Cinema

James McAvoy si è ispirato a Andrew Tate per il suo ruolo in Speak No Evil

Pubblicato il 03 settembre 2024 di Filippo Magnifico

James McAvoy ci presenterà un personaggio particolarmente controverso nel remake del thriller danese del 2022, Speak No Evil, in arrivo nelle nostre sale l’11 settembre. L’attore scozzese ha rivelato di essersi ispirato a Andrew Tate per il suo ruolo di Paddy, un personaggio noto per le sue opinioni sulla mascolinità e il comportamento autoritario.

Nella creazione del personaggio, ho cercato di rappresentare qualcuno che si veda come una sorta di Andrew Tate del West Country.

Paddy è un personaggio convinto di poter insegnare agli altri cosa significhi essere un uomo, un concetto che rispecchia le posizioni espresse da Tate nei suoi video motivazionali.

Il film originale, diretto da Christian Tafdrup, racconta la storia di una famiglia danese in vacanza in Toscana che stringe amicizia con una famiglia olandese. Quando i danesi visitano la famiglia olandese qualche mese dopo, il viaggio si rivela ben diverso da quanto speravano.

Un remake con nuove prospettive

Il remake, diretto da James Watkins, sposta la trama nel Regno Unito e vede un cast che include Mackenzie Davis e Scoot McNairy, insieme alla loro figlia interpretata da Alix West Lefler. La famiglia americana si ritrova nella lussuosa tenuta di campagna di una famiglia britannica, interpretata da McAvoy, Aisling Franciosi e Dan Hough.

La trasformazione fisica di McAvoy per il ruolo è particolarmente notevole. Come evidenziato nel trailer e nelle immagini promozionali, l’attore ha aumentato la sua massa muscolare per incarnare la figura dominante e minacciosa del suo personaggio. Tuttavia, ha cercato di aggiungere anche una dimensione psicologica, conferendo al personaggio una sorta di morbidezza disarmante.

Nonostante il suo comportamento sia completamente virile e duro, c’è una sottile morbidezza nel personaggio. C’è quasi una sensazione simile a quella di Ray Winstone in ‘Sexy Beast’: ‘Non mi importa se ho la pancia che sporge, perché sono così f****** sicuro di me.’

McAvoy ha anche menzionato due “punti di riferimento visivi” per il suo personaggio: il termine australiano “bogan”, spesso legato a una certa mascolinità tossica, e il personaggio di Rooster in Jerusalem, magnificamente interpretato da Mark Rylance.

Fonte: IndieWire

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