Indiana Jones e l’ultima crociata usciva esattamente 35 anni fa e rimane secondo molti a tutt’oggi la vera conclusione della saga di George Lucas e Steven Spielberg. Il film era previsto fin dal primo episodio, da quel I Predatori dell’arca perduta che cambiò per sempre il concetto di blockbuster avventuroso. Ad oggi, questo per molti rimane il film più amato o comunque quello più profondo della saga, il più complesso per narrativa ed evoluzione, il più seducente visivamente.
Indiana Jones e l’ultima crociata ebbe una genesi molto particolare, diciamo pure complicatissima. Sia Steven Spielberg che George Lucas volevano riscattarsi da Indiana Jones e il tempio maledetto che non aveva convinto tutti. Ma inizialmente né Spielberg né Lucas riuscirono a trovare il bandolo della matassa, nonostante l’aiuto di Chris Columbus, Menno Meyers. Spielberg, Lucas, persino Sean Connery cercarono di trovare un iter narrativo convincente, che Jeffrey Boam raffinò infine, indirizzando il tutto verso un doppio binario narrativo, con Indiana Jones che cercava il padre Henry Sr. e allo stesso tempo finiva per forza di cose sulle tracce del Santo Graal. Indiana Jones l’ultima crociata ridette centralità ai nazisti come cattivi principali, si connetté soprattutto ancora al fascino che per Hitler esercitava il mondo dell’occulto, le reliquie che nella sua mente contorta come noto dovevano dotarlo di un potere soprannaturale. Indiana Jones e l’ultima crociata ancora oggi è un perfetto esempio di crescendo, della promessa di una svolta, ma soprattutto ha avuto il grande merito di donare al personaggio maggior spessore, un passato e una motivazione personale. Spielberg fu geniale nel mettere sullo stesso piano la necessità di trovare tesori perduti, con quella di colmare un vuoto paterno. Il padre di Indiana aveva il volto carismatico e burbero di uno Sean Connery inimitabile. Il suo rimane uno dei casting più indovinati che si ricordino. Harrison Ford aveva già cinquant’anni, ma non li dimostrava, Sean Connery lo stesso, aveva solo 12 anni in più di Ford, ma la loro rimane una delle coppie padre-figlio più iconiche della storia del cinema. Nel profondo sono due misantropi, due burberi, due avventurieri che non saprebbero mai stare fermi senza qualcosa da cercare, innamorati della scoperta come un alcolizzato di una bottiglia. Indiana Jones e l’ultima crociata ebbe il merito di trovare il perfetto equilibrio tra dimensione avventurosa, con una componente di brivido non indifferente, con l’evoluzione del recupero di un rapporto padre e figlio unico.
Indiana Jones e l’ultima crociata poteva vantare effetti visivi straordinari per quegli anni, più di tutti è il film dove il concetto di pericolo, di trappola, è maggiormente connesso alla mitologia, l’astuzia in questa caccia al tesoro non vale meno dei muscoli. Indiana e i suoi amici finiranno in un percorso in cui nulla è ciò che sembra e dove bisogna volare alto, lanciarsi a occhi chiusi nel buio per trovare la verità. Nessun altro film della saga obbligava Jones ad un lavoro di deduzione improvvisata paragonabile a quello di uno Sherlock Holmes. Ma più ancora, questo è il film dove emerge molto il legame tra l’archeologo più pazzo del mondo, e quel James Bond che ancora oggi ha proprio il volto di Sean Connery come il più rappresentativo. Le scene action qui furono davvero incredibili ed anticiparono per molti versi la contaminazione tra Occidente ed Oriente. Rivive spesso e volentieri l’eredità della comicità slapstick di Buster Keaton e Charlie Chaplin; Sean Connery aggiunse gran parte delle battute e degli scherzi che rendevano il suo il personaggio irresistibile, al netto di un carattere a dir poco intrattabile. Indiana Jones l’ultima crociata rimane un film molto personale per Spielberg. Il grande successo che conobbe al botteghino ed il plauso della critica riconciliano sia Lucas che lui con la loro opera, con questo personaggio, ancora oggi l’eroe per eccellenza sul grande schermo. Indiana Jones e l’ultima crociata con il suo girovagare tra mari in tempesta, Deserti, antiche reliquie sepolte nel deserto, la Berlino della croce uncinata e castelli medievali, ha fornito un punto di riferimento assoluto per il genere, tanto che si può anche parlare di un certo timore reverenziale. Si sarebbe dovuto aspettare le saghe de La Mummia, Angeli e Demoni e Il Segreto dei Templari per salutare qualcosa di nuovo ed efficace. Indiana Jones e l’ultima crociata diventò un simbolo della pop colture cinematografica per eccellenza, è diventato anche eredità transgenerazionale condivisa. A ripensare ai mille personaggi, a Hitler che fa l’autografo ad Indiana Jones, all’inseguimento in motoscafo a Venezia, la lotta sul carro armato, i trabocchetti, c’è l’imbarazzo della scelta. Questo film rappresenta un patrimonio emotivo comune ed inestimabile, e rimane il dubbio che forse continuare la saga dopo un tale acuto non fosse assolutamente necessario.