Immaginate di trovare una macchina che, attraverso un semplice bigliettino, è in grado di rivelarvi le vostre potenzialità, la vostra vera vocazione di vita.
Questo potrebbe mettere in discussione tutte le scelte che avete fatto nel corso della vostra esistenza, oppure confermarle. Ma quel bigliettino dice sul serio la verità?
È questa l’interessantissima premessa de Il premio del destino (The Big Door Prize), la serie creata dal vincitore dell’Emmy David West Read (Schitt’s Creek) e basata sul romanzo di M.O. Walsh, tornata su Apple TV+ con la seconda stagione. I primi tre episodi sono stati rilasciati sulla piattaforma il 24 aprile, e saranno seguiti da un episodio settimanale fino al 12 giugno.
La seconda stagione torna a seguire gli abitanti di Deerfield quando la macchina Morpho li prepara per la misteriosa “fase successiva”. Mentre i potenziali rivelati di ognuno vengono scambiati per visioni, nascono nuove relazioni e si pongono nuove domande in città. Dusty (Chris O’Dowd) e Cass (Gabrielle Dennis) decidono di separarsi, mentre Trina (Djouliet Amara) e Jacob (Sammy Fourlas) imparano che possono liberarsi delle loro vecchie etichette. Giorgio (Josh Segarra) e Izzy (Crystal Fox) trovano la propria storia d’amore, mentre Hana (Ally Maki) e Padre Reuben (Damon Gupton) cercano di scoprire quale sia lo scopo della macchina. La piccola comunità si trova ancora una volta a mettere in discussione ciò che pensava di sapere sulla vita dei propri abitanti, sui loro rapporti, le loro potenzialità e sulla Morpho stessa.
Abbiamo avuto il piacere di intervistare David West Read, che ha condiviso con noi le sue motivazioni e le sfide incontrate nello sviluppo della serie, soprattutto in questa nuova stagione, che prosegue la storia raccontata nel libro:
Penso che la sfida principale sia stata quella di adattare la trama del libro, che ha una conclusione definita, per una serie che desideravamo continuasse. Quindi, nella seconda stagione, ci siamo allontanati dal materiale originale, pur mantenendo il tema centrale su cui ci siamo basati. Volevamo che questa stagione fosse più che una semplice continuazione, ma avesse un’escalation significativa. Mentre i nostri personaggi si sviluppavano, anche il dispositivo che rivela il potenziale della loro vita subiva un’evoluzione, passando a una fase più complessa. Abbiamo introdotto nuovi elementi, come visioni simili a quelle di un videogioco retrò, che comunicano con i personaggi a un livello profondo, ispirandoli a compiere cambiamenti ancora più grandi rispetto alla prima stagione. È stata una sfida inventare tutte queste nuove trame che non erano presenti nel libro, ma è stata anche la parte più divertente della scrittura della seconda stagione.
Il tutto, ovviamente con il consenso di M.O. Walsh:
Penso che una cosa davvero eccezionale di questo processo sia stata la totale libertà concessaci dall’autore del libro per sviluppare la serie televisiva a nostro piacimento. Il libro esiste nella sua forma originale, accessibile a chiunque desideri leggerlo, ma l’autore ha compreso appieno che la serie televisiva doveva essere qualcosa di autonomo. Ha apprezzato molto assistere alla sua trasformazione. È venuto sul set per entrambe le stagioni, ha incontrato tutti gli attori e gli sceneggiatori, si è seduto dietro ai monitor e ha potuto vedere cosa abbiamo fatto con la sua idea. Da parte mia, come sceneggiatore, ho cercato di liberarmi dall’idea di dover essere fedele al libro, poiché ritengo che la creatività, la sperimentazione e la crescita dello show possano veramente fiorire solo se lo si rende qualcosa di completamente nuovo.
David West Read si è poi soffermato sui punti di forza della serie, che con la sua miscela unica di commedia, dramma e magia, può aiutare il pubblico a riflettere sulle proprie vite, sulle scelte fatte e sulle infinite possibilità di futuro.
Con questo show, che mescola elementi comici, drammatici e magici, ci auguriamo di sollevare domande anziché fornire risposte, domande che siano di interesse universale poiché riguardano il vero significato della felicità. Nella seconda stagione, molti personaggi escono dalla propria zona di comfort per sperimentare qualcosa di nuovo, che sia una nuova relazione, un’amicizia, un lavoro o una versione migliorata di se stessi. Una delle domande fondamentali che affrontiamo è: cosa siete disposti a sacrificare in questo processo? Cosa siete pronti a rischiare per ottenere la vita che credete di meritare, e ne rimarrete pentiti? Il cambiamento è difficile e richiede la rinuncia a qualcosa per ottenere qualcosa di nuovo.
Perché, in fondo, non è mai troppo tardi per cambiare:
Penso che la serie suggerisca esattamente questo: che non è mai troppo tardi per intraprendere una nuova strada. Nella seconda stagione, abbiamo molti personaggi anziani che esplorano nuovi interessi amorosi. Trovo davvero ispirante vedere persone che sembravano aver chiuso le porte alla novità, scoprire che desiderano qualcosa di più nella loro vita personale e che sono disposte a rischiare di aprire il loro cuore a qualcun altro. Questo potrebbe significare accettare una nuova relazione sentimentale o impegnarsi in un nuovo hobby. Credo che la serie trasmetta con forza e speranza il messaggio che non è mai troppo tardi per cambiare.
