È difficile spiegare la portata del fenomeno Mare Fuori a chi non hai mai visto la serie prodotta da Rai Fiction e Picomedia.
Resta il fatto che ci troviamo di fronte a qualcosa di unico per quanto riguarda la serialità nostrana, un successo che per certi versi è andato anche oltre le più rosee aspettative.
Uno dei più concreti segnali della grandezza di Mare Fuori lo abbiamo avuto lo scorso ottobre, alla Festa del Cinema di Roma, quando i primi due episodi della stagione 4 sono stati presentati in anteprima nel programma della ventunesima edizione Alice nella città. I fan hanno letteralmente invaso le strade per vedere dal vivo i protagonisti della loro serie preferita, con la speranza, ovviamente, di portare a casa un autografo o un selfie. Molti di loro erano arrivati nelle prime ore del mattino per assicurarsi un posto in prima fila.
Una folla simile non si era vista neanche per Angelina Jolie, Johnny Depp e Russell Crowe, segno concreto che Mare Fuori è entrata nel cuore di moltissime persone episodio dopo episodio.
Di questo e di molto altro abbiamo parlato con il regista Ivan Silvestrini (ospite anche del nuovo episodio del Podcast di CineGuru). Una chiacchierata che ci ha permesso di conoscere questa serie – da poco tornata su RaiPlay con la seconda parte della stagione 4 – da un punto di vista inedito. Quello, appunto, del regista, che decide molte cose ma di certo non il destino dei personaggi, al contrario di quello che possono pensare i fan…
Di certo una cosa che il regista non fa in una serie di cui non è autore è decidere il destino dei personaggi. Diciamo che io cerco di rendere quei destini emozionanti, a volte mi rendo conto dolorosi. Ma è quello che faccio, non decido esattamente quello che succede. È capitato a volte che mi trovassi a parlare con gli sceneggiatori, ma è difficile che loro cambino la rotta a causa mia. Io ho un margine di manovra piccolo all’interno delle scene, nella messa in scena, ma di fatto le grandi linee narrative non le decido io. Quindi so che ci saranno alcune cose che vi renderanno più felici di altre, ma nel bene e nel male non fatemi trovare una testa di cavallo nel letto!
Quello che però fa un regista, è modificare determinate scene per motivi più pratici:
Questo succede spesso sul set, perché il tempo è sempre poco. A volte è capitato che un’idea che era in sceneggiatura, nel momento in cui ci siamo ritrovati a metterla in scena, abbiamo capito che non funzionava. Quindi ho dovuto valutare come modificare quella cosa per rendere l’idea che c’era in sceneggiatura, rendendola allo stesso tempo visivamente coerente ed efficace.
Mare Fuori è una serie piena di momenti emozionanti, tragici, per certi versi scioccanti. C’è la morte di un personaggio che Ivan Silvestrini vorrebbe girare perché semplicemente sarebbe d’effetto? Beh, la sua risposta ci ha lasciati decisamente senza parole…
L’ho già girata!
E a proposito di scene iconiche, qual è stata la più difficile da girare?
La scena più difficile da girare, tra quelle che avete visto, è stata tutta la sequenza che riguarda la morte di Viola. Diciamo era una sequenza molto difficile perché io vedevo il potenziale di spettacolarità ma allo stesso tempo era necessario fare in modo che la gente non si aspettasse quello che stava per succedere. Quindi ho dovuto creare delle false piste: lei prima prende il bambino in mano e tu pensi “Oddio che cosa gli farà?” e poi però lo rimette a posto e quindi per un attimo pensi “Vabbè non era quello che voleva dire”. Poi si picchia con Rosa e pensi “Ah, è quello!” e invece no. E poi tutto ciò che segue, cioè le scene sul terrazzo, la gente che urla, la gente che li guarda, la disperazione, gli stunt, le cadute. Maria Esposito che deve saltare su un cornicione alto 30 metri e correre lungo questo cornicione 8-9 volte, a un certo punto si fa male a una caviglia e comunque lo fa altre 2-3 volte perché non eravamo ancora riusciti a girarla. Ci sono voluti due giorni e mezzo, non ho mai avuto così tanto tempo per girare una scena. Probabilmente sarebbe servito un altro giorno ma comunque ce l’abbiamo fatta.
Ivan Silvestrini è un regista molto attivo sui social e ha un dialogo costante con i fan, attraverso Q&A che servono anche ad avvicinare il pubblico agli attori, alle persone che ci sono dietro quei personaggi. Una distinzione che troppe volte ci dimentichiamo di fare.
