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M – Il Figlio del Secolo è qualcosa di semplicemente incredibile

Pubblicato il 05 settembre 2024 di Giulio Zoppello

M – Il Figlio del Secolo è stato un romanzo di Antonio Scurati, vincitore del Premio Strega e foriero di una marea di polemiche cinque anni fa. Ora, dopo essere stata portata anche a teatro, l’ascesa al potere di Benito Mussolini arriva sul piccolo schermo grazie a Sky, che ha messo nelle mani del regista inglese Joe Wright mezzi produttivi di grande respiro e ha reclutato un Luca Marinelli in stato di grazia per interpretare lui, il futuro Duce. Il risultato finale è da stropicciarsi gli occhi.

Dal primo dopoguerra al delitto Matteotti

M – Il Figlio del Secolo è arrivato a Venezia 2024 con tantissime attese, speranze, ma anche timori su ciò che il regista Joe Wright avrebbe offerto per parlarci di Benito Mussolini, partendo naturalmente dall’omonimo romanzo di Antonio Scurati, che aveva riacceso le polemiche circa l’interpretazione, la lettura, e la valutazione da dare a quel ventennio e all’uomo che ne fu il simbolo. Partiamo immediatamente col dire che M – Il Figlio del Secolo, alla fine degli 8 episodi che scorrono via con una facilità e una fluidità incredibili, si candida a essere già una delle più grandi serie mai fatte su quel periodo storico, di gran lunga la migliore di questo 2024. Luca Marinelli, che si è sottoposto a una particolare cura ingrassante e a un trucco non indifferente per entrare nei panni del futuro Duce, è il mattatore assoluto di un racconto che mette da parte la classicità, decidendo di sposare uno stile a metà tra pulp, satira grottesca e commistione di genere, creando quello che è a tutti gli effetti un mix tra House of Cards e The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese.

Non mancano omaggi al cinema che fu, dall’espressionismo tedesco al muto nella sua essenza, dal neorealismo al cinema di Bertolucci e Kubrick, ma M – Il Figlio del Secolo è e rimane un’opera genuina nel senso più alto del termine, lo è dal punto di vista estetico, di regia, ma soprattutto narrativo. La sceneggiatura, curata da Stefano Bises e Davide Serino, ci guida dentro gli anni dell’immediato dopoguerra, da quel 1919 in cui Benito Mussolini fonda assieme ad altre anime perse i famosi fasci di combattimento, cominciando quella lenta e imprevedibile scalata al potere che lo vedrà, solo pochi anni più tardi, diventare il nuovo, vero padrone d’Italia. Un’Italia che M – Il Figlio del Secolo ci descrive con grande realismo di immagini, ottimi costumi e scenografie, pur senza mai essere una semplice rievocazione storica. La prima cosa che salta all’occhio, infatti, è l’impostazione totalmente teatrale che Joe Wright concepisce; al netto di scene in esterni convincenti, tutto pare avvenire grossomodo nello stesso luogo, si è sempre chiusi dentro una scatola che rappresenta quell’Italia disastrata dalla guerra. Decine di migliaia di reduci che non sanno reinserirsi, povertà, un Re e una politica totalmente incapaci, l’economia allo sbando e il nazionalismo tossico che si aggira come una malattia. E in tanto caos, come avrebbe specificato anni dopo un “collega” di Mussolini come Mao, vi erano tante opportunità per uomini spietati e ambiziosi.

Un meraviglioso circo impazzito che ci parla della realtà intima del fascismo

M – Il Figlio del Secolo si aggrappa quasi totalmente a un Luca Marinelli che, al netto di una scarsissima somiglianza fisica con il vero Benito Mussolini, ce ne dona un’immagine folgorante, poderosa, piena di quelle contraddizioni, egoismi, e instancabile volontà che lo rendono una delle figure fondamentali del XX secolo. Egli è il grande prestigiatore, il grande seduttore dei mediocri, è un mercenario di sé stesso senza pari. Marinelli è sublime nel mostrarci quell’aria sprezzante, falsamente sicura di sé, quel muoversi continuamente tra un opposto e l’altro di Mussolini, pur di trovare il pertugio giusto con cui guadagnare quel potere che è ed è sempre stata la meta finale di quel fascismo che dall’Italia avrebbe poi sommerso il resto del mondo. Ma Marinelli non è solo; è attorniato da un cast che comprende i nomi di Barbara Chichiarelli, Benedetta Cimatti, Francesco Russo, Lorenzo Zurzolo, Gabriele Falsetta, Maurizio Lombardi, Gianmarco Vettori, Vincenzo Nemolato, Paolo Pierobon, Fulvio Falzarano, Gaetano Bruno e tanti altri.

Si muovono tutti con la precisione di uno sciame di api per parlarci di amanti, alleati, seguaci, nemici, politici, insomma tutta l’umanità che in quel momento non capì o non riuscì a fermare quest’uomo divorato dal bisogno di essere amato, di vincere comunque andasse. Tutti qui sfondano la quarta parete con una frequenza martellante, solo uno dei tanti elementi che rende M – Il Figlio del Secolo un racconto dove non conta il realismo tout court, ma la verità in senso assoluto, quella della psicologia dei suoi personaggi, di come quella visione sadomaso mortuaria sia diventata istituzione. M – Il Figlio del Secolo è la perfetta guida per comprendere il fascismo nel suo animo: il suo appellarsi agli ultimi, ai reietti, è sempre stato un motivetto stancante e poco realistico. La realtà è che il fascismo si appella a tutti, a tutti propone la sua essenza di riscatto totalizzante, liberazione totale degli istinti, si parli del sottoproletario come del piccolo borghese, dell’industriale ingordo come del militare frustrato.

Questo è stato il fascismo, questo continua ad essere: l’apoteosi di un’emotività indistinta ma potente, la negazione della razionalità e dell’empatia, il promettere a tutti una fetta di onnipotenza a patto che la concedessero a lui, naturalmente, a Benito Mussolini. La serie ci ricorda quanto Mussolini sia stato ingordo, bugiardo, violento, nella vita come nella politica, con buona pace dei revisionismi e dei nostalgici ridicoli di ogni epoca. Meraviglioso per costumi, scenografie, per il dinamismo, il vigore di ogni singola interpretazione, per la capacità di essere popolare ma anche alto allo stesso tempo, M – Il Figlio del Secolo è uno dei prodotti seriali più interessanti, coerenti e diversi dalla norma degli ultimi anni, di gran lunga la miglior serie tv vista quest’anno.

M. Il figlio del secolo arriverà in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW nel 2025, in tutti i territori Sky in Europa. La distribuzione internazionale è di Fremantle.