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I Soprano. La vera storia: come David Chase ha cambiato per sempre la TV

Pubblicato il 03 ottobre 2024 di DocManhattan

Domani e dopodomani, venerdì 4 e sabato 5 ottobre, andrà in onda alle 21,15 su Sky Documentaries I Soprano. La vera storia. Un documentario in due parti – in seguito disponibile anche in streaming on demand su NOW – che racconta il dietro le quinte della più bella serie televisiva di tutti i tempi, I Soprano. Ora, se non avete mai visto I Soprano, vi state facendo un torto grandissimo, e dovreste rimediare al più presto (l’intera serie è disponibile sempre su Sky/Now). Se invece l’avete vista, ne siete anche voi innamorati come me e vi va di saperne di più, per scoprire ad esempio perché nessuno (protagonista compreso) credesse ne I Soprano all’inizio, non dovreste perdervi questo docufilm per nessuna ragione al mondo.

I soprano - La vera storia

TUTTA SUA MADRE

In realtà, il titolo originale del documentario, Wise Guy: David Chase and The Sopranos, rende molto meglio l’idea del suo contenuto. Perché questa è la storia non solo della serie di Tony Soprano e amici (e nemici), ma di come un autore televisivo, David Chase, ha cambiato per sempre le regole della TV, inseguendo il suo sogno e facendo volutamente quello che nessuno ai tempi si sognava di fare per il piccolo schermo.

Siamo in un set che riproduce lo studio della dottoressa Melfi, dove tutto ha inizio ne I Soprano. Sulla poltroncina, al posto di Tony, c’è lo stesso David Chase, che racconta la sua vita e come questa lo ha portato a creare la serie. Nello specifico, come tutto è nato dal fatto che chiunque gli diceva di parlare di sua madre, una donna molto problematica e perennemente arrabbiata con tutti. Chase, figlio di una famiglia italo-americana trasferitasi nel New Jersey – questo nel documentario non viene detto e ve lo dico io: suo padre cambiò negli anni Trenta il proprio cognome da DeCesare a Chase – decide di farlo, e pensa in un primo momento a un film, magari con De Niro e Anne Bancroft. Quell’idea diventa poi il copione di un pilota, per una serie su un uomo della mafia che subisce l’influenza di una madre terribile.

Solo che quel copione non sembra interessare a nessuno.

I soprano - La vera storia

MA A CHI PUÒ PIACERE?

Fox, ABC, CBS, NBC… tutti i grandi network dell’epoca rispondono con un no, grazie, convinti si tratti di un’idea priva di mordente. Resta la HBO, che ai tempi è conosciuta però solo per produzioni a basso costo e per la boxe. Non è una sorpresa, quindi, che in pochi credessero nel progetto I Soprano, anche quando la HBO ingaggia Chase e iniziano i casting. Lo stesso Gandolfini pianta a metà il suo primo provino e se ne va: quella roba, pensa, non fa per lui.

Le parti del documentario sulla scelta dei personaggi sono meravigliose, perché svelano come attori provinati per una parte sono finiti a interpretarne un’altra (a volte creata appositamente da Chase, come nel caso di Steve Van Zandt), a volte un ruolo completamente diverso da quanto fatto fino a quel momento. Come Nancy Marchand e il suo ruolo come Livia Soprano, uno dei più magnifici, memorabili villain della storia della televisione.

Storia che Chase, dicevamo, si mette d’impegno per sovvertire. Lui che da studente aveva amato Godard, Fellini e Bergman, vuole fare qualcosa di nuovo. Per questo si incaponisce per riprendere per la scena in cui Tony insegue in auto il tizio che poi pesta, nel primo episodio, una sequenza di Chinatown di Roman Polański.

I soprano - La vera storia 3

“WHAT HAPPENED TO GARY COOPER? THE STRONG, SILENT TYPE?”

Ma quello che Chase e la sua squadra creano è nuovo, per gli standard di una TV diversissima da com’è oggi, non solo nell’aspetto. I Soprano ottiene un successo incredibile, e questo spinge milioni di spettatori a seguire le vicende di un mafioso. Per Chase è fondamentale ricordare ogni tanto con chi hanno a che fare, e perciò nel documentario spiega l’importanza di mostrare Tony alle prese con le cose più turpi, a partire dallo spartiacque rappresentato da quello strangolamento nel quinto episodio.

Si parla di patti col diavolo, che fanno un po’ tutti i protagonisti attorno a Tony Soprano, e in mezzo ad argomenti più leggeri – come i capelli di Paulie/Tony Sirico che non poteva toccare nessuno tranne lui, o gli equivoci generati dall’essere uno showrunner italoamericano ma con un cognome anglofono – c’è spazio per approfondire anche i temi più importanti.

Come quell’episodio sulla dottoressa Melfi (Lorraine Bracco), e il peso enorme che ha quel “NO” che pronuncia alla fine, guardandoci negli occhi. Un episodio devastante, potentissimo, in grado di condensare in quella singola sillaba tutta la fibra morale di un individuo e la sua volontà di non cedere alle lusinghe del demonio. Quando tutto il pubblico a casa è in piedi a dirle di farlo: il patto col diavolo l’avremmo stretto pure noi?

Sono episodi come quello ad aver fatto de I Soprano la serie incredibile, in grado di cambiare le regole del gioco, che è.

I soprano - La vera storia

DON’T STOP BELIEVIN’ – IL DISCUSSO FINALE

C’è ovviamente tanto spazio per il povero James Gandolfini, venuto a mancare troppo presto, e si parla di come la serie gli ha regalato, insieme alla notorietà, anche una pressione che probabilmente non era in grado di sopportare. In una certa, minima misura, Tony Soprano si era impadronito anche di lui, così come di Chase.

E poi c’è il modo, altrettanto rivoluzionario per la TV, di integrare fellinianamente i sogni nella vità dei personaggi, in quanto emblema di una delle poche cose che un uomo di potere non è in grado mai di controllare. E c’è tutto un capitolo, ovviamente, sul finale della serie e le discussioni che ha scatenato. Fossero esistiti i social di oggi, la Rete sarebbe semplicemente esplosa.

È molto significativo che Chase indichi come sua fonte d’ispirazione per il finale de I Soprano proprio quel film di Kubrick. Del resto, come viene detto, sono finali del genere che rendono un’opera immortale, impedendo al cervello di archiviarla in mezzo alle altre serie concluse. Finali che solo guardando e riguardando, dopo un po’ scopri che___