Riassumiamo tutta la storia di Godzilla e il cinema americano fino a oggi?
Sì ma facciamolo rapidamente: quando nel 1954, il primo film di Godzilla (diretto da Ishirō Honda) esce in Giappone, diventa un successo enorme e Joseph E. Levine (un potente distributore americano dell’epoca), capisce che potrebbe funzionare bene anche negli USA, a patto di inserire un personaggio protagonista statunitense. Si adopera quindi per far rigirare alcune sequenze, eliminando i temi più politici del film originale e inserendo dei segmenti interpretati da Raymond Burr. Manda tutto in sala in collaborazione con la Jewell Enterprises Inc., e trova un enorme successo che lancia il dinosauro radioattivo nel cinema a stelle e strisce. Intanto, in Giappone, la Toho ha fatto uscire un sequel del primo film che si rivela un altro successone in patria e che viene “americanizzato” e distribuito anch’esso negli States, un paese che ha sempre amato i film con i mostri giganti, sin dagli anni cinquanta. Anzi, che il genere lo ha proprio inventato con King Kong, nel 1933. E King Kong è stata la prima fonte d’ispirazione per Godzilla (assieme al bellissimo A 30 milioni di km. dalla Terra).
E sempre a proposito del gorillone, in quegli anni, Willis H. O’Brien, l’animatore in stop-motion della pellicola originale, ha ottenuto i diritti dello scimmione dalla RKO (ormai prossima al fallimento) e iniziato a girare gli studios per realizzare una pellicola intitolata King Kong vs. Frankenstein. Ovviamente, dati i personaggi coinvolti, bussa anche alla porta della Universal (che con Frankenstein ha fatto molti soldi) e incappa in John Beck, un giovane e rampante producer che porta (senza autorizzazione dell’interessato) il suo progetto in Giappone, proponendolo alla Toho che si dice interessata a patto di un piccola modifica: il titolo del film non sarà King Kong vs. Frankenstein ma King Kong vs. Godzilla. E non più girato in stop-motion (tecnica costosissima allora come oggi) come voleva O’Brian, maestro di quella soluzione, ma con i classici (ed economici) costumoni di gomma, tipici dei film di mostri giapponesi. O’Brien prova a intentare una causa contro Beck ma non ha i soldi per portarla avanti e muore in povertà pochi anni dopo, Beck, forte del successo del film con il Re delle scimmie e il Re dei mostri, ha una lunga e soddisfacente carriera.
Negli anni a seguire, i film di Godzilla giapponesi vengono spesso distribuiti sul mercato americano (in versioni più o meno manipolate), trovando sempre un certo interesse. Così, negli anni novanta, la TriStar Pictures va dalla Toho (che intanto continua a realizzare pellicole del dinosauro a tutto spiano) e ottiene i diritti per realizzare un Godzilla americano. Il film esce nel 1998, diretto da Roland Emmerich e viene odiato sia negli USA che in Giappone. Bisogna aspettare gli anni dieci del nuovo secolo per un secondo tentativo che vede coinvolti la Legendary Pictures e la Warner Bros. (che, intanto, è diventata proprietaria dei diritti di King Kong). Nel 2014 esce il Godzilla di Gareth Edwards, interpretazione serissima e molto drammatica della creatura di Honda, che da vita a quello che oggi chiamiamo MonsterVerse.
La seconda pellicola di questo universo cinematografico è Kong: Skull Island (2017, di Jordan Vogt-Roberts), con protagonista il gorilla gigante e poi Godzilla: King of the Monsters (2019, diretto da Michael Dougherty) e, infine, nel 2021, Godzilla vs. Kong (di Adam Wingard), un nuovo incontro delle due creature giganti. Tutte le pellicole vanno bene o benissimo ma, nel tempo, il tono del MonsterVerse cambia, diventando sempre meno serio e drammatico e sempre più sciocco e giocoso. Perché? Perché gli americano hanno scoperto (come i giapponesi prima di loro) che il film di mostri giganti piacciano (e piacciono tanto) ai bambini e che quello è il loro primo pubblico, quando si parla di sala. Così, se Monarch, la serie televisiva legata al MonsterVerse, prodotta da Apple, ha ben ragione di essere “seria”, perché il suo pubblico di riferimento è quello di una piattaforma per altospendenti di mezza età, non c’è invece alcun motivo perché i grandi blockbuster estivi lo debbano essere. Anzi, più sono scemi e divertenti, più funzionano.
E veniamo all’oggi e a questo Godzilla e Kong – Il nuovo impero, sempre diretto da Wingard.
Ora vi dovrei raccontare la trama, ma ho deciso di non farlo: sia perché non sono sicuro di averla capita, nonostante i personaggi umani della pellicola abbiano il solo scopo di raccontarla a parole, passo dopo passo, sia perché non ha davvero rilevanza nel giudizio di questo film.
Diciamo che, in estrema sintesi, la pellicola racconta di come il difensore dell’umanità (Kong) e il difensore del pianeta (Godzilla), pur non standosi simpatici, devono unire le forze per sconfiggere un nuovo nemico. Ne seguiranno botte da orbi in tutte gli scenari da cartolina delle capitali mondiali e nella terra cava.
Ora, qual è il problema di Godzilla e Kong – Il nuovo impero?
Che è un film per bambini che verrà giudicato da vecchi (nerd).
E che per questo, non sarà capito.
Vi diranno che è stupido.
Lo è.
Che non ha una trama.
Non ce l’ha.
Che è pieno di momenti imbarazzanti, fatti per diventare un meme.
Sì, è così.
Che è noioso.
Ecco, questo, no. È noioso per un pubblico adulto, che ha bisogno di un certo tipo di stimoli per essere intrattenuto. Ma non è per niente noioso per un pubblico di bambini, che ha bisogno di stimoli tutto diversi.
La verità è che, come film per bambini, Godzilla e Kong – Il nuovo impero è uno spasso.
Un film dove dei Pokémon giganteschi si menano dall’inizio alla fine, calpestando grandi monumenti, facendo mosse di wrestling e faccette buffe.
Certo che non è drammatico. Certo non è serio. Certo che ha personaggi umani che potrebbero anche non esserci che sarebbe lo stesso e certo che non ha una vera tensione. È un film che inizia con Kong che si fa lo shampoo e deve andare dal dentista, santo cielo!
Ora, non so se voi siete appassionati di film di Godzilla ma questa pellicola di Wingard è la perfetta riproposizione dei film dedicati al Re dei Mostri del tardo periodo Shōwa: opere dove Godzilla faceva le faccette buffe, ballava, saltellava sulle zampe e volava sulla coda, mentre cercava di salvare Minilla da qualche brutto mostrone di turno. Film che i bambini giapponesi adoravano perché erano divertenti e innocui.
E Godzilla e Kong – Il nuovo impero è esattamente questo: un film per bambini, divertente e innocuo, il cui unico difetto (forse) è di non avere un cattivo di un qualche spessore.
Andatelo a vedere con un ragazzino e godetevelo attraverso i suoi occhi e lo amerete.
Andateci con la pretesa di vedere un film di Godzilla serio, e lo odierete.
Ma se volete un film di Godizilla serio, c’è quel capolavoro di Minus One.