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Nell – Rinnegata è una di quelle sorprese che servirebbero più spesso

Pubblicato il 27 marzo 2024 di Giulio Zoppello

In un panorama in cui l’identità dei generi viene spesso messa a soqquadro con risultati alle volte davvero evitabili, Nell – Rinnegata, serie disponibile su Disney+ a partire dal 29 marzo, creata da Sally Wainwright e prodotta da Ben Taylor, è uno degli esempi migliori di come unire modernità e classicità, comicità e dinamismo, folklore e rievocazione storica. Dopo Le avventure senza capo né coda di Dick Turpin, un altro prodotto seriale indovinato dal primo all’ultimo minuto, che ci dona finalmente un’eroina come si deve.

Una ribelle persa dentro l’Inghilterra del XVIII secolo

Protagonista di Nell – Rinnegata è la giovane appunto Nelly (Louisa Harland), che nell’Inghilterra del 1700, fa ritorno al suo piccolo villaggio, da cui era scappata anni prima per seguire un ufficiale inglese in guerra. Caduto questi in battaglia, eccola di ritorno, armata di abiti maschili, modi bruschi, spirito libero e insofferenza verso le prepotenze, ma anche di un segreto a dir poco incredibile. Nei momenti in cui la sua vita è in pericolo, viene sostanzialmente posseduta da uno strano spiritello, Billy Blind (Nick Mohammed), un folletto che le dona una forza, velocità e riflessi semplicemente sovrumani. Ma perché le succede? Perché proprio a lei? Forse è destinata a qualcosa di grande? La risposta arriverà a poco a poco, mentre cerca di proteggere le sue sorelle, dopo che la sua famiglia è finita nel mirino del sadico, viziato e crudele Thomas Blancheford (Jake Dunn), figlio del potente Lord Blancheford (Pip Torrens). Non sarà facile, perché Thomas ha dalla sua anche il Duca di Poynton (Adrian Lester) un personaggio sinistro ed abituato a intrecciarsi con l’occulto e le forze oscure. In suo soccorso (forse) lo strano e ambivalente bandito Charlese Devereux (Frank Dillane), e il giovane schiavo Rasellas (Ényì Okoronkwo). Nell – Rinnegata fin dall’inizio abbraccia un’atmosfera a metà tra la parodia di genere e la volontà di connettersi al genere avventuroso classico, quello che ci riporta nel Regno Unito al tempo in cui i banditi e fuorilegge erano leggende, divi, oltre che criminali ricercati. Il tema della ribellione è il grande collante di tutto l’iter narrativo, riguarda tanto Nell, quanto i suoi compagni, quanto la situazione sociale in cui si trovano. Perché un altro punto a favore della serie è come ci renda edotti sulla legalizzata disuguaglianza che regnava in quel periodo, su quanto i nobili facessero il bello e cattivo tempo. Non mancano momenti drammatici, ma l’insieme non smette mai di essere quasi una sorta di erede dei fagioli western de noantri, con combattimenti tra il ridicolo e il pirotecnico, personaggi tagliati con l’accetta ma incredibilmente accattivanti, con cui empatizzare o di cui comprendere natura e finalità è tanto semplice, quanto divertente.

Finalmente una serie capace di andare oltre la retorica rilettura del passato

Nell – Rinnegata deve molto, anzi moltissimo, non solo a Bud Spencer & Terrence Hill, ma anche alla cinematografia di Chaplin, Keaton, nonché di Jackie Chan, a cui spesso fa il verso in modo perfetto, e ai cinecomics, con il tema del superpotere e anche alla saga di Pirati dei Caraibi. Però è fuori di dubbio che sia soprattutto lei, Louisa Harland, l’arma in più. La sua Nell ha dentro di sé qualcosa di una Calamity Jane, di certe avventuriere, piratesse, che facevano sognare le ragazze condannate a vite monotone e sottomesse agli uomini. La cosa più interessante dello script, è come però al contrario di tante protagoniste del cinema e della televisione di questi ultimi anni, Nell non sia infallibile e non sia neppure la copia sputata di un eroe maschile. La cosa può apparire contraddittoria se si guarda a quanto Nell sia un maschiaccio, ma è una questione di sfumature, di tatto e sensibilità. Dopo aver preso a cazzotti in faccia gli sfigatissimi membri della Gang di Devereux (personaggio molto interessante), ecco che è terrorizzata dall’idea che quello strano folletto che la rende erculea, possa averla vista nei momenti più intimi o riservati. A farle da contraltare non solo un Jake Dunn perfetto nel suo rappresentare il classico rampollo viziato, crudele e vanaglorioso, ma anche l’inquietante Duca di un Lester luciferino, porta verso una dimensione magica e oscura anch’essa inserita in modo perfetto nell’insieme. Non ci si annoia mai, ogni personaggio ha il suo posto e significato, si evita di effettuare una totale rilettura di quell’epoca e quella società, pur creando un viaggio che è modernissimo per concezione e personaggi. Fatto ancor più importante, Nell – Rinnegata non è appesantito di spiegoni, retorica o politically correct, semplicemente si prefigge di farci arrivare il tutto con la forza dei suoi personaggi, in una trama avventurosa e vivacissima, dove il tema della diversità dalla norma è il grande filo conduttore. Bellissima per ciò che riguarda costumi, scenografie, con una regia fluidissima e dinamica, Nell – Rinnegata è anche un remind al classismo, all’immobilità, bigottismo e ingiustizia della società inglese del passato, a quanto la “tradizione” sia spesso una zavorra, quanto l’emancipazione femminile sia una conquista tutt’altro che facile.

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