Da quando sono apparsi, nel 1984, i Transformers sono diventati i beniamini di intere generazioni di ragazzi e ragazze. Perfetto esempio di come si unisce narrazione fantasiosa e merchandising, i robottoni della Hasbro e Takara sono diventati protagonisti di serie animate, film animati e live action, videogiochi, insomma di tutto ciò che fosse acquistabile. Ora che Transformers One è arrivato in sala, è giusto guardare a cosa ci ha donato il franchise sul grande schermo, quali sono stati i 5 film più belli su Autobots e Decepticons.
Persino coloro i quali hanno meno simpatie e rispetto per Michael Bay, non possono negare che Transformers del 2007 sia stato un momento unico, irripetibile. A conti fatti, molti lo considerano l’ultimo esempio di pop culture cinematografica, l’ultimo film di intrattenimento globale vecchio stile prima del proliferarsi della mutazione seriale della Marvel. Di certo è stato uno dei film fondamentali della generazione Millennial, oggi può abbracciare la condizione di icona intramontabile, lo diventò subito per chi all’epoca aveva vent’anni e si innamorò a prima vista di Megan Fox, della simpatia di Shia Lebeouf, di un film ad altissima spettacolarità ma capace di unire in modo perfetto ironia ed azione anche molto violenta, con effetti speciali semplicemente incredibili e una colonna sonora di Steve Jablonski diventata leggendaria. Transformers ha in dote poi scene di battaglia da mostrare nelle scuole di cinema. John Turturro, Jon Voight, Josh Duhamel, Tyrese Gibson e Kevin Dunn completano un cast di supporto che si muove su una sceneggiatura robusta, perfetta per il pubblico di riferimento ma anche per i più grandi. Il film è capace di unire sia la componente del teen movie alla Steven Spielberg (non a caso tra i produttori) sia l’elemento di fantasy fantascientifico di metà anni ‘80, creando una rivisitazione contemporanea che deve molto anche al linguaggio videoludico. Senza ombra di dubbio il miglior film della saga, il miglior film del franchise e uno dei migliori film di intrattenimento di tutti i tempi. Risulta anche essere quello in cui Michael Bay è riuscito ad esprimere forse al meglio il suo potenziale di regista muscolare e adrenalinico, tenendo a bada la parte più esagerata della sua visione, cosa che non gli riuscì naturalmente andando avanti. Due miliardi e mezzo di incasso e un bel piedone di metallo dentro la storia del cinema.
Dove non riuscì la saga principale live action ci riuscì il suo spin off. A mano a mano che Michael Bay andava avanti, aggiungendo effetti, robot ma togliendo anima, cuore e anche coerenza, il pubblico cominciò nettamente a stancarsi di una giostra ripetitiva e sgraziata. Per fortuna ci pensò Bumblebee, uscito nel 2018, a rimettere le cose a posto. Di tutti i film presentati fino ad oggi, questo è senza ombra di dubbio quello che ha saputo, a livello di live action, unire in modo perfetto sia la serie animata originale che la saga di Michael Bay, confezionando un film di intrattenimento semplice ma affatto banale, perfettamente equilibrato, con una bella storia, tanta ironia e una protagonista, Charlie Watson (Hailee Steinfeld), che recupera il meglio di ciò che era il genere adventure teen degli anni ‘80. Il mitico Bumblebee, con ogni probabilità il più amato Transformer, lo vediamo in fuga da nemici spietati, da umani troppo stupidi per capire quale sia la vera minaccia, mentre si aggira sulla Terra per cercare di creare una base segreta per gli Autobots. Il film di Travis Knight ha un grandissimo cuore, una regia equilibratissima e un crescendo sensazionale. Con 400 milioni di incasso, si può dire che Bumblebee è stato il film che ha quasi salvato il franchise, dimostrando che il gigantismo di Bay e le sue atmosfere quasi fasciste avevano stancato. Un graditissimo ritorno al passato e alla freschezza del prodotto giovanile trasversale. Forse il miglior film della saga dopo quello del 2007, peccato però che l’esempio sia stato solo imitato con Transformers – Il risveglio, una banale copia carbone senz’anima e senza grandi idee a parte il fan service.
