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HOUSE OF THE DRAGON – Stagione 2, episodio 4. La recensione

Pubblicato il 09 luglio 2024 di Roberto Recchioni

Dopo oltre tre ore e mezza di attenti posizionamenti sulla scacchiera, di complotti a corte, di diplomazia, di tentativi più o meno riusciti di assassinio e di chiacchiere e silenzi, finalmente qualcuno si alza dal tavolo e dice: “Ma sai che c’è? Abbiamo i draghi, facciamoli combattere”.

Già definito come “il turning point” della seconda stagione da molti, questo quarto episodio di House of the Dragon decide finalmente di rompere gli indugi dopo una lunga, per quanto doverosa e ben eseguita, fase preparatoria e gli sceneggiatori iniziano ad applicare la strategia scacchistica preferita da Bobby Fischer: sacrificare un pezzo per un altro, in modo da pulire la scacchiera e semplificare il gioco, in previsione delle fasi finali della partita.

Un pedone per un pedone, un alfiere per un cavallo, una regina per… un re.
La prima metà dell’episodio scorre abbastanza tranquilla (noiosa) e pacifica (privo di fatti di reale interesse o approfondimenti degni di nota), non fosse per Daemon (che per il momento rappresenta un filo narrativo sin troppo disconnesso da quello principale) che se ne va in giro per Harrenhal, perseguitato da spiriti e rimorsi, come fosse un novello Amleto (gli sceneggiatori di House of the Dragon devono infilare almeno un riferimento a Shakespeare a puntata o non sono contenti e io non mi lamento, perché copiare Shakespeare è sempre una cosa giusta). Dalla metà della puntata in poi, però, la tensione monta lentamente (e figurati se si poteva avere qualcosa di rapido in HotD), fino a esplodere nel finale, quando non uno, non due ma bensì tre draghi finalmente combattono tra loro mentre, sotto di loro, anche i piccoli esseri umani si fanno guerra. Per molti versi, questo si potrebbe definire l’episodio kaiju di HotD e per quanto le vittime eccellenti siano piuttosto telefonate e prevedibili (quasi quanto quella di Pete “Carne Morta” Thompson in Hot Shots! ma meno divertenti), quello che tiene banco è lo spettacolo visivo dei draghi che combattono nel cielo, reso possibile in primo luogo da chi ha saputo immaginare e poi visualizzare sulla carta questo scontro dalle dinamiche per nulla facili, e poi dal reparto degli effetti speciali digitali e del compositing, che ha dato vita alle creature e le ha poi calate non mondo “reale” della serie.

Il risultato dei loro sforzi ha dato vita a quello che è, molto probabilmente, il più lungo, complesso e realistico scontro di draghi che si sia visto tanto in televisione quanto al cinema, anche se ho il sospetto che il suo record verrà presto superato dai futuri episodi della serie.

Quindi, andando a stringere: è un buon episodio? Diciamo che è molto prevedibile e ci mette parecchio per arrivare dove era chiaro a chiunque che dovesse arrivare, e che forse gli manca qualcosa in termini di drammaturgia per far tenere il fiato sospeso allo spettatore per le sorti dello scontro (che, a mio modo di vedere, non riesce a creare un grande coinvolgimento emotivo). Di contro, però, è davvero un episodio molto bello in termini visivi, è girato con estrema competenza ed efficacia e tutta la narrazione è sempre sostenuta dallo stesso spirito rigoroso che ci ha accompagnato fin qui.

Quindi, direi che sì, è un buon episodio. Forse si poteva ottenere qualcosa di più in termini di emozione, ma sarebbero serviti personaggi diversi e più interessanti di quelli che gli autori hanno potuto schierare. Che poi è un poco il problema di questa seconda stagione di HotD: gli autori e gli attori stanno facendo il massimo per tirare fuori il sangue dalle rape (figura metaforica che sta a sottolineare la pochezza narrativa e il piattume dei personaggi di quel riassunto di wiki spacciato per romanzo sui cui la serie di basa) ma, purtroppo, anche se sanguinano un pochino, le rape son sempre rape e più di tanto non ti possono dare.

Comunque, siamo a metà della stagione e possiamo tirare un primo bilancio: a questo punto della prima stagione, mi stavo divertendo di più… ma la serie rimane comunque una spanna (anche due) al di sopra del prodotto televisivo medio, quindi, bene comunque.

House of the Dragon è disponibile in Italia su Sky e in streaming solo su NOW.