In una recente intervista al The Times di Londra, Matt Smith ha dichiarato di non essere d’accordo con le segnalazioni di trigger warning all’inizio delle serie o delle opere teatrali.
L’attore di House of the Dragon crede infatti che queste avvertenze precedenti alle puntate, ad esempio, rendano l’esperienza del pubblico molto più banale e meno coinvolgente.
“Va bene sentirsi a disagio o provocati mentre si guarda un dipinto o si assiste a un’opera teatrale, ma temo che tutto venga ridimensionato e reso stupido. Stiamo dicendo al pubblico che si spaventerà prima di spaventarsi”.
Smith ha poi continuato dicendo che, in giovinezza, ricorda di aver noleggiato film come Basic Instinct o Venerdì 13, che lo ha “completamente rovinato”, sottolineando di aver vissuto l’esperienza in quel modo così coinvolgente proprio perché non sapeva di preciso cosa avrebbe visto.
Ricordiamo poi che le stesse critiche erano state mosse dall’attore anche per Doctor Who, serie che lo ha reso famoso:
“Ho sempre pensato che fosse una delle cose più belle di Doctor Who, Che hai spaventato i bambini, in modo controllato, ma li hai spaventati. Immagina di andare dai bambini che guardano Doctor Who , ‘A proposito, questo potrebbe spaventarti.’ No, non mi piace”.
Non è però l’unico attore a pensarla così, anche Judi Dench, ad esempio, ha detto di essere rimasta sorpresa nello scoprire che il pubblico dei teatri veniva regolarmente avvisato di contenuti potenzialmente angoscianti, tra cui abusi, violenza e rumori forti. O ancora Ralph Fiennes, che ha detto che gli spettatori teatrali si sono “indeboliti” in un’intervista alla BBC.
“L’impatto del teatro dovrebbe essere quello di essere scioccati e turbati, non credo che si debba essere preparati a queste cose. È lo shock, è l’inaspettato, questo è ciò che rende un atto teatrale così eccitante”.
Fonte: Deadline
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