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Netflix e Baby Reindeer: prosegue la causa da $170 milioni per diffamazione dopo la decisione del giudice

Pubblicato il 30 settembre 2024 di Filippo Magnifico

Netflix e la serie Baby Reindeer sono al centro di una causa legale per diffamazione da $170 milioni. La scorsa settimana, il giudice federale R. Gary Klausner ha stabilito che il processo si terrà, respingendo la difesa di Netflix che invocava la libertà di espressione.

Fiona Harvey, un’avvocatessa scozzese che vive a Londra, ha avviato una causa legale sostenendo che la serie Baby Reindeer la rappresenti in modo diffamatorio attraverso il personaggio di Martha, interpretato da Jessica Gunning.

Harvey afferma che la rappresentazione di Martha non solo le stia causando danni, ma stia anche creando una connessione diretta tra la sua vita personale e il contenuto della serie, il che potrebbe portare a malintesi e giudizi errati da parte degli spettatori.

Netflix sostiene che Gadd ha il diritto di raccontare la sua storia, ma il processo è fissato per il 6 maggio 2025. Anche se Netflix è riuscita a far rimuovere alcune accuse, come quelle di negligenza e diritto di pubblicità, e a cancellare i danni punitivi, il giudizio definitivo resta una minaccia.

Harvey sostiene che la sua rappresentazione nella serie le ha causato gravi molestie e stress emotivo. Il giudice Klausner ha osservato che le somiglianze tra Harvey e il personaggio di Martha sono così evidenti che una persona qualsiasi potrebbe facilmente identificarla. Infatti, entrambe sono avvocate scozzesi che vivono a Londra e condividono caratteristiche simili.

Netflix e Gadd sostengono che Martha sia un personaggio inventato e che le sue caratteristiche siano diverse da quelle di Harvey. Tuttavia, il giudice ha sottolineato che Netflix avrebbe dovuto essere consapevole del fatto che le affermazioni fatte nella serie riguardo a Fiona Harvey non erano accurate e potevano essere considerate false. Ciò significa che la compagnia avrebbe dovuto prestare maggiore attenzione a come il personaggio di Martha fosse rappresentato, per evitare di dare l’impressione che si riferisse a Harvey. Inoltre, il giudice ha affermato che Netflix avrebbe dovuto adottare misure per proteggere l’identità della querelante, garantendo che il pubblico non potesse facilmente associarla al personaggio fittizio.

Durante i recenti Emmy Awards, Gadd ha sottolineato i benefici della serie, come un aumento dell’80% nelle donazioni a favore delle vittime di abusi sessuali, ma la controversia legale resta aperta.

Netflix non ha ancora commentato la decisione del giudice. Con il processo fissato per il 2025, una risoluzione arbitrale potrebbe essere una strada che la compagnia deciderà di percorrere.

Fonte: Deadline