Noi non possiamo fare una storia solo per dare ai fan ciò che vogliono, anche perché in fondo i fan pensano di volere una cosa ma non la desiderano, non la vogliono nel profondo. I Q&A che io faccio ogni tanto, che mi fa piacere fare, sono secondo me un modo soprattutto per rispondere ad alcune curiosità, anche proprio di aprire un po’ uno spiraglio sul mondo di chi realizza una serie come questa o di chi fa cinema, perché in passato abbiamo visto che c’era una eccessiva immedesimazione con i personaggi. Questi Q&A aiutano a ricordarci che i personaggi che voi vedete, un po’ ve ne innamorate perché magari sono belli o perché il loro tormento è così sexy… Bisogna scindere tra l’innamoramento che c’è nei confronti dell’attore o dell’attrice che interpreta quella cosa, della sua bravura nel farlo. Secondo me è malsano che i giovani che si innamorano di un personaggio come Ciro, si innamorino di lui in quanto Ciro capo del male. È ovvio che Ciro ha anche delle sfumature che lo rendono un personaggio tragico, ma io sono molto contento delle occasioni che ho per scherzare e far vedere che Giacomo Giorgio è una persona divertente, simpatica. Perché non mi piace l’idea che la gente si innamori di lui in quanto Ciro, la gente si deve innamorare di lui in quanto Giacomo Giorgio che interpreta Ciro.
Non poteva mancare una domanda su una cosa che i fan continua a chiedere: un film di Mare Fuori. Beh, per certi versi esiste già…
Il film, come il produttore ha già detto, è stato rimandato. Perché voi dovete immaginare che realizzare tutte queste puntate con una cadenza annuale è un caso più unico che raro. Altre serie che sono uscite con meno puntate di questa uscivano ogni due anni e mezzo. Abbiamo provato a fare il film però il tempo era talmente circoscritto che alla fine, siccome non eravamo riusciti ad avere qualcosa di completamente convincente, è stato rimandato. Io penso che lo vedremo più in là, però vi dico anche che secondo me già negli episodi finali di questa stagione c’è tutto ciò che avremmo voluto vedere nel film di Mare Fuori. Quindi in qualche modo vedrete che gli ultimi due episodi di questa stagione sono in qualche modo il film di Mare Fuori.
Infine una raccomandazione ai fan. Come sappiamo, la seconda parte della quarta stagione di Mare Fuori è disponibile su RaiPlay da poche ore (8 episodi e non 6 come inizialmente previsto). Ma niente binge watching, si tratta di un finale che va assaporato con calma…
Vi prego ragazzi, non fate la maratona di tutti gli episodi in una notte. Perché gli ultimi due episodi sono talmente densi di cose che ci arrivereste troppo devastati. Cercate di non fare da mezzanotte a non so che ora, perché durano anche tanto. Magari guardatene qualcuno la notte, perché non resisterete e sono anche contento di questo. Ma non ve lo rovinate il finale. Perché il finale, gli ultimi due episodi, sono veramente un film a sé, e meritano di essere visti con calma il pomeriggio o la sera, quando volete.
A seguire trovate il video integrale della nostra intervista esclusiva, fatta da Jessica Mattarelli (Serially Blonde), che contiene molte altre rivelazioni sulla serie preferita dalla GenZ italiana.
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Nella quarta stagione i protagonisti della serie si trovano metaforicamente a navigare in mare aperto. Rosa, Carmine, Mimmo, Kubra, Dobermann, Cucciolo e Micciarella vivono tutti la consapevolezza di non essere più attaccati all’àncora salvifica della famiglia. Sono soli, spinti dalla corrente verso il largo. Ora devono vincere ogni giorno le loro più intime paure per affrontare la vita. Al loro fianco non c’è più l’amore incondizionato della famiglia, ma quello degli amici con cui scelgono di navigare. A contrastare questo racconto ci sono Pino, Edoardo, Cardiotrap, Giulia e Silvia che nel bene e nel male vivono ancora il peso dei legami familiari capaci di condizionare la loro vita. È il momento di crescere e questo significa capire chi si vuole diventare e cosa si desidera essere. Ormai la maggior parte dei detenuti è maggiorenne. Il cambiamento è inevitabile, ma la crescita personale è una scelta che richiede coraggio. Bisogna decidere in che modo e verso dove orientare la propria vita, il proprio viaggio. Chi non lo fa permette ad altri di farlo per lui. La libertà non è solo fuori dal carcere, è anche una conquista interiore dettata dal coraggio di scegliere. La durezza della nuova direttrice forza i ragazzi a una scelta necessaria: ribellarsi per la propria autodeterminazione. Lo scontro fra il mondo degli adulti e quello dei ragazzi è inevitabile per capire chi si è, chi si vuole diventare e trovare la voce per dirlo.
La serie Mare Fuori, ideata da Cristiana Farina e scritta in collaborazione con Maurizio Careddu, vede nel cast Carmine Recano, Lucrezia Guidone, Massimiliano Caiazzo, Maria Esposito, Matteo Paolillo e Artem.
La produzione è frutto della collaborazione tra Rai Fiction e Picomedia, e il responsabile della produzione è Roberto Sessa.
Mare Fuori è una coproduzione Rai Fiction – Picomedia, prodotto da Roberto Sessa con la regia di Ivan Silvestrini.