ATTENZIONE: IL SEGUENTE ARTICOLO CONTIENE SPOILER
Tra i punti più controversi di Alien: Romulus, c’è sicuramente il tentativo di riportare in vita digitalmente Ian Holm, l’attore che nel 1979 ha interpretato Ash nel primo film della saga. Questo ritorno virtuale ha scatenato un acceso dibattito, sollevando interrogativi su come la tecnologia possa ridefinire la nostra esperienza cinematografica e il nostro rapporto con gli attori scomparsi. In questo approfondimento, esploreremo le motivazioni dietro questa scelta, la tecnologia impiegata e le implicazioni etiche del ritorno digitale di Holm.
Alien: Romulus, un film che si colloca tra i capitoli della saga, presenta un nuovo sintetico, Rook, che somiglia sorprendentemente a Ian Holm. Holm, noto per ruoli in Momenti di gloria e Il dolce domani, è scomparso nel 2020, e la decisione di riportarlo in vita digitalmente ha diviso l’opinione pubblica sui social media.
Il regista Fede Alvarez ha dichiarato:
Non stavamo cercando di replicare il talento unico dell’attore; questo è un nuovo personaggio. L’unica somiglianza è l’aspetto.
Per creare Rook, la produzione ha combinato animatronica e intelligenza artificiale. È stato costruito un animatronic per rappresentare il personaggio, con movimenti facciali controllati da burattinai e ulteriori miglioramenti via CGI per la sincronizzazione delle labbra e delle espressioni. Alberto Zovzi, supervisore degli effetti speciali, ha spiegato che “l’80-90% del lavoro era svolto dai burattinai, a seconda della scena”.
Durante le riprese a Budapest, l’attore Daniel Betts ha registrato le battute in tempo reale con il cast. Il suo volto è stato utilizzato per il motion capture, mentre la sua voce è stata modificata per assomigliare a quella di Holm grazie all’uso di intelligenza artificiale e modellazione al computer.
Un aspetto cruciale è stata la consultazione e l’approvazione della famiglia di Holm, in particolare della vedova Sophie de Stempel. Alvarez ha spiegato:
Negli ultimi 10 anni dopo ‘Lo Hobbit’, Ian Holm sentiva che Hollywood gli aveva voltato le spalle, e sua moglie pensava che sarebbe stato felice di far parte di questo progetto. Amava particolarmente questo personaggio.
Alvarez ha sottolineato che l’intento era onorare Holm e il suo contributo alla saga, mantenendo una chiara distinzione tra Ash e Rook. Ridley Scott, regista del film originale, ha sostenuto l’idea, vedendola come un’opportunità per richiamare alcuni degli elementi artigianali del primo film.
Nonostante le buone intenzioni, l’uso dell’immagine digitale di Holm ha sollevato interrogativi etici. Ci si chiede se sia giusto “resuscitare” digitalmente un attore scomparso e se questo possa essere considerato una forma di “necromanzia digitale”, come ha detto parte del pubblico.
Alvarez ha difeso la scelta, dichiarando che non si trattava di sostituire un attore con una versione digitale.
Non stiamo riportando qualcuno in vita dicendo: ‘Ian l’avrebbe fatto così’. Avevamo un attore sul set che lavorava sui dialoghi e con gli altri attori.
Fede Alvarez non crede che la tecnologia AI possa sostituire gli attori nel prossimo futuro. Ha affermato che il processo per creare Rook è stato molto più costoso e complicato rispetto all’assunzione di un attore umano.
Fare tutto questo richiede un team enorme e molti componenti. Non sarà mai realmente conveniente.
QUI trovate la nostra recensione
Questo horror-thriller riporta alle origini il franchise di grande successo Alien: rovistando nelle profondità di una stazione spaziale abbandonata, un gruppo di giovani colonizzatori dello spazio si trova faccia a faccia con la forma di vita più terrificante dell’universo.
Nel cast figurano Cailee Spaeny (Pacific Rim: La rivolta, Priscilla, Civil War), Isabela Merced (Soldado, Dora e la città perduta), David Jonsson (Industry, Rye Lane), Archie Renaux (Tenebre e ossa, Morbius), Spike Fearn (The Batman, Aftersun) e Aileen Wu (al suo esordio in un lungometraggio, ma già interprete e produttrice di vari corti).
I produttori esecutivi sono Brent O’Connor (Bullet Train), Elizabeth Cantillon (Persuasion) e Tom Moran (The Donut King).
Iniziata nel 1978, la saga di Alien ha avuto tre sequel (l’ultimo dei quali risale al 1997) e due prequel, entrambi diretti da Ridley Scott, come il film originale. Nei primi anni Duemila sono usciti anche due capitoli di Alien Vs. Predator, franchise parallelo ambientato nel presente, non considerato canon. I due prequel, Prometheus e Alien: Covenant, hanno portato la saga in un’altra direzione, ma presumibilmente non avranno ulteriori sequel.
20th Century Studios prepara inoltre una serie di Noah Hawley, che uscirà negli Stati Uniti su Hulu e in Italia su Disney+.
Fonte: Los Angeles Times