Ryan Murphy difende il lavoro fatto sulla serie Netflix Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez, rispondendo alle critiche mosse da Erik Menendez che lo ha accusato di aver dato al pubblico una “rappresentazione disonesta”.
“Penso che sia interessante perché so che non ha guardato lo show. Quindi lo trovo curioso. Spero che lo guardi. Penso che se lo guardasse sarebbe incredibilmente orgoglioso di Cooper Koch che lo interpreta. È un caso vecchio di 35, 30 anni. Mostriamo molte, molte, molte prospettive. È quello che fa lo show in ogni episodio. Ti viene data una nuova teoria basata su persone che erano coinvolte o che hanno seguito il caso. Parte della controversia sembra essere dovuta al fatto che le persone pensano, ad esempio, che i fratelli abbiano una relazione incestuosa. Ci sono persone che dicono che non è mai successo. C’erano persone che dicevano che è successo.”
Spiega Murphy a E! News in un’intervista sul red carpet per Grotesquerie.
“Sappiamo come è finita, sappiamo che due persone sono state brutalmente uccise. Noi volevamo presentare i fatti e portare il pubblico a due cose: farsi un’idea su chi è innocente, chi colpevole e chi è il mostro, e aprire una conversazione su qualcosa di cui non si parla mai nella nostra cultura, l’abuso sessuale maschile.Il 60-65% della serie ruota attorno a Eric e Lyle che parlano dei loro abusi, di ciò che hanno passato emotivamente.”
Secondo la sinossi ufficiale della serie Netflix, Monsters si tuffa nel caso storico che ha preso d’assalto il mondo, ha aperto la strada al fascino moderno del pubblico per i veri crimini e, in cambio, chiede a quel pubblico: chi sono i veri mostri?
Nicholas Alexander Chavez e Cooper Koch interpretano Lyle ed Erik Menéndez, con Javier Bardem in quello di José, Chloë Sevigny in quello di Kitty, Nathan Lane in quello di Dominick Dunne e Ari Graynor in quello di Leslie Abramson.
Fonte: Deadline