Alessandro Borghi è indiscutibilmente uno degli attori italiani più apprezzati della sua generazione, negli anni ha saputo infatti conquistare sempre più il pubblico grazie alla propria capacità di mettersi in gioco nei ruoli più differenti, riuscendo a far ricredere anche i critici più esigenti. Questi ultimi per lungo tempo lo hanno elogiato, rimproverandogli però una certa prevedibilità attoriale; in particolare l’attenzione si concentrò sulla ripetitività dei personaggi da lui interpretati, quasi tutti immersi in un difficile contesto della borgata romana, ma lo stesso Borghi in più di un’occasione si è detto fiero di ciò:
Io sono di origini popolari e ne vado molto fiero, sono cresciuto in un contesto in cui l’essere umano che avrei voluto essere era molto lontano da quello che mi circondava e le scelte che ho dovuto fare sono state quelle, quando ero molto giovane, di far parte di quella roba lì, o guardarla da lontano pur essendone parte, ma mettendo l’obiettivo in un’altra direzione.
Con il tempo la carriera di Alessandro Borghi è stata costellata dalle interpretazioni più disparate: in romano, in italiano, in inglese e, pensate un po’, persino in protolatino. Il 6 marzo 2024 debutterà su Netflix la serie tv Supersex, liberamente ispirata alla vita del porno attore Rocco Siffredi, interpretato proprio da Alessandro Borghi. Quello di quest’ultimo è quindi un curriculum che pochi altri attori italiani, non ancora quarantenni, possono vantarsi di avere. Di seguito proviamo a ricostruire le tappe della sua, sempre più in ascesa, carriera.
Non tutti sanno che Alessandro Borghi ha iniziato a lavorare nel mondo del cinema dapprima come stuntman, successivamente fece qualche comparsa in alcune fiction televisive; il primo vero ruolo cinematografico lo ottiene in Cinque, pellicola del 2011 diretta da Francesco Dominedò. L’anno di svolta è però il 2015 dove recita in ben due film capaci di cambiargli notevolmente la vita: Non essere cattivo e Suburra. Non essere cattivo è il terzo ed ultimo film diretto da Claudio Caligari, la cui trama ruota intorno all’amicizia fraterna tra Vittorio e Cesare (Luca Marinelli). A caratterizzare il legame tra i due giovani vi sono le numerose illegalità che entrambi compiono, per cercare di sopravvivere in un mondo dove fanno sempre più fatica a riconoscersi.
Suburra di Stefano Sollima è, invece, liberalmente ispirato alle drammatiche vicende di Mafia Capitale, realmente accadute a Roma tra il 2011 e il 2015 (le quali hanno lasciato visibili strascichi sulla città). Alessandro Borghi in questa pellicola interpreta Numero 8, membro di una delle famiglie più malavitose di Ostia: gli Adami. Su Suburra è stata realizzata anche la prima serie tv italiana di Netflix (avente il medesimo nome), tra i protagonisti figura lo stesso Alessandro Borghi. Andata in onda dal 2017 al 2020, Suburra – la serie avrebbe dovuto raccontare gli eventi antecedenti al film del 2015, ma nell’ultima stagione gli sceneggiatori decisero di prendere una strada diversa.
Grazie alla serie Netflix, Alessandro Borghi inizia ad essere conosciuto in Italia, ma anche al di fuori dei confini nazionali e ciò lo porterà inevitabilmente ad interfacciarsi con numerose sfide professionali. Tra i suoi ruoli più acclamati è impossibile non citare quello di Stefano Cucchi nel film Sulla mia pelle, distribuito da Netflix nel 2018. Quella di Cucchi è una delle vicende giudiziarie più tristi del nostro paese e vederla trasposta in un film era davvero ciò che serviva per permettere una presa di coscienza, ancor più forte, da parte dell’intera popolazione. Alessandro Borghi perse ben 18 chili per interpretare Stefano Cucchi, riuscendo persino ad utilizzare la stessa tonalità di voce del ragazzo. Una prova attoriale incredibile, grazie alla quale ha – giustamente – ottenuto il plauso unanime dell’Italia e un David di Donatello come miglior attore protagonista.
Un anno dopo questa struggente interpretazione è il protagonista – insieme ad Alessio Lapice – de Il primo re, diretto da Matteo Rovere. Il primo Re è ambientato nel 753 a.C e, attraverso una reinterpretazione del mito di Romolo e Remo, narra quindi la nascita di Roma. In questo film Alessandro Borghi dà nuovamente prova del proprio talento, arrivando a recitare in protolatino e ad esercitarsi duramente per le scene di combattimento. Prima e dopo questi due ci sono stati tanti film per l’attore (come Fortunata di Sergio Castellitto e Napoli Velata di Ferzan Özpetek), ma è grazie a Sulla mia pelle e Il primo re se la sua carriera ha ottenuto una decisiva spinta.
Negli ultimi anni si sta parlando di Alessandro Borghi anche oltreoceano e ciò grazie alla sua scelta di cimentarsi in ruoli sempre più diversificati. Tra il 2020 e il 2022 è stato il protagonista della serie Sky Diavoli, dove ha recitato insieme a Patrick Dempsey (l’indimenticabile Derek di Grey’s Anatomy). La particolarità di Diavoli è essere stata una co-produzione tra tre paesi: Italia, Regno Unito e Francia. Nella serie Borghi ha recitato totalmente in inglese, mostrando una proprietà di linguaggio davvero notevole. In Italia ha però scelto di non doppiarsi, ma di affidarsi alla voce del doppiatore Andrea Mete, come da lui spiegato:
Non ho doppiato me stesso, c’è una scelta dietro. Per me era molto importante che gli spettatori guardassero la serie in inglese, se mi fossi doppiato avrei dato la possibilità di sentire la mia voce in italiano.
Nonostante non sia stata ancora definita una data di uscita, la terza stagione di Diavoli è in fase di scrittura. Nel 2022 un’altra ondata di elevata popolarità internazionale lo investe, grazie alla pellicola Le otto montagne di Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch. Nell’adattamento cinematografico dell’omonimo libro, scritto da Paolo Cognetti, Alessandro Borghi torna a recitare insieme a Luca Marinelli, dopo quel Non essere cattivo capace di regalare ad entrambi un’enorme popolarità. Il film vinse il premio della Giuria alla 75° edizione del Festival di Cannes, facendo capire da subito l’elevata risonanza che avrebbe avuto a livello internazionale. Le interpretazioni del duo Borghi – Marinelli vennero poi lodate da tutti, ottenendo anche delle candidature ai David di Donatello, dove le Otto montagne trionfò come miglior film. Persino il New York Times arrivò ad elogiare la performance di Alessandro Borghi definendola da Oscar, una soddisfazione davvero notevole per l’attore romano.
Nei prossimi giorni lo vedremo vestire (sarebbe più corretto dire “svestire) i panni di Rocco Siffredi nell’attesissima Supersex, serie tv di Netflix che farà indubbiamente molto discutere e di cui nei prossimi giorni vi parleremo più approfonditamente con una recensione.
Il 31 marzo del 2000 usciva in sala uno dei migliori film della DreamWorks, un buddy movie scatenato e irresistibile
L'Academy chiede scusa per l'omissione di Hamdan Ballal, incerto il futuro del franchise di Citadel, Il live action di Zelda ha una data, Steven Yeun nel film sequel di Avatar - La leggenda di Aang, nuovo corto dello Studio Ghibli