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Baby Reindeer, la vera storia dietro la serie Netflix

Pubblicato il 23 aprile 2024 di Filippo Magnifico

Dal momento del suo debutto su Netflix, lo scorso 11 aprile, la serie Baby Reindeer ha rapidamente scalato le classifiche fino a diventare uno dei principali titoli presenti sulla piattaforma. Il racconto, un misto fra realtà e fiction, si basa sull’esperienza personale di Richard Gadd, che ne è anche il protagonista e sceneggiatore. La storia segue le vicende di un comico in difficoltà e la sua interazione con una donna vulnerabile – Martha, interpretata dalla bravissima Jessica Gunning – che si trasforma in un’ossessione pericolosa per entrambi.

Quando tutto ebbe inizio, non avevo idea di cosa avrebbe comportato accettare quella vulnerabilità.

Baby Reindeer, una storia vera

Il processo di trasformazione di questa esperienza dolorosa in uno spettacolo prima e in una serie poi ha avuto un impatto significativo su Gadd. Lui stesso ha definito la scrittura della serie come “la migliore terapia“, nonostante il tema pesante dello stalking, che spesso viene rappresentato in maniera stereotipata o romantizzata in televisione. Gadd aspira a mostrare la realtà dello stalking con una qualità umana più profonda, mettendo in luce le molteplici sfaccettature di questa malattia mentale.

Volevo che lo stalking fosse rappresentato con qualità umane che non avevo visto prima in televisione; è una storia sullo stalker capovolta.

È lui stesso a parlarne in questo video, pubblicato sul canale YouTube di Netflix.

QUI trovate la nostra recensione

Uno degli aspetti più interessanti emersi dalle interviste con Gadd riguarda la sua analisi critica su come lo stalking viene affrontato dalla legge e dai media. Il suo desiderio è quello di migliorare la comprensione pubblica e istituzionale dello stalking, proponendo al contempo un cambiamento nel modo in cui le vittime ricevono assistenza e supporto.

Baby Reindeer, chi è la vera Martha?

Quanto alla sua stalker reale, Gadd ha scelto di non identificarla nella serie, preservando la sua privacy nonostante tutto. Il nome e l’aspetto della stalker sono stati modificati per la serie, e nonostante le difficoltà legali, Gadd ha espresso il suo desiderio di non voler gettare “qualcuno così mentalmente instabile in prigione“. Piuttosto, descrive la risoluzione della situazione come qualcosa che ha portato a una sorta di chiusura per lui.

Baby Reindeer non è solo la storia di una persecuzione; è una riflessione sulle complessità delle relazioni umane, sulla vulnerabilità e sui processi di guarigione. Gadd spera che questa serie incoraggi una maggiore comprensione e empatia verso questi temi delicati. “Non è una storia di vittime,” precisa. “È un’esplorazione delle sfumature della condizione umana“.

Fonte: Today