Cinema roberto recchioni Recensioni
La cosa che più sorprende di The Fall Guy, film diretto da David Leitch (John Wick, Atomica Bionda, Deadpool 2, Io sono nessuno e qualche altro titolo meno riuscito), scritto da Drew Pearce (Iron Man 3, Mission: Impossibile – Rogue Nation…), fotografato da Jonathan Selam (un mucchio di roba tra cui, tutti i film belli e meno belli di Leitch) e interpretato da Ryan Gosling (ne cito quattro tra i miei preferiti: Drive, La La Land, Nice Guys, Barbie) e Emily Blunt (Il diavolo veste Prada, Edge of Tomorrow, Sicario, A quiet place, Oppenheimer) sono gli innumerevoli livelli a cui funziona, che non appesantiscono la pellicola ma contribuiscono invece a creare un film che parla a tutti, per tante ragioni diverse. Esaminiamoli.
Il primo e più semplice, è che The Fall Guy è un action-comedy-romance larghissimo, adatto davvero al pubblico più vasto e variegato. È una commedia molto divertente, è un action movie dove l’azione è portata in scena ad altissimi livelli, è un film romantico dove la storia d’amore è il motore principale di tutto quanto, è un grande omaggio al cinema. Sul serio, è quel tipo di pellicola che vi permetterà di portare in sala tanto il vostro interesse romantico quanto quei vostri amici appassionati di film di movimento con combattimenti ed esplosioni, vostro padre che vuole solo un film per ridere e quel vostro cugino con la puzza sotto al naso che si crede un cinefilo. E tutti troveranno qualcosa di loro interesse in The Fall Guy.
Erano anni che non mi capitava di vedere un film così ecumenico e capace di rivolgersi in maniera talmente trasversale a un pubblico enormemente eterogeneo.
Il secondo livello è, ovviamente, Ryan Gosling. Questo non è un film con Ryan Gosling ma DI Ryan Gosling. Nel senso che questo film gli appartiene ed è al suo servizio.
Colt Seavers, il personaggio interpretato da Gosling nel film, è una specie di summa e sintesi di tutti i suoi ruoli iconici: è uno stuntman duro ma dal cuore romantico e dal giubbotto iconico, come il protagonista di Drive, è un fidanzato gentile che rispetta, capisce e sostiene la sua compagna, come in La La Land, è l’uomo che sa mettere sotto una lente critica i suoi atteggiamenti mascolini più tossici e correggerli, come il Ken di Barbie, ed è un tipo con la battuta sempre pronta e il sorrisetto ironico, come l’investigatore privato di Nice Guys. Se vi piace Ryan Gosling (esistono persone a cui non piace?) questo film è la “goslinicità” assoluta.
Il terzo livello, è quello classico del metacinema hollywoodiano che celebra sé stesso. Il film è una sobria e amichevole parodia del mondo del cinema americano, con tutti i suoi isterismi e assurdità. Innocua e per nulla graffiante, sia chiaro, ma molto divertente.
Il quarto livello è quello della nostalgia degli anni ottanta. The Fall Guy è, infatti, il remake di una omonima serie televisiva (arrivata da noi con il titolo di Professione pericolo) con Lee Majors, andata in onda con un discreto successo tra il 1981 e il 1986. Majors (assieme a una Heather Thomas sfigurata dalla chirurgia estetica) appare anche nel film in un piccolo cameo ma, per tutta la pellicola, viene omaggiato anche per l’altra serie che ha interpretato, L’uomo da sei milioni di dollari (in molte scene del film si sente il caratteristico effetto sonoro della serie). Ora, fino a qualche anno fa i film remake di serie televisive sembravano un filone molto promettente, specie dopo il successo de La famiglia Addams (1991) e Il fuggitivo (1993). Poi c’è stato il primo film delle Charlie’s Angels (2000), andato benissimo, e il suo sequel (andato molto meno bene) e poi un’infinita serie di adattamenti più o meno riusciti e più o meno “seri” (si va dall’ottimo andamento della IP legata a The Equalizer ai flop colossali di cose come Starsky & Hutch, Hazard, CHiPs, A-Team, Baywatch…). Fatto sta che Hollywood ha capito che il recupero di vecchie IP televisive non è automatica garanzia di successo e sul fatto che questo The Fall Guy sia anche un remake di una vecchia serie televisiva, non ci ha insistito più di tanto, sapendo che aveva qualcosa di molto più utile per venderlo: Ryan Gosling che fa tutti i ruoli di Ryan Gosling assieme.
