Cinema The Doc(Manhattan) is in
SPOILER ALERT: se non avete visto ancora Deadpool & Wolverine, fermatevi qui. Se non lo avete ancora fatto, potete comunque leggere la mia recensione senza spoiler. Il film l’avete già visto? Siete ancora con me? Bene, perché questa è la top 10 delle sorprese di Deadpool & Wolverine – tra cameo, citazioni, etc. – che mi sono piaciute di più. E in cima c’è una cosa che fa parte del personaggio di Wolverine sin dalla sua primissima apparizione, cinquant’anni tondi fa. Lasciamo un po’ di righe vuote, come paracadute per chi fosse finito su questa pagina per sbaglio, poi una piccola premessa sull’epoca Fox e si parte.
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Dicevamo ieri nella recensione di quale lettera d’amore per due decenni di film Marvel sotto l’egida della Fox sia Deadpool & Wolverine. Il montaggio sui titoli di coda con dietro le quinte e clip pescati ovunque in quell’universo cinematografico, dal primo X-Men alle cose più recenti, genera quel senso di magone che citavo nella recensione. Anche i più brutti tra quei film fanno parte, per chi oggi ha superato i quaranta, del nostro vissuto da appassionati di supertizi. È passata una vita, e con gli occhiali rosa della nostalgia si perdonano pure lo sconforto di pellicole come Elektra (vedi sotto) o i capitoli più brutti delle sgambate mutanti Fox (X-Men – Conflitto finale, sei tu?). Insomma quasi tutto.
Tranne Fantastic 4 di Trank.
È evidente, per una pura questione anagrafica (non c’è alcun merito nell’esser nati prima), che per chi è partito dall’MCU tutto questo ha poco senso, sono solo cameo di tizi improbabili di cui forse ha sentito parlare. Tanto più quando non sono mai davvero apparsi con quei costumi addosso. E questo ci porta direttamente a…
Avete presente il film di Gambit? Ma no, non Gambit – Una truffa a regola d’arte (2012) di Michael Hoffman, né il Gambit originale con Michael Cain (1966). Parliamo del film sul personaggio Marvel con quel nome, l’adorabilmente spavaldo Remy Etienne LeBeau: quello che non è mai uscito.
Channing Tatum non ha mai interpretato questo personaggio in precedenza: perché allora nei panni – dal vivo improbabilissimi – dell’eroe cajun c’è lui e non Taylor Kitsch, che lo interpretava in in the live action X-Men le origini – Wolverine (2009)? Perché di un film spin-off per Gambit, interpretato da Tatum, si è parlato per almeno cinque anni. Cioè, grosso modo, dal 2014 fino all’acquisizione nel 2019 della Fox da parte di Disney, con la cancellazione del progetto.
Che dire? Nonostante Tatum sia volutamente infagottato in una trasposizione fin troppo uguale e quindi buffa del look originale del personaggio nei fumetti (quel passamontagna in gomma? Vogliamo parlarne?), vederlo lanciare le sue carte e mulinare il suo bastone di energia, o vederlo spararsi le pose nel suo francese di New Orleans, è stato bello.
Jennifer Garner nelle vesti della ninja Elektra l’avevamo già vista, invece, due volte. Nel comunqueapprezzabilenonostanteitantidifetti Daredevil di Mark Steven Johnson e nel temibilissimo spin-off tutto per lei, l’Elektra del 2005 di Rob Bowman. Probabilmente uno dei superfilm peggiori di tutto quel periodo. Eppure, in quella squadra improbabile di super-eroi dimenticati che affronta gli sgherri di Cassandra Nova, ci stava eccome.
Oh, a proposito di sgherri di Cassandra: nella rimpatriata nel Vuoto figurano, come si sapeva, il Sabretooth di Tyler Mane, il Toad di Ray “Darth Maul” Park, la Lady Deathstrike di Kelly Hu (anche se non sembrava affatto lei) e il Pyro di Aaron Stanford. Non c’è però, purtroppo, Vinnie Jones sotto il casco del Fenomeno come nel terzo X-Men: l’attore ed ex calciatore ha detto di non esser riuscito a trovare un accordo con i Marvel Studios, perché un intero costume (e non solo il casco) sarebbe costato troppo.
Nella carovana di tirapiedi di Cassandra, leggerissimamente ispirata agli ultimi film di Mad Max, c’è anche una bagnarola fluttuante con un 4 davanti. È il primo modello di Fantasticar, l’auto volante dei Fantastici Quattro. Creata nel ’62, sulle pagine di Fantastic Four 3, da Stan Lee e Jack Kirby, ha affrontato poi tantissime evoluzioni nel corso dei decenni. Oltre che nei vari cartoon del Quartetto, è apparsa anche in live action: una versione del velivolo, dal look molto più futuristico, si vede nel secondo film Fox dei F4, I Fantastici 4 e Silver Surfer (2007).
…ma quello che fa “non è sempre piacevole”, e lo fa sotto il metro e settanta. Wolverine nasce come un personaggio di bassa statura, e così è stato raffigurato per decenni negli albi Marvel, se escludiamo alcune eccezioni, come quando a disegnarlo era Mark Texeira. Deadpool & Wolverine gioca ovviamente sulla cosa, visto che si è sempre sottolineato come Hugh Jackman sia perfetto – ma anche mooolto alto – per il ruolo di Logan. Ecco allora un Wolverine tappetto, con gli avambracci particolarmente irsuti, presentato come il Wolverine dei fumetti.
