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Presunto Innocente: tutte le differenze tra il film e la serie tv

Pubblicato il 12 giugno 2024 di Giulio Zoppello

Presunto Innocente arrivò sul grande schermo nel 1990, firmato dal grande Alan J. Pakula, e fu uno dei grandi successi dell’anno, nonché uno dei migliori ruoli si sempre per Harrison Ford. Ora, il romanzo di Scott Turow torna su Apple TV+ in forma di serie, a maggior gloria di Jake Gyllenhaal, chiamato a vestire i panni di lui, di Rusty Sabich, ex Assistente Procuratore della Contea di Kindle, accusato dell’omicidio dell’ex amante Carolyn Polhemus. Ma quali sono le più sensibili differenze tra il film e la serie?

Due diverse epoche, due diverse visioni del genere thriller

Presunto Innocente è una delle serie più attese della prima parte del 2024, non potrebbe essere altrimenti perché il best seller a suo tempo scritto da Scott Turow lasciò il segno, così come il film che ne fu tratto. Un Harrison Ford nel pieno della maturità interpretava Rusty Sabich, assistente procuratore distrettuale, sposato, finito nell’occhio del ciclone con l’accusa di aver ucciso la sua ex amante, la bellissima, sensuale Carolyn Polhemus. Il film vide una sceneggiatura molto complessa su cui mise mano anche un cavallo di razza come Sydney Pollack oltre che Frank Pierson. Fu uno dei migliori thriller dei primi anni ‘90, ma chiariamo subito che anche la serie Presunto Innocente è molto diversa dal romanzo originale per atmosfere, finalità e caratterizzazione dei personaggi.

La prima cosa che salterà all’occhio è il fatto che se nel film Carolyn, interpretata da una bellissima Greta Scacchi, si rivelava una donna manipolativa, astuta, ambiziosa, crudele e sleale, nella serie tutto questo è sfumato. Renate Reinsve è una sorta di fantasma, la sua relazione con Rusty non è tanto una scommessa su un tavolo da poker da parte di una donna decisa ad arrivare in alto, ma qualcosa di istintivo, carnale. Nel 1990 si era appena chiuso un decennio in cui la donna era stata sovente oggettificata, trasformata in una sorta di bambola di plastica. Il personaggio di Carolyn da un certo punto di vista fu trasformata nell’incubo/fantasia sessuale peggiore del maschio dominante di allora: una donna capace di sottometterlo, di farlo tornare ad essere un’adolescente rimbambito, di usare il sesso come un’arma per una corsia preferenziale, di distruggere il pilastro fondamentale della famiglia: insomma un’entità assolutamente pericolosa e funzionava benissimo.

Ma siamo nel 2024, tutto questo è giudicato poco attuale ed allora ecco che il Rusty di Gyllenhaal ci appare incoerente, fragile, egoista, un marito fedifrago ed un padre sovente assente. Le donne sono ovunque nelle istituzioni, mentre Carolyn nel 1990 era un’infiltrata sostanzialmente, senza contare il fatto che sul suo omicidio, la serie decide di orchestrare un iter narrativo completamente diverso per finalità.

Molte modifiche alla trama e ai vari personaggi coinvolti

Presunto Innocente nel 1990 aveva nella moglie Barbara (Bonnie Bedelia, ora invece Ruth Negga) apparentemente un angelo del focolare, una donna che amava sinceramente il marito, a dispetto del fatto di essere stata tradita. Solo nel finale Rusty si sarebbe reso conto che era stata lei a uccidere Carolyn per gelosia. Nella serie invece il loro rapporto è vicino allo spezzarsi, complicato, c’è grossa incomunicabilità, i figli ne soffrono moltissimo, ed il processo a cui è sottoposto il protagonista, diventa bene o anche un processo a quel matrimonio, al loro essere coniugi e genitori, con tanto di consulente matrimoniale tirata in ballo. La serie Presunto Innocente ci dona una nemesi come Peter Sarsgaard nei panni di Tommy Molto, il nuovo assistente del Procuratore Della Guardia (O-T Fagbenle). Nel film Joe Grifasi e Tom Mardirosian più che armati di astuzia, competenza, oltre che un livore personale verso Rusty, erano soprattutto due esseri meschini, incompetenti e patetici.

Nel film di Pakula, l’ex Procuratore Capo Raymond Horgan (il grande Brian Dennehy) nel momento in cui emergeva la love story avvenuta tra Rusty e Carolyn, non solo gli voltava le spalle, ma si vendicava su di lui, accusandolo di averlo tradito, abbandonandolo al suo destino e testimoniando contro di lui in aula. Qui invece Bill Camp decide comunque di difenderlo in tribunale, combattendo contro un l’opposizione della moglie, le sue stesse riserve su come si è comportato Rusty e lo stress che lo sta assediando. Tutto questo fa parte di una diversa declinazione del romanzo originale, thriller incentrato su un uomo vittima dell’ingiustizia nel 1990, ora invece diventato labirinto di sospetti, segreti inconfessabili, con cui mettere in dubbio i cosiddetti valori tradizionali, la stessa innocenza del protagonista.

Jake Gyllenhaal rispetto ad Harrison Ford interpreta un personaggio molto più instabile, rabbioso, sovente preda dei suoi peggiori istinti e incapace di tenerli sotto controllo. Starà ora al pubblico decidere quale delle due trasposizioni sia la migliore.