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Di Batman: Caped Crusader, la nuova serie animata di Batman disponibile su Prime Video, ambientata agli inizi della carriera del paladino di Gotham e che – ambientazione a parte – funge praticamente da seguito spirituale della vecchia e amatissima Batman: The Animated Series degli anni 90, abbiamo detto qui. Se avete già visto tutti e dieci gli episodi dello show, vi sarete accorti di come siano pieni di citazioni e omaggi non solo a Batman: TAS, ma a varie altre incarnazioni di Batman, da quello di Nolan a quello televisivo degli anni 60, passando ovviamente per i fumetti. Questi sono quelli che ho apprezzato di più. Ovviamente, d’ora in avanti SPOILER su tutta la prima stagione di Batman: Caped Crusader.
“Ma come?”, starete pensando. “Ma in Batman: Caped Crusader non c’è alcun Robin!”. No, ma vengono citati non uno, non due ma ben quattro piccoli aiutanti di Batman. L’ottavo episodio, Notturna, oltre a permettere a Bruce Timm di ripescare un personaggio che avrebbe voluto usare sin dai tempi della serie anni 90, Nocturna (di questo e degli altri paletti affrontati dalla serie all’epoca ho scritto qui), si concede quattro omaggi ad altrettante spalle di Batman, più la comparsata di un altro supervillain.
Gli orfanelli dell’episodio si chiamano infatti Dickie, Jason, Stephie e Carrie. Dickie, quello con i capelli scuri, è un omaggio a Dick Grayson, il primo Robin (poi diventato l’eroe Nightwing); Jason al secondo Robin, Jason Todd (ammazzato dalle telefonate dei fan – è una storia lunga – e in seguito tornato come Cappuccio Rosso); Stephie a Stephie Brown, che è stata anche lei brevemente Robin, oltre che Batgirl (e l’eroina nota come Spoiler). Carrie, infine, ha gli occhiali, una fionda e i capelli rossi, proprio come Carrie Kelley, la Robin di Batman: Il ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller.
Quanto al villain, il tizio del lunapark che sembra Killer Croc? È Killer Croc. Si chiama Waylon (il vero nome di Killer Croc è Waylor Jones). Già in alcune sue versioni precedenti, come quella della serie animata The Batman del 2004, Killer Croc era stato mostrato come fenomeno da baraccone di un circo.
Non è solo il costume viola con il mantello a richiamare la Catwoman della Golden Age. Tanti altri elementi del personaggio vengono dalle sue vecchie avventure a fumetti. Dai brividi cercati con il furto da questa donna dell’alta società alla sua inquietante automobile a tema, la Kitty Car.
E la pantera? La Selina dei fumetti ne ha avute negli anni 80 almeno un paio (chiamate Diablo e Lover).
E sì, anche la scena della fasciatura ha un precedente famoso su carta: si torna al primo incontro tra Selina e Batman, su Batman 1, nel 1940.
Il secondo episodio, …E sii un cattivo, con l’attore in difficoltà Basil Karlo che diventa un folle omicida e quindi il villain Clayface, può sembrare tutto un omaggio a Boris Karloff, attore britannico rimasto incastrato nel cinema horror dopo il suo mostro di Frankenstein del ’31. E lo è, ma innanzitutto perché era così anche nella prima versione a fumetti del personaggio. Il Clayface originale, creato da Bill Finger e Bob Kane, appare solo un paio di volte, la prima delle quali su Detective Comics 40 (1940). Si chiama Basil Karlo ed è un attore di serie B che impazzisce… quando scopre che stanno per girare un remake di un film horror in cui è apparso. Già ai tempi c’era chi dava di matto all’idea di un reboot, sì.
Anche lo scontro all’arma bianca con Batman sulle scale viene da quel Detective Comics 40.
Anche l’Alfred corpulento che vediamo in Batman: Caped Crusader si ricollega alla versione Golden Age del personaggio: apparso per la prima volta su Batman 16, il maggiordomo di casa Wayne aveva questo aspetto e si chiamava Alfred… Beagle. Perché era un aspirante detective, come testimoniavano il cappello alla Sherlock Holmes e il libro con cui lo vediamo sulla copertina. Solo in seguito il cognome venne cambiato in Pennyworth.