Purtroppo no, niente Danny De Vito. Ci abbiamo sperato fino all’ultimo…
C’è spazio, nella scena con Hulk, anche per il secondo costume più celebre di Wolverine, quello usato per tutti gli anni 80, la tuta marrone e arancione. Deadpool, in qualità di voce narrante, dice che è il costume che Wolverine ha usato nella zuffa con Hulk, ed è vero se guardiamo allo storico scontro illustrato da Todd McFarlane – il futuro creatore di Spawn – su Incredible Hulk 340, nel 1988 (foto qui sopra, a destra). Nel loro primissimo scontro, Hulk aveva invece il costume classico… più i baffi.
E quel Wolverine monco, con una sola mano e la tutina rossa e blu da ultrà del Cosenza Calcio? Un graditissimo omaggio che però può cogliere solo chi ha letto i fumetti degli X-Men degli anni 90. In particolare, la saga chiamata L’Era di Apocalisse. Un mondo alternativo in cui l’assenza di Xavier ha cambiato il corso degli eventi e il volto del pianeta, e in cui Wolverine ha quel look e si fa chiamare Arma X.
Fa il paio con Logan in smoking bianco version Guercio (l’identità assunta ai tempi di Madripoor), e soprattutto con…
Che diavolo ci fa Henry Cavill nei panni di un Wolverine, cioè, oltre ad esser preso per i fondelli da Deadpool per quella storia dei baffoni rimossi in digitale per le scene aggiuntive di Justice League? Qualche tempo fa, sull’Internet, sono saltati fuori i video deep fake di chi vedeva benissimo Cavill al posto di Jackman in un film su Wolverine, e ormai – soprattutto in un contesto come questo – la distinzione tra gag e legit, tra scherzo e realtà, è sottile come Mr. Fantastic quando si mette di profilo.
Si vociferava della presenza di, be’, CHIUNQUE, in Deadpool & Wolverine, e alla fine Chris Evans c’era davvero. Non come Captain America, però, ma con il primo super-personaggio per cui è diventato famoso: la Torcia Umana, Johnny Storm, dei due film sui F4 della Fox. Che dire? Una comparsata… esplosiva.
L’avete capita? Runner-up, secondo classific… Vabbè. È il cameo che mi è piaciuto di più per almeno due motivi. Il primo è che per quanto fosse un film poco supereroico, è stato Blade a dimostrare che pure l’immaginario Marvel poteva combinare qualcosa al cinema. Ad aprire la strada a quello che è venuto dopo, come gli X-Men e Spider-Man. E siccome a) Wesley Snipes ha sempre tenuto molto al personaggio, b) un nuovo Blade è in cantiere presso i Marvel Studios da + infinito, era materiale per una doppia gag perfetta.
Alla frase di Wesley Snipes sul fatto che non faranno mai un altro Blade, con un altro attore, Deadpool guarda in camera, senza dire una parola. Non ha il coraggio di dirgli la verità in merito al nuovo film con Mahershala Ali? Oppure che il nuovo film effettivamente non uscirà mai, è un “vapormovie” che i Marvel Studios continuano a rimandare, giurando che Ali è ancora coinvolto al 100%? Funziona in entrambi i casi.
Il momento del Grande Fomento di cui parlavo nella recensione. Ci sono scene che se hai il cuore di un vecchio Marvel fan sono in grado di farsi breccia in un guscio cardiaco indurito da troppa roba, soprattutto troppa sotto il tuo standard di bello, nel corso di troppi anni. Ci sono scene che, nella loro estrema semplicità, ti montano tre dita di pelle d’oca sulle braccia e ti fanno sorridere con gli occhi come se avessi di nuovo dieci anni. È quella macchina da presa che ruota attorno agli Avengers finalmente uniti la prima volta. È Batman che dice “Sono Batman”. È Spider-Man appeso a un pennone.
E ora aggiungiamo al club Wolverine che dopo un quarto di secolo indossa finalmente il suo cappuccio con le due punte. Lo sentivi, in sala, il fremito che quella scena, quella maschera tanto attesa si è tirata dietro. Dura un paio di secondi, quel fremito lì. Quel brivido nerd condiviso, una delle tante cose per cui amo di più la magia del cinema, del rito collettivo di star seduto in mezzo a degli sconosciuti in una sala.
Non l’ho fatto, perché non volevo perdermi neanche un secondo di quella semplicissima, scontata, meravigliosa meraviglia. Ma se l’avessi fatto, se avessi voltato lo sguardo verso il resto della fila, avrei visto altri quasi-cinquantenni come me con quarant’anni in meno nei loro occhi. Se una mezza lacrima c’era, in bilico su quegli occhi spalancati, sospesa in mezzo alle gag scatologiche e meta e a sfondo sessuale di un film sboccato, signori della corte, non era solo nostalgia. Sono gli anni, sono i chilometri, è l’incaponirsi sull’idea che qualcosa, prima o poi, vuoi pure solo per un istante, può farti tornare a sognare.
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Ora spiegaglielo, tutto questo, a un ventenne che – giustamente – non ne sa niente e ti dice ‘Mbè? Ma non sono solo battute sceme senza una vera storia?