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Dark Matter è una serie sci-fi capace di mantenere le promesse

Pubblicato il 07 maggio 2024 di Giulio Zoppello

Quando uscì nelle librerie di tutto il mondo, Dark Matter di Blake Crouch diventò immediatamente un cult fantascientifico, in virtù di una scrittura sensazionale, ma soprattutto di una capacità unica di parlare di paure universali e scienza. Il tutto dentro un iter narrativo incredibilmente sfaccettato ed originale. Ora su Apple Tv+ arriva la serie omonima, creata dallo stesso Crouch assieme a Matt Tolmach e David Manpearl. Il risultato finale è di tutto rispetto, soprattutto per quello che riguarda atmosfere, ritmo e la capacità di tenere costantemente con il fiato sospeso.

Uno scienziato intrappolato in un enigma da incubo

Protagonista di Dark Matter è Jason Dessen (Joel Edgerton) per il quale la vita scorre abbastanza tranquilla. Felicemente sposato da diversi anni con Daniela (Jennifer Connelly) è un Professore di Fisica che ha rinunciato a traguardi incredibilmente ambiziosi nel campo della ricerca, per decidere di costruirsi una famiglia. Ha un figlio nel pieno delle turbe adolescenziali e non ha vinto il Nobel ma pazienza. La stessa notte in cui il suo amico Ryan (Jimmi Simpson) gli fa una proposta, non fa in tempo a prenderla in considerazione che si ritrova ad essere rapito e drogato da un misterioso individuo, per poi risvegliarsi in un mondo che gli è semplicemente estraneo. Scopre di non essere più sposato con Daniela, di non avere un figlio, ma di essere uno dei principali fisici del mondo, connesso ad un progetto di ricerca finanziato dall’ambizioso Leighton (Dayo Okeniyi). Non ci vuole molto perché scopre la realtà: l’uomo che lo aveva rapito e drogato è una sua versione che viene proprio da quella realtà alternativa, si è sostituito a lui nella sua vecchia vita ora, prendendone il posto nella sua famiglia per sfuggire evidentemente da qualcosa, ma che cosa? E in che modo è riuscito a sovvertire ogni legge dello spazio del tempo? Riuscirà a tornare al suo mondo e alla sua realtà? Dark Matter è una serie molto ambiziosa, deve esserlo perché il romanzo originale è considerato uno dei punti di svolta della letteratura fantascientifica recente. I temi, gli enigmi, le possibilità qui affrontate sono tutt’altro che semplici, rimandano a concetti e teorie complessissime come il paradosso del gatto di Schrödinger, ma poi ecco spuntare anche la teoria della relatività, il mito della caverna di Platone, ed ogni possibile ragionamento che è stato fatto su infiniti universi e infinite possibilità, con il determinismo, la teoria del caos e tanto altro ancora. Il risultato finale è una serie che oggettivamente ci mette un pochino a ingranare, ma quando lo fa, lo fa abbinando una grande cura estetica con dialoghi e interpretazioni di un cast che si muove in perfetta sincronia.

Una serie molto complessa e quindi non per tutti

Dark Matter si fa forza soprattutto Edgerton nel doppio ruolo di protagonista ed antagonista, anche se poi alla fin fine questa divisione manichea risulta molto meno netta di quanto si pensi. Tuttavia, l’aspetto più interessante della serie è come si proponga non solo e non tanto di trovare una possibile risposta ai viaggi spazio-temporali e le possibili dimensioni parallele, ma come, facendoci entrare letteralmente dentro a ogni emozione dei protagonisti, ci porti di fronte a una di quelle domande che tutti ci siamo posti più di una volta magari nella vita: cosa sarebbe successo se avessi preso una decisione diversa? Dark Matter tutto questo lo rende motore di una costruzione che abbraccia il thriller, in alcuni casi addirittura il crime, ma senza lasciare mai per un istante la fantascienza, avvolgendola di una credibilità totale, a cui ho fatto compendio un’estetica molto particolare. La fotografia metallica, oscura, la scenografia pure fa sì che non esista il sole in questo mondo, esistono le ombre, l’oscurità, quella degli interni e quella di quello strano laboratorio dove Jason si risveglia e si rende conto in breve tempo che il suo alter ego aveva stretto una sorta di patto col diavolo. Avrà solo la Dott.ssa Amanda Lucas (Alice Braga) ad aiutarlo, mentre cerca di capire come funzioni l’invenzione del suo altro sé stesso. I colpi di scena si susseguono continuamente, mentre qua e là emerge anche un omaggio Il Prigioniero, altra serie che ha fatto la storia della televisione. Qui vi è un certo riappropriarsi di certe atmosfere proprio della fantascienza più distopica degli anni ’60, quella che cominciò ad interrogarsi sul confine tra scienza e moralità, tra tecnologia e benessere universale. Inutile dire che coi tempi che corrono, questi temi siano assolutamente attuali ancora oggi, e qui vengono declinati benissimo. Con un continuo gioco di specchi e di labirinti che aumentano la tensione, l’incertezza, catturando la nostra fantasia in modo continuo, Dark Matter decide di non darci un attimo di tregua. Difficilissimo trovare difetti nella serie, se non il fatto che, paradossalmente, rischia come molte altre di Apple Tv+ di rimanere distante dal pubblico generalista, quello che dal piccolo schermo sta ricevendo sempre più prodotti di bassa qualità.