Trattandosi di una sorta di sequel spirituale di Batman: The Animated Series, Batman: Caped Crusader è ovviamente pieno di citazioni e strizzate d’occhio alla serie animata degli anni ’90. Evidenti, come la scena del fulmine che abbiamo usato come copertina per questo articolo, o più sottili.
In Notturna, ad esempio, vediamo Alfred leggere un libro su Gray Ghost: il personaggio di un vecchio show televisivo in bianco e nero che Bruce Wayne amava da bambino, doppiato in Batman: TAS da Adam West (Attenti al fantasma grigio è uno dei miei episodi preferiti di Batman: TAS). Nel quinto episodio, I pazienti di Harley Quinn, i titoli di giornale che Batman passa in rassegna sono pieni di rimandi al vecchio cartoon.
Qui, ad esempio, si parla dei fiori rari da cui deriveranno i poteri di Poison Ivy (oltre che di Lincoln March della Corte di Gufi nei fumetti).
Ma non mancano gli omaggi anche a tante altre incarnazioni di Batman, come quello televisivo degli anni 60. Come esempio King Tut, villain creato appositamente per lo show TV (dove era interpretato da Victor Buono), o la mappa trasparente di Gotham City che vediamo nella Batcaverna.
Tra i tantissimi accenni alla storia a fumetti di Batman, ho particolarmente apprezzato questo. L’Hoppers Jazz Club è un locale in cui Gordon porta la collega Sarah, con cui ha una breve e tormentata relazione, in uno dei più celebrati cicli di storie del paladino di Gotham, Batman: Anno Uno di Miller e Mazzuchelli. Un luogo appropriato per la telefonata che pone fine all’altrettanto breve flirt tra Harley e Montoya.
Il nome Hoppers, già nel fumetto, era a sua volta un omaggio al celebre quadro Nighthawks di Edward Hopper, che ritraeva appunto un diner di notte.
E qualche omaggio al Batman di Nolan? Sure. Ce ne sono diversi, in particolare nella scena della morte di Harvey Dent nell’episodio 10, che ricorda quanto visto ne Il cavaliere oscuro. Ma un rimando c’è già nel primissimo episodio di Batman: Caped Crusader. Come vedete qui sopra, sia in questo show animato che per il Batman nolaniano in Batman Begins, la prima scazzottata dell’eroe in costume è contro dei tizi che stanno maneggiando merce non esattamente legit.
Nei sogni di grandezza di Harvey Dent c’è spazio anche per citare nell’episodio 10 Quarto Potere di Orson Welles, con la scena del teatro con la gigantografia dell’aspirante sindaco.
Negli episodi 4 e 8 vediamo apparire, tra i giornalisti di Gotham, anche Lois Lane e Jimmy Olsen, giornalista e fotografo del Daily Planet di Metropolis, nonché – rispettivamente – futura moglie e amico di Superman. Il look di Lois, con cravatta, fiocco e cappello a bustina, rimanda peraltro a quello dei meravigliosi corti animati del ’41-’42 dei Fleischer Studios.
Chiudiamo con un qualcosa che sta a monte di tutto. Bruce Timm, che ha messo lo zampino in questa nuova serie ed è sostanzialmente uno degli uomini a cui dobbiamo lo splendore di quella classica (assieme a Paul Dini e al povero e quasi mai citato Eric Randomski), a un nuovo cartoon ambientato nella Golden Age ci pensava da un sacco di tempo. Nel 2014, per celebrare il 75° anniversario di Batman, realizzò infatti il cortometraggio in bianco e nero Batman: Strange Days, lungo 3 minuti e ambientato nel 1939, l’anno di nascita di Batman. Potete vederlo qui. Ai tempi Timm disse che avrebbe creato un’intera serie così, totalmente noir, se fosse stato “il capo del mondo”. Caped Crusader nasce proprio come un’evoluzione di quell’esperimento: beh, fuochino, Bruce!