La morte, sia come concetto che come elemento che divide l’anima dal corpo, ha sempre fatto parte dei film di David Cronenberg. È facile pensare che sia ormai anche un pensiero ricorrente della sua vita, non solo perché è del 1943, ma anche perché nel 2017 ha perso la moglie Carolyn con cui condivideva sia il lavoro (lei era produttrice) che, logicamente, la vita privata. Si conobbero nel 1970 sul set di Rabid.
Il protagonista di The Shrouds, è Karsh, un uomo (Vincent Cassel) che ha da poco perso la compagna di una vita (Diane Kruger) a causa di un cancro alle ossa. È un imprenditore di successo che, dopo una carriera da produttore di video aziendali, ha aperto un ristorante e un cimitero esclusivo molto particolare. Le salme infatti vengono avvolte in dei sudari (da qui il titolo) pieni di micro telecamere in grado di mostrare in diretta ciò che accade all’interno della tomba. L’idea è il frutto di una sua ossessione. Aveva un rapporto simbiotico con la moglie. E questo è un modo per lui per continuare a percepire la presenza della donna.
Tutto, per quanto macabro, sembra andare normalmente fin quando, guardando molto da vicino il deterioramento delle ossa della moglie, Karsh si rende conto che ci sono elementi strani, non naturali. Sono dovuti forse alla terapia che la moglie seguì per combattere il tumore? Fu vittima di esperimenti? La sua gemella, ex moglie peraltro di un suo caro amico (Guy Pierce), ne sa qualcosa? E perché ora qualcuno ha vandalizzato il cimitero? Lo vogliono intimorire?
Il doppio, la mutilazione dei corpi, il parlare con l’aldilà attraverso la tecnologia: le premesse per un film alla Cronenberg ci sono tutte. Manca la parte visiva. Tutto, in The Shrouds, rimane a un livello teorico. Il thriller si risolve con telefonate e ammissioni quasi spontanee, la possibilità di mostrare i corpi dei morti fino a spingersi oltre al ponderabile viene completamente rifiutata a favore di riflessioni filosofiche apprezzabili, ma ridondanti. Ci sono momenti belli, i ricordi delle scene di intimità con la moglie ormai malata su tutti, ma manca il Cronenberg in grado di andare oltre, di mostrarci un altro modo di vedere e vivere le cose scalfendo la realtà. Ed è un peccato.