SerieTV Recensioni roberto recchioni
A due episodi dalla fine di questa stagione, mi arrendo.
Sono stato paziente. Ho cercato di vedere il buono in questi sei episodi, forte dell’entusiasmo che ancora mi bruciava nel petto per la prima stagione.
Ho cercato di concentrarmi più sullo straordinario art department e su un cast che, anche al netto delle molte defezioni (figlie di scelte sventuratamente obbligate da un testo originale a cui si è deciso di attenersi con sin troppa fedeltà), rimane ben sopra la media.
Ma non ce la faccio più e nessuna promessa di un “finale appassionante” potrà ormai cancellare la noia infinita di sei ore di televisione che sembrano dodici, tanto il ritmo scorre lento e privo di qualsiasi elemento di interesse.
La stagione sta allungando così tanto il brodo che rende difficile anche il mio lavoro e il parlare del nuovo episodio che, a meno che non si entri nel dettaglio di decine di microscene, accostate l’una all’altra per necessità di trama complessiva e non per una ragione narrativa interna all’episodio.
Un incedere sfinente di chiacchiere su chiacchiere, dialoghi meccanici, strettamente finalizzati a spiegare allo spettatore cosa succede sulla scacchiera, piuttosto che a mostrare i turbamenti emotivi e i drammi dei personaggi. Praticamente, il racconto orale delle fasi intermedie di una partita a scacchi, dove i due contendenti stanno ancora studiandosi per capire come aprire le danze sul serio.
Mi spiace, mi spiace davvero tanto, ma se con l’episodio cinque ero stato solo tentato di usare l’avanti veloce, questa volta, all’ennesimo stacchetto tra una camera da letto, una corte, una locanda e poi, di nuovo, una camera da letto, ho ceduto e, per citare Dalla, “con dolcezza è partita la mia mano” (sul 2X).
Poi, sia chiaro: ci sono ancora un sacco di belle immagini e di set perfetti per una trasposizione dal vivo di un Dark Souls, ma nessuna pietà per la cosa più preziosa di cui uno spettatore dispone: il suo tempo.
Ci vorranno davvero le bombe per far sì che gli ultimi due episodi mi risveglino dal torpore febbricitante in cui questo Latte di Papavero narrativo mi ha sprofondato. E sì, ci spero ancora.
Ma ci credo sempre meno.
House of the Dragon è disponibile in Italia su Sky e in streaming solo su NOW.