge radicalmente la visione dell’intera saga, suscitando reazioni forti e contrastanti.
In Joker: Folie à Deux, seguiamo Arthur Fleck durante il suo processo per omicidio, che si conclude con la sua condanna e il ritorno all’ospedale psichiatrico Arkham. Sconfortato e disilluso dopo la fine della sua relazione con Lee, Arthur sembra trovare una nuova speranza con l’arrivo di un misterioso visitatore. Chiamato da una guardia, Arthur attraversa il corridoio seguito da un giovane detenuto, interpretato dall’attore emergente Connor Storrie.
Questo giovane detenuto chiede se può raccontargli una barzelletta. Arthur, stanco, accetta, ma lo invita a fare in fretta. Il detenuto racconta una storia su un clown e un maniaco in un bar, concludendo con una battuta inquietante: “Ti darò quello che meriti“. A quel punto, il giovane lo accoltella più volte, e mentre Arthur giace morente, il detenuto ride in modo maniacale, scolpendosi un ghigno sul volto con il coltello.
La sconvolgente rivelazione è che Arthur Fleck non è mai stato il vero Joker. Il giovane detenuto, interpretato da Storrie, diventa invece il Joker definitivo.
In un’intervista con IGN, Todd Phillips ha spiegato che l’obiettivo era sempre stato quello di confondere il pubblico riguardo all’identità del Joker. “Il primo film si chiama Joker, non The Joker,” ha dichiarato Phillips.
Non era mai stato pensato come la storia definitiva del Joker, ma come una possibile ispirazione.
Phillips ha anche affrontato uno dei punti più discussi del primo film: la differenza d’età tra Arthur Fleck e Bruce Wayne.
Alcuni si chiedevano come un Joker così anziano avrebbe potuto confrontarsi con Batman. La verità è che Arthur non è mai stato destinato a diventare il Joker che affronta Batman. Piuttosto, è l’ispirazione per la vera nemesi di Gotham.
Il giovane detenuto, interpretato da Storrie, è quindi la versione finale del Joker.
Phillips ha voluto chiarire che Arthur Fleck, interpretato da Joaquin Phoenix, non è mai stato un genio del crimine.
La nostra versione del Joker non è quella di un cattivo strategico, ma piuttosto di una figura tragica che incarna il caos senza mai realmente controllare il proprio destino.
Nonostante Arthur sia il protagonista della saga, non è mai stato destinato a incarnare il Joker che il pubblico si aspettava. Questo viene confermato nella scena finale, in cui Arthur mantiene una sorta di speranza, credendo che Lee sia venuta a trovarlo, anche mentre muore.
C’è sempre una scintilla di ottimismo in Arthur, anche quando tutto crolla attorno a lui.
Nonostante la rivelazione finale e il colpo di scena, Joker: Folie à Deux ha ricevuto recensioni contrastanti. Il film ha ottenuto un “D” su CinemaScore e solo il 32% di recensioni positive su Rotten Tomatoes. Alcuni critici hanno elogiato l’ambizione del film e il coraggio di Phillips nel sovvertire le aspettative, mentre altri lo hanno criticato per la mancanza di coerenza narrativa e per la confusione sul personaggio di Arthur.
Il film ha diviso sia i fan che i critici. Molti si aspettavano una continuazione della storia di Arthur come Joker, ma il sequel ha preso una strada completamente diversa, esplorando temi di identità e ispirazione piuttosto che concentrarsi sulla figura del classico criminale.
Il colpo di scena finale di Joker: Folie à Deux non solo conclude l’arco narrativo di Arthur Fleck, ma apre nuove possibilità per il franchise. Todd Phillips ha deciso di esplorare il concetto del Joker come simbolo, più che come individuo, lasciando spazio a ulteriori interpretazioni e sviluppi.
Fonte: Just Jared