Ci sono film che sbucano dal nulla, ottenendo un successo iconico e assolutamente incredibile che nessuno, davvero nessuno, sul momento sa spiegarsi. Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi di Joe Johnston è stato uno di quei film. Arrivato senza nessuna particolare attenzione, 35 anni fa seppe conquistare il mondo grazie alla sua originalità e freschezza incredibili, nonché alla sua capacità di connettersi in modo perfetto a più generi e più atmosfere. Un vero cult degli anni ’80.
Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi nacque dalla volontà della Disney, che prese la bizzarra idea di rivolgersi a Brian Yuzna e Stuart Gordon. I due maestri del cinema irriverente, del body horror e della sci-fi più assurda, erano quanto di più distante ci fosse dalla Disney. Forse per questo si pensò che il loro coinvolgimento avrebbe potuto aiutare la Casa di Topolino, all’epoca non ancora nel pieno di quel Rinascimento che l’avrebbe rilanciata. La sceneggiatura di questa strana avventura familiare fu firmata da Ed Naha e Tom Schulman, e l’iter produttivo si rivelò più complicato del previsto, tanto che sia Gordon sia Yuzna alla fine abbandonarono il progetto. Tuttavia, l’arrivo di Johnston (al suo debutto) non cambiò l’intenzione di creare qualcosa di eccentrico, vagamente connesso a Radiazioni BX: distruzione uomo di Jack Arnold, capolavoro della sci-fi degli anni ’50, così come Dr. Cyclops di Schoedsack. Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi sposò fin dall’inizio la volontà di essere non un tipico prodotto per famiglie, ma un’avventura rivolta soprattutto al pubblico più giovane, in quegli anni preda di una progressiva evoluzione del proprio immaginario e della propria identità. Cartoni animati, giocattoli, i primi videogiochi, nonché il grande schermo, registravano una continua emancipazione e una volontà, da parte di quel target, di andare oltre una visione paternalistica. Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi, con il suo distratto inventore Wayne Szalinski (Rick Moranis) che rende la vita impossibile alla moglie Diane (Marcia Strassman) con i suoi strani marchingegni e che per caso rimpicciolisce i suoi figli Nick e Amy, e quelli dei vicini, Ronald e Russel, delle dimensioni di un insetto, colpì nel segno come meglio non si poteva. Il tema principale, infatti, era il conflitto generazionale, ma anche l’avventura, declinata come solo ed esclusivamente negli anni ’80 si poteva fare: alla grandissima.
Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi aveva in effetti molto in comune con I Goonies, Tutto quella notte, Wargames e, da certi punti di vista, era anche una variazione di Alla ricerca della Valle Incantata, uscito l’anno prima. Abbiamo un gruppo di ragazzi di diversa età e provenienza, teoricamente ostili gli uni agli altri, persi in un’avventura potenzialmente mortale dentro un mondo mostruoso e pericoloso. Gli effetti speciali di Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi furono l’asso nella manica di un film grottesco, a tratti veramente inquietante, dove il corpo umano diventa qualcosa di alterabile e plasmabile, e la sicurezza domestica scompare. Alcune scene sono la realizzazione delle fantasie macabre infantili più belle di quel decennio: dagli insetti che diventano mortali mostri Kaiju, al finire divorati perché confusi in una tazza di cereali, fino all’essere schiacciati in ogni istante. Il tratto dei b-movie è ciò che rende ancora oggi il film di Johnston un prodotto della pop culture di quegli anni nel senso più alto e più interessante; fu anche probabilmente il motivo per cui piacque così tanto anche al pubblico adulto. La colonna sonora di James Horner e gli effetti speciali furono un’arma in più. In particolare, il lavoro fatto con modellini robot e miniature donò all’insieme un tono, se non realistico, sicuramente verosimile, mentre seguivamo quei quattro ragazzi persi dentro un’avventura domestica non dissimile da quelle immaginate da Verne, Welles e tanti altri autori fantasy. Da certi punti di vista, il film di Johnston recuperò i topoi di quell’universo narrativo, aprendo la strada a operazioni simili che sarebbero seguite negli anni ‘90. Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi, grazie alla simpatia del cast e al perfetto ritmo, fu un successo incredibile, guadagnando circa 225 milioni di dollari, una fortuna per l’epoca, diventando per i successivi cinque anni il film Disney di maggior successo di sempre. Avrebbe dato il via a un franchise formato da due deludenti sequel, una serie TV e tanto altro ancora. A 35 anni di distanza, si può dire che Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi rappresenti uno dei film più iconici di quel decennio, un piccolo totem culturale di un’epoca perduta, in cui anche il cinema delle Major sapeva osare in modo folle, come oggi invece è solo un miraggio.