Il quinto livello, è quello dell’action anni novanta. Il film è scritto da Drew Pearce, che è l’uomo che era dietro alla sceneggiatura di Iron Man 3 di Shane Black, il miglior action buddy movie che i Marvel Studios abbiano mai realizzato. Black, prima di mettersi dietro la macchina da presa come regista, era noto come l’uomo da chiamare quando si trattava di scrivere un action e tra i suoi crediti può vantare i primi due Arma Letale, L’ultimo Boy Scout e Last Action Hero. Ryan Gosling, del resto, con Shane Black ci ha proprio lavorato, su un altro buddy movie action: The Nice Guys. Leitch, il regista, è uno che nell’humus dell’action ci è nato e cresciuto, essendo stato uno stuntman per decenni e avendo preso parte a ogni tipo di produzione del genere. Insomma, non è difficile capire che tutto il film è pensato per essere un enorme omaggio a un tipo di film che oggi non è più così frequentato e che ne riprende gli stilemi, le atmosfere e il tono, correggendo e adattando al tempo moderno solo dove strettamente necessario (la violenza vera, per esempio, è al minimo).
Il sesto livello è la celebrazione degli eroi invisibili del cinema: gli stuntman.
Come detto, Leitch nasce proprio come “cascatore” e sa bene quanto la vita sia dura a avara di soddisfazioni per questa categoria di professionisti. Il film fa di tutto per raccontarci il loro mondo e lo loro ragioni (prendendosi anche un momento per lamentarsi del fatto che non esiste un Oscar per gli stunt) e lo fa bene, senza risultare pedante in nessuna maniera. Ma non solo, perché The Fall Guy non si limita a raccontare il lavoro degli stuntman (e stuntwoman) ma ce lo fa proprio vedere nei suoi eccezionali risultati. Il film, infatti, porta in scena alcune acrobazie che erano anni che nessuno aveva più il coraggio di girare e, nel farlo, si porta anche a casa un record del mondo attestato dal Guinnes dei Primati, eseguendo una “cannon rolls” (il ribaltamente di un’auto lanciata a folle velocità) da otto piroette e mezzo. Una roba che su uno schermo non si era mai vista.
Il settimo (e ultimo) livello, è la celebrazione della 87North Productions, la casa di produzione indipendente fondata proprio da David Leitch e dalla sua socia, Kelly McCormick, nel 2014. Perché la 87North Productions è così significativa e così rilevante da essere messa anche davanti alla cinepresa, invece che solamente alle sue spalle? Perché è l’etichetta che da John Wick a oggi, ha ripensato e rinnovato la maniera in cui si girano le scene action nel cinema americano, portando un nuovo modo di preparare e lavorare con le star e un nuovo modo e mentalità di riprendere il movimento e l’azione. Sia che un film sia prodotto direttamente da loro, sia che loro abbiano prestato solo i loro servizi ad altri, o se siano stati, semplicemente, di ispirazione per il lavoro di altri gruppi, è innegabile che la 87North Productions abbia lasciato un segno indelebile sulla maniera di fare un certo tipo di cinema in America nell’ultimo decennio.
Semplicemente, questa casa di produzione ha ridato uno stile e una voce propria all’action americano e lo ha riportato a livelli di eccellenza mondiale.
Vi sentite di fare una colpa e Leitch di aver fatto un film per celebrare questo risultato?
Ora, per quanto sembri un mucchio di roba da mettere tutta nello stesso film, Leitch e Pearce riescono a creare una amalgama felicissima, capace di parlare a ogni livello, dando qualcosa per ognuno. La storia d’amore è bella, divertente, romantica e degna delle migliori rom-com. Le scene action sono incredibili. L’intreccio da hard boiled anni novanta, per quanto basilare (è forse la parte più debole del film, specie per la sua risoluzione vista e rivista) è comunque in grado di servire bene l’andamento emotivo della trama e di creare i presupposti giusti per portare in scena alcuni momenti topici del genere (per dire: la scena della tortura dell’eroe o il classico momento con i motoscafi). Gli elementi metafilmici sono presenti ma non invasivi e la celebrazione degli stuntman (e del lavoro della 87North Productions) è piacevole e “giusta”.
Il risultato è un film divertente e godibile da tutti, che riesce a far contenti tanto gli amanti di pellicole come Tutti tranne te (o di Crazy, Stupid, Love se vogliamo rimanere nel Goslingverso), quanto quelli di Arma Letale e Miami Vice, tanto quelli di Get Shorty, quanto quelli de I protagonisti. Un film che vive grazie a un raro e difficilissimo equilibrismo e che merita di essere visto sullo schermo più grande che potete trovare.
The Fall Guy arriverà in anteprima nazionale il 26 aprile e dal 1° maggio al cinema.