Dopo 36 anni, Beetlejuice, il bio-esorcista interpretato da Michael Keaton, è tornato sul grande schermo con Beetlejuice Beetlejuice. Il sequel riporta in scena non solo Keaton, ma anche le star originali Winona Ryder e Catherine O’Hara. Sebbene alcune figure iconiche del cast del 1988, come Geena Davis e Alec Baldwin, non siano presenti (QUI trovate il motivo), il film del 2024 è ricco di riferimenti sia sottili che evidenti al suo predecessore. Dai brani musicali iconici alle sculture stravaganti di Delia, ecco un’analisi approfondita di tutti gli elementi nascosti che i fan devono conoscere.
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Uno dei momenti più memorabili del film originale è la scena della cena in cui i Maitland possiedono i Deetz e i loro ospiti facendoli cantare “Day-O” di Harry Belafonte. Nel sequel, la canzone ritorna in una versione completamente nuova: un coro giovanile esegue una versione gospel eterea durante il funerale di Charles. Non mancano, però, altre scene musicali indimenticabili. Verso la fine del film, Beetlejuice e le donne della famiglia Deetz danno vita a una vivace interpretazione di “MacArthur Park” di Richard Harris durante il matrimonio di Lydia.
Delia Deetz, ora proprietaria di una galleria d’arte a Manhattan, non ha abbandonato la sua vena creativa. Nella scuola frequentata da Astrid è stato inaugurato il Centro d’Arte Deetz, adornato con le eccentriche sculture di Delia viste nel primo film, inclusa la famosa scultura ad artiglio che l’aveva immobilizzata nel primo film.
L’atmosfera paranormale ritorna quando vediamo Lydia Deetz, ormai adulta, condurre un programma investigativo sul paranormale, Ghost House. Questo titolo è un chiaro riferimento alla storia produttiva del film originale: infatti, Ghost House era il titolo iniziale del film originale del 1988, prima che Tim Burton insistesse per mantenerlo Beetlejuice. Lo sceneggiatore Al Gough ha confermato che il titolo era particolarmente amato dai dirigenti della Warner Bros.
Nel primo film, un uomo con la testa rimpicciolita fa la sua comparsa nella sala d’attesa dell’aldilà, anche la testa di Beetlejuice viene rimpicciolita nel finale. Nel sequel, Beetlejuice lavora un ufficio pieno di uomini con la testa rimpicciolita, ognuno con un cartellino rosso con il proprio nome. Si tratta di un omaggio ai produttori del film, come Brad Pitt e Al Gough.
La Miss Shannon’s School for Girls, da cui Lydia usciva nel film originale, fa il suo ritorno anche nel sequel. Astrid passa in bicicletta davanti al cartello della scuola dopo il funerale di Charles.
Come nell’originale Beetlejuice, anche il sequel si apre con la telecamera che sorvola Winter River, nel Connecticut, mentre scorrono i titoli di testa. Un momento che culmina con il modellino che si trova nella soffitta della famiglia Deetz.
Il “Manuale del Novello Deceduto”, utilizzato dai Maitland nel primo film, mantiene un ruolo centrale anche nel sequel. Astrid scopre il libro nella stanza di Jeremy, che afferma falsamente di averlo acquistato in un negozio di seconda mano.
Beetlejuice non ha mai abbandonato il sogno di sposare Lydia. Quando Lydia accetta di firmare un contratto con Beetlejuice, accettando di sposarlo in cambio del suo aiuto per salvare Astrid dall’aldilà, il demone si intromette nel matrimonio di Lydia con Rory. In questo contesto, Beetlejuice prende il controllo del matrimonio e fa indossare a Lydia un abito da sposa rosso, che richiama quello simile che appariva nel primo film.
Sebbene Charles, il padre di Lydia, sia morto nel sequel, l’attore Jeffrey Jones non è stato richiamato per ragioni ben note: nel 2002 Jones fu arrestato per possesso di materiale pedopornografico e accusato di aver chiesto ad un ragazzo di 14 anni di posare per fotografie di nudo. Come riportato da Wikipedia:
Jones non ha contestato le accuse a suo carico. Il suo avvocato ha sottolineato che non c’era alcuna accusa di molestie sessuali. L’attore è stato condannato a cinque anni di libertà vigilata e l’obbligo di registrarsi come molestatore sessuale. Nel 2010 è stato arrestato due volte per non aver aggiornato il suo status di molestatore sessuale, sia in Florida che in California.
Nonostante ciò, il personaggio di Charles ritorna nel sequel prima in una sequenza animata, dove muore attaccato da uno squalo dopo un incidente aereo, e poi nell’aldilà senza testa. “L’idea di un incidente con uno squalo rappresentava la peggior paura di morte di Tim. Così abbiamo detto: Ok, lo squalo gli stacca la testa, e via con la storia!’” ha spiegato Gough.
Fonte: Variety