Una storia sul rapporto padre e figlio ma con Ultraman e i kaiju. È così che il regista Shannon Tindle ha più volte descritto Ultraman: Rising e non potremmo essere più che d’accordo.
Allo stesso tempo la pellicola omaggia i 50 anni del franchise pescando a piene mani da vari titoli che lo compongono e allo stesso inserendo qualche nuovo elemento.
Ken (Christopher Sean) è diventato un campione di baseball negli USA ma la madre lo convince a tornare in Giappone per prendere il posto del padre (Gedde Watanabe), Ultraman, nella lotta contro i kaiju.
Un lungo flashback ci rivela come una volta questa famiglia disfunzionale era unita e nel corso del film scopriamo come e perché è finita a pezzi e i motivi che hanno spinto Ken ad allontanarsi dal padre che stimava tanto.
La situazione è complicata, Ken fatica a bilanciare il suo lavoro come giocatore di baseball professionista e la lotta contro i Kaiju, un compito che non ha chiesto e fa a malavoglia. Durante uno scontro Ken recupera una sfera di metallo che contiene l’uovo di un potente kaiju e il piccolo mostro riconosce in Ultraman la madre.
Ken ora si ritrova così a proteggere la piccola Emi dalla Kaiju Difense Force e ad allevarla. Da questo momento la sua vita precipita.
Il rapporto tra Ken e suo padre e quello tra Ken e la piccola Emi guidano le scelte dei personaggi, nel bene e nel male.
A tutto questo si aggiunge la vendetta del dottor Onda della KDF verso i kaiju e il mistero sulla scomparsa della madre di Ken, Ami.
Come avrete notato la carne al fuoco è tanta e la pellicola ne risente, risultando un po’ pesante. I personaggi secondari sono poco approfonditi e tendono a diventare per lo più un mezzo per contribuire alla crescita di Ken.
Di Ultraman non sappiamo in realtà molto, non vengono fornite informazioni sulle sue origini e viene lasciato intendere che è un essere umano.
Viene adottata l’idea che la sua trasformazione non è più legata al tempo, come nelle serie più recenti, ma ai suoi sentimenti. Stesso discorso per la filosofia del padre di Ken: ‘Dobbiamo convivere con i kaiju’.
C’è anche qualche piccola novità che non passerà inosservata ai fan, nel complesso la pellicola fornisce una basilare infarinatura sul personaggio.
Le scene d’azione sono fatte bene e lo scontro finale riserva delle sorprese, allo stesso tempo la narrazione diventa ripetitiva e prevedibile, in particolare la scena a metà dei titoli di coda.