Arrivato in sala nel 1986, come prolungamento della Generation 1, la prima, iconica, serie animata, diretto da Nelson Shin e prodotto dalla Toei Animation, Transformers – The Movie occupa ancora oggi un posto di tutto riguardo nella memoria della Generazione X. La serie animata era stata un successo incredibile e allora perché non rilanciare? Il film è ambientato nel 2005, e fu creato con lo scopo di lanciare nuovi giocattoli e rinnovare il World Building. Fa la sua comparsa il gigantesco Unicron, mentre Megatron e gli altri Decepticons colgono di sorpresa una squadra inviata da Optimus Prime per cercare dell’Energon, con cui imbastire la riconquista del loro pianeta natale, Cybertron. Ultra Magnus, Wheelie, Hot Rod fanno la loro comparsa, assieme ai Dinobots, e ai malvagissimi e schifosi Quintessenziali. Optimus Prime muore in battaglia, a suggellare l’inizio di una nuova era, di una nuova storia che vada oltre ciò che le serie animate avevano offerto. Senza ombra di dubbio un’operazione commerciale furba, sfacciata, che all’epoca fu accolta in modo abbastanza ambivalente dalla critica e anche dai piccoli fan, visto che nella prima mezz’ora gran parte dei personaggi più amati erano già stati distrutti. Ad ogni modo, a quasi quarant’anni di distanza, Transformers – The Movie rimane senza ombra di dubbio anche il film centrale del franchise, quello da cui tutto è iniziato in grande. Per fantasia, immaginazione, per aver intuito che in fin dei conti i terrestri dovevano stare in disparte, al netto comunque della sua finalità soprattutto commerciale, Transformers – The Movie è un film pregevole. Ebbe un successo al botteghino buono ma non eccezionale, ancora oggi la sua animazione appare forse non così innovativa, anche rispetto a quegli anni, ma è senza ombra di dubbio un film che ha significato tantissimo.
Ebbene sì, c’è anche l’ultimo arrivato in classifica tra i migliori 5. Transformers One di Josh Cooley è un colossal d’animazione che dal punto di vista estetico lascia letteralmente a bocca aperta, e si collega in modo palese al film del 1986, così come le nuove serie animate. Tuttavia, ha un’anima vintage purissima, per quanto poi la sceneggiatura si prenda più di qualche libertà rispetto agli originali, ma ne conserva intatta la semantica più pura. Prequel che si stacca completamente dalla saga di Michael Bay e dai due spin off successivi, Transformers One ci porta al tempo in cui Optimus Prime e Megatron erano amici fidati, costretti a lavorare come moltissimi altri come semplici robot privi di capacità di trasformazione, ignari operai schiavizzati da Sentinel, falso eroe. Come racconto delle origini è uno dei migliori degli ultimi anni, è un film adatto a un pubblico under 18, ma saprà affascinare anche i più grandi, non solo per la sua estetica incredibile, per dinamismo e fantasia, e per un cromatismo così estremo, ma anche perché affronta temi molto importanti ed attuali. Introducendo tutti i Transformers principali, infatti, Transformers One ci parla della pericolosa deriva autoritaria del nostro presente, del culto dell’immagine, del potere della mistificazione informativa, della necessità di ritrovare un senso del collettivo che ci permetta di elevare la nostra condizione individuale. Molto più serio e anche più lento di quanto si pensi a mano a mano che si va avanti, Transformers One è stato applaudito dalla critica; peccato che al momento il botteghino non sia all’altezza delle aspettative. Speriamo che andando avanti la situazione migliori, perché l’universo dei Transformers rimane uno dei più ricchi e interessanti che ci siano.
Il secondo film della saga di Michael Bay era così eccessivo, magniloquente, tronfio, che, a dispetto di un’altissima spettacolarità, di momenti di cinema altamente adrenalinico e muscolare, rimane forse il peccato più grave da parte di Bay, che commise un passo falso fondamentale. Si riprese in parte con il terzo film, che, a dispetto dell’allontanamento di Megan Fox e di una trama non sempre perfettamente lineare, ha una seconda parte però caricata a mille, con una battaglia finale da stropicciarsi gli occhi e un tasso di violenza altissimo. Transformers 3 è anche molto connesso al complottismo, all’ucronia e alla pseudoscienza, cita lo sbarco di Apollo 11, il disastro di Chernobyl. Sam è sempre più chiamato ad assumersi grosse responsabilità. Optimus Prime ci appare sotto una luce più sinistra, più spietata, che poi sarebbe degenerata completamente nei due film successivi. Qui però ci sono due-tre colpi di scena assurdi, su tutto il tradimento di Sentinel Prime, la morte di alcuni protagonisti e anche un Patrick Dempsey bello cattivo. Con 1 miliardo e 200 milioni di incasso, rimane forse l’apice commerciale del franchise, per quanto la critica sia stata naturalmente severissima, data la sua mole elefantiaca e le mille diverse correnti narrative non sempre ben amalgamate assieme. Transformers 3 rimane il classico blockbuster derivativo ad alto budget, più potente che bello, ma a momenti di epica esaltanti, la solita colonna sonora di Jablonski di altissimo livello e un comparto tecnico che ancora oggi fa scuola.