Dopo l’articolo gemello su Deadpool di due giorni fa, continuiamo a festeggiare l’uscita di Deadpool & Wolverine con una serie di curiosità sull’irsuto mutante canadese. Ecco dunque 7 cose che forse non sapevate su Wolverine…
Sì, il suo primissimo costume aveva i baffi. Wolverine nasce nel 1974 come antagonista di Hulk, sulle pagine di The Incredible Hulk 180-181. A ideare il personaggio è il grande John Romita Sr., ai tempi art director della Casa delle Idee, che ne immagina il costume e passa allo sceneggiatore Len Wein lo spunto di partenza: un canadese feroce e di bassa statura chiamato “Wolverine”, come il mustelide particolarmente vorace (in italiano chiamato, non a caso, ghiottone) e solitario, in grado di affrontare anche predatori più grandi di lui, come orsi e lupi.
L’anno dopo, nel 1975, lo stesso Len Wein ripesca Wolverine per una nuova formazione di X-Men, un gruppo di eroi internazionale i cui membri vengono da vari angoli del pianeta (Tempesta, Colosso, Nightcrawler, etc.), presentata in Giant-Size X-Men 1.
Su Internet gira da tempo anche la teoria secondo cui per il costume di Wolverine vennero scelti il giallo e il blu perché sono i colori delle uniformi dei Wolverines, la squadra di football americano dell’Università del Michigan. La teoria è stata smentita da Wein. Sulle origini del costume ho scritto anche qui.
Nei suoi primi sketch del personaggio, John Romita Sr. ne indica anche l’altezza: “5 feet 5 inches tall”, cioè “alto 165 cm”. Wolverine doveva essere basso di statura, proprio per evocare l’immagine dell’eroe di piccole dimensioni pronto ad affrontare nemici più grandi. E per gran parte della sua carriera nel mondo dei comics, Logan è stato ritratto così. Alcuni disegnatori, come il grande Mark Texeira, lo hanno disegnato per anni con una stazza decisamente maggiore, ma era un’eccezione.
E poi è arrivato Hugh Jackman, il Wolverine in carne e ossa, alto 188 cm. La faccenda non sarebbe cambiata molto, in effetti, anche con il primo attore scelto per la parte di Logan in X-Men (2000). Dougray Scott, un metro e ottantatre, come forse saprete aveva dovuto rinunciare alla parte all’ultimo secondo perché impegnato sul set di Mission: Impossible 2. Fu Russell Crowe a suggerire al regista di X-Men, Bryan Singer, l’allora sconosciuto Jackman, attore trentaduenne che veniva dal mondo del teatro e dei musical…
La natura schiva e solitaria, l’animo da grande bassista carismatico negli X-Men di Chris Claremont e John Byrne, perennemente in contrasto con il leader della squadra Ciclope (anche per ragioni di cuore, come sappiamo), fecero di Wolverine, nella seconda metà degli anni 70 e nel decennio successivo, un personaggio amatissimo dai Marvel fan.
Questo portò a un’enorme sovraesposizione negli albi della Casa delle Idee: arrivati ai primi anni 90, Wolverine – come Spider-Man e, in misura minore, altri eroi in voga come il Punitore e Ghost Rider – era letteralmente ovunque nei fumetti della grande M. Il che voleva dire anche infilare quello che era nato come un eroe solitario in decine di altre formazioni, a volte pure affidandogliene la guida.
Oltre che in varie squadre degli X-Men, così, James Howlett (questo il suo vero nome) è entrato a far parte negli anni anche degli Avengers, dei Fantastici Quattro, di X-Force, dei Secret Defenders, eccetera, eccetera.
Wolverine è legato a filo doppio al Giappone, come sa chiunque abbia visto il fiacco Wolverine – L’immortale (The Wolverine, 2013) di James Mangold. L’inizio del suo rapporto con il Sol Levante risale a più di quarant’anni fa, dal punto di vista editoriale, perché nel primissimo fumetto tutto per lui, la miniserie in quattro numeri Wolverine del 1982 (scritta da Chris Claremont e disegnata da Frank Miller) si racconta proprio delle sue scorribande in Giappone. Un tipo di ambientazione e di temi con cui Miller era particolarmente in fissa, e da lui già sfruttati riempiendo di ninja le pagine di Daredevil o realizzando opere come Ronin per la DC Comics.
Wolverine ha amato nel corso dei decenni diverse donne giapponesi (in particolare, ma non solo, Itsu e Mariko Yashida) e lì ha scoperto la sua via del guerriero. E pure la paternità.
Laura Kinney – che nei fumetti ha usato i nomi da battaglia X-23 e poi Wolverine – è il clone di Logan (anche se poi si scopre che…), in ogni caso adottata da Wolverine come sua figlia. Ha il fattore rigenerante di papà, la panatura in adamantio delle ossa come lui, e pure gli artigli (due per mano). È il personaggio visto in Logan, e ora in Deadpool & Wolverine, interpretato da Dafne Keen.
Ma Logan ha generato anche vari figli alla vecchia maniera, per così dire, in giro per il mondo. Il più famoso è Akihiro, avuto dalla summenzionata Itsu, uccisa dal Soldato d’Inverno poco prima della sua nascita. Sottratto al ventre materno dal villain Romulus, è cresciuto odiando suo padre, il che ne ha fatto un villain sadico chiamato Daken. A fine anni Duemila, Daken ha usato il nome e il costume di suo padre per diventare il Wolverine dei Vendicatori Oscuri di Norman Osborn, una formazione di villain e psicopatici che prese brevemente il posto dei veri Vendicatori.
Il costume di suo padre usato da Daken, cui si accennava poco sopra, è il secondo costume di Wolverine, quello marrone e arancione, che è stato il look ufficiale del personaggio per quasi tutti gli anni 80. Quel costume era vagamente ispirato a un’altra tutina con molto arancione, quella rubata qualche tempo prima da Wolverine al bestiale Fang della Guardia Imperiale dell’impero alieno degli Shi’ar. Un costume sfoggiato da Logan pure sulla Terra, in una storia di Iron Fist.
Ma a quei tempi Logan non rubò solo una tuta. Anche quello che è diventato il suo arcinemico storico, praticamente il suo Joker, Sabretooth, veniva da altrove: nella fattispecie, sempre dalle pagine di Iron Fist. Creato da Chris Claremont e John Byrne come avversario di Pugno d’acciaio, il feroce Victor Creed/Sabretooth venne ripreso poi da Claremont come perfetta nemesi di Wolverine.
Non è ovviamente l’unico caso di villain famosi nati altrove. Giusto per fare un altro esempio, Kingpin non è stato creato nelle storie di Daredevil, ma come avversario di Spider-Man.
La prima apparizione in versione animata di Wolverine risale al 1981, nel cartoon L’Uomo Ragno e i suoi fantastici amici, nell’episodio in cui Stella di Fuoco e Uomo Ghiaccio vengono chiamati dal Professor Xavier e incontrano gli altri mutanti. Poi è stata la volta di Pryde of the X-Men, episodio pilota di una serie mai prodotta, e della celebre Insuperabili X-Men, proseguita quest’anno con il sequel X-Men ’97.
In mezzo, le comparsate come quelle nel cartoon di Spider-Man e varie altre serie, come X-Men: Evolution, Wolverine e gli X-Men, il film d’animazione Hulk vs. Wolverine e l’anime giapponese in 12 episodi del 2011 intitolato semplicemente Wolverine (in quel caso, “Uruvarin”).
A domani, per le mie impressioni su Deadpool & Wolverine.