Durante le nostre interviste, il cast ha condiviso profonde riflessioni sull’esperienza di lavorare insieme, i momenti memorabili sul set e l’impatto dei temi trattati nella serie sulla vita reale. Chris O’Dowd (Dusty) e Josh Segarra (Giorgio) hanno rivelato quanto sia stato importante il senso di comunità all’interno del cast:
Collaborare con Chris è stato un’esperienza incredibile. Inoltre, lavorare con David West Read, il nostro showrunner, è stata una novità per me. È stato davvero piacevole riallacciare i rapporti con vecchi amici e lavorare con un cast così diversificato, composto da persone provenienti da background e stili differenti. Questa varietà è ciò che caratterizza lo show, giusto? È una vera e propria comunità, e ciò si riflette anche nella nostra vita reale. È stato davvero divertente lavorare su questo progetto.
E come momenti come il Deer Fest abbiano creato ricordi indimenticabili e quasi magici, sottolineando l’atmosfera unica che circonda la produzione, come ricordato da Chris O’Dowd:
Ho apprezzato molto il momento in cui eravamo tutti insieme sotto la pioggia durante il Deer Fest. È stato un misto di inquietudine e bellezza. Le riprese notturne mi piacciono particolarmente, quando tutto il cast e la troupe sono lì e ci sentiamo come se fossimo in una piccola bolla isolata dal resto del mondo. È un’esperienza di intrattenimento autogenerato che dura per tre o quattro ore, e mi piace molto. È come trovarsi su una piattaforma petrolifera creativa, immersi in una sorta di mondo parallelo.
Inoltre, l’approfondimento dei temi trattati nella serie ha portato entrambi gli attori a riflettere su domande filosofiche profonde, come il destino e il senso della vita. A proposito di questo, Chris O’Dowd ha detto:
Mi sembra che la serie apra una serie di domande filosofiche che di solito non ci si aspetta da una commedia narrativa. Questo è interessante perché può generare conversazioni su temi quali il destino, il fato e la predestinazione, oppure semplicemente su quel senso di insoddisfazione che spesso colpisce durante la mezza età e che non si riesce a spiegare, quando parti del nostro corpo e della nostra vita sentimentale sembrano sgretolarsi lentamente. In questo senso, penso che sia probabilmente diversa da altre commedie.
Gabrielle Dennis (Cass) ha evidenziato la complessità e la profondità della serie, mettendo in luce come Il premio del destino riesca a intrecciare elementi di commedia con tematiche più profonde e drammatiche.
Al suo cuore, è sicuramente una commedia, ma è avvolta in un’atmosfera di mistero e fantasia. Racconta la storia della comunità di Deerfield, in una sorta di sinergia tipica delle piccole città. Ci sono anche elementi drammatici e una tensione costante. Inoltre, ha un cast corale con un gruppo forte di attori che, come abbiamo visto nella prima stagione, mette in risalto un nuovo personaggio in ogni episodio, permettendoci di seguire le loro vicende in modo avvincente. Tutti sono così talentuosi che rendono ogni aspetto interessante. L’interesse rimane alto per tutta la stagione perché ogni personaggio è fondamentale per il tessuto della città. La città stessa ha una personalità, così come la Macchina Morpho. Nella prima stagione, la macchina aveva uno scopo, mentre nella seconda ha assunto una nuova forma di scopo. Ora non si limita più a distribuire carte, ma fornisce visioni animate complete. Per me, è un momento di svolta in questa commedia multidimensionale e multigenere che può soddisfare molte persone e offrire loro intrattenimento.
D’altra parte Ally Maki (Hana), ha parlato dell’importanza tematica dello show, capace di sollevare interrogativi esistenziali e di stimolare un confronto interiore nei suoi spettatori:
Quello che amo della commedia, specialmente del nostro show, è che illumina aspetti della realtà, aprendo una piccola finestra che può generare grandi conversazioni. Penso davvero che la nostra serie sia un catalizzatore per queste conversazioni. Abbiamo ricevuto così tante testimonianze da persone che ci hanno contattato, e una delle mie migliori amiche ha detto: “Ho pianto, ho singhiozzato guardando la prima stagione, e sto rivalutando la mia vita e mi sto chiedendo cosa significhi tutto questo”. È fantastico sentirlo, perché credo che ora, soprattutto dopo la pandemia, molti di noi stiano riflettendo collettivamente sul significato della vita, sull’importanza dell’impegno e su ciò che realmente ci rende felici. Questo è ciò che, secondo me, ci distingue. Il nostro show riscalda il cuore, è pieno di empatia e solleva domande più profonde che, credo, tutti ci stiamo ponendo. La maggior parte delle commedie non ti fa riflettere su questo genere di temi.
Gli attori hanno inoltre discusso della complessità emotiva nel recitare questi ruoli, evidenziando come le intense dinamiche di relazione e i conflitti interni dei personaggi abbiano influito su di loro sia personalmente che professionalmente. Come rivelato da Josh Segarra:
Le emozioni che vivi sul set si insinuano dentro di te perché passi l’intera giornata immergendoti in quelle scene. Anche se non le stai effettivamente vivendo, le stai comunque attraversando. Il tuo corpo, il tuo cervello e il tuo cuore sono tutti coinvolti. Ad esempio, se io e Chris dovessimo recitare una scena insieme, io lo amo con tutto me stesso. Quindi, se dovessimo avere una scena in cui litighiamo e ci comportiamo male reciprocamente, posso assicurarti che quella sera mi sentirei esausto. Naturalmente, non nutrirei alcun risentimento nei suoi confronti; anzi, sarei orgoglioso del lavoro svolto. Ma ti siedi lì e ti senti un po’ esausto. Sei emotivamente provato e ti sembra di… Poi fai un respiro profondo, mangi qualcosa, vai a dormire e il giorno successivo ricominci tutto da capo.