The Acolyte secondo Charlie Barnett, Dafne Keen e Rebecca Henderson, la nostra intervista

Oggi fa il suo debutto su Disney+ The Acolyte: La Seguace, la nuova serie live-action ambientata nell’universo di Star Wars. I primi due episodi, rilasciati contemporaneamente, offrono agli spettatori un’introduzione carica di suspense e mistero.

The Acolyte: La Seguace si apre con una serie di crimini scioccanti che diventano il fulcro della narrazione. La storia contrappone un rispettato Maestro Jedi, interpretato da Lee Jung-jae, a una pericolosa guerriera del suo passato, portata sul piccolo schermo da Amandla Stenberg. Mentre emergono nuovi indizi, i protagonisti si addentrano in un sentiero oscuro, rivelando che non tutto è come sembra.

Oltre a Stenberg e Jung-jae, il cast include anche Charlie Barnett nel ruolo di Yord Fandar, un Cavaliere Jedi; Dafne Keen come Jecki Lon, una giovane Padawan; e Rebecca Henderson nei panni di Vernestra Rwoh, un membro anziano dell’Ordine Jedi. Abbiamo avuto il privilegio di intervistare questi attori, esplorando le loro esperienze sul set e i loro pareri sulla leggendaria saga di Star Wars.

Rebecca Henderson ha condiviso l’emozione di far parte di un franchise così leggendario:

Si provano molte emozioni. Sì, siamo emozionati. Siamo spaventati. Ieri sera, sul tappeto rosso, i fan presenti erano davvero meravigliosi. Sì, erano così gentili. Non vediamo l’ora che la gente lo veda.

Alla domanda sul perché Star Wars continua a catturare l’immaginazione di tante persone, Charlie Barnett ha risposto con profondità:

Tutti noi possiamo relazionarci. La bellezza di ambientare le storie in un universo vasto e lontano, nella galassia, un luogo forse irraggiungibile. Queste storie, però, sono comprensibili a tutti e toccano temi universali come le relazioni, le dinamiche di potere e la famiglia. Mi azzardo a dire che è lo scopo generazionale di tutto ciò. Mio padre guardava Star Wars e mi ha fatto conoscere questo mondo. Ho il mio legame con le mie storie di Star Wars. Queste nuove storie che stanno uscendo e interessano una nuova generazione e stanno dando vita a qualcosa di completamente nuovo. Ma allo stesso tempo tutti possiamo ricollegarci allo stesso nucleo. È come se ciascuno di noi avesse la sua individualità al suo interno, possiamo lottare per il nostro periodo o il nostro progetto preferito, ma veniamo tutti dallo stesso posto. Questo tessuto connettivo rende tutto più familiare.

Dafne Keen ha parlato delle sfide incontrate durante le riprese, sottolineando l’importanza di bilanciare umorismo e dramma:

Lo dico sempre: le acrobazie sono impegnative dal punto di vista fisico, ma almeno sai quando le hai fatte bene. Con la recitazione, invece, non hai sempre la certezza. Fai una scena e qualcuno potrebbe dire “È fantastico”, mentre qualcun altro potrebbe odiarla. Con gli stunt c’è una sorta di verità: sai di aver centrato l’obiettivo, di aver fatto la mossa giusta e di averla resa convincente.
Penso che la mia sfida più grande sia stata trovare un equilibrio tra il lato comico dei nostri personaggi e la serietà della situazione e del dramma che si sta svolgendo contemporaneamente. Dovevo evitare di cadere nell’esagerazione, sia sul versante della goffaggine che su quello del dramma.

Un tema centrale di The Acolyte: La Seguace sembra essere la lotta per il potere e la confusione politica, questioni molto rilevanti nel mondo di oggi. Dafne Keen ha elogiato la creatrice della serie, Leslie Headland, per la sua sensibilità nel trattare tali temi:

Penso che Leslie abbia affrontato in modo straordinario la lotta per il potere che caratterizza il nostro mondo attuale, insieme alla confusione politica […] Credo che sia un elemento che il pubblico potrà apprezzare, perché è qualcosa con cui molti potranno identificarsi in questo momento.

A seguire trovate il video integrale della nostra intervista esclusiva:

QUI trovate la nostra recensione dei primi quattro episodi

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