Cinema

Michael Fassbender: i migliori 5 film aspettando Chi Segna Vince

Pubblicato il 08 gennaio 2024 di Giulio Zoppello

C’è stato un momento in cui Michael Fassbender era sostanzialmente Dio, era l’archetipo dell’uomo e dell’attore ideale. Ora torna sul grande schermo con Chi Segna Vince, dall’11 gennaio al cinema, nei panni di Thomas Rongen, coach olandese a cui fu dato il difficile compito di risollevare le sorti della Nazionale Femminile di Calcio delle Isole Samoa. Una commedia in pratica, genere da cui si è sempre tenuto distante se guardiamo al meglio della sua carriera, contenuto in questa Top 5.

The Killer

Partiamo dalla fine, dall’ultimo film da lui presentato a Venezia 2023, da questo thriller dalle tinte fosche firmato da un maestro come David Fincher. The Killer rappresenta senza dubbio una delle migliori interpretazioni di sempre di Michael Fassbender, alle prese con un personaggio cinico, violento, freddo ma anche costretto a fare i conti con la sua professione di assassino e le conseguenze che un suo errore porterà nella sua vita. Connesso alla narrativa di maestri come Forsyth, al cinema di Melville e di Winner, The Killer costringe Fassbender a muoversi in modo circospetto ma sempre potente dal punto di vista espressivo, a dare raggelante efficienza ma anche verosimile umanità ad un carnefice che scopre di essere molto più fallibile, vulnerabile e prevedibile di quanto pensi. Grande prova d’attore con cui si prende sulle spalle un film magari imperfetto ma che grazie alla sua glaciale espressività camaleontica, sa evitare déjà vu e cliché, allontanarsi dal glamour che Hollywood ha spesso usato su questi personaggi.

Shame

La sua prova d’attore più difficile e ancora oggi audace riguarda il film simbolo del sesso malato e tossico della nostra società, con un personaggio, Brandon Sullivan, che lui e solo lui avrebbero potuto rendere credibile. Uomo d’affari di successo in una New York languida e torbida, trentenne che pare uscito da certe stories di sedicenti guru dei social per quanto è l’immagine del chad donnaiolo, Brandon è invece un uomo pieno di problemi pazzeschi. Su tutti sicuramente la dipendenza dal sesso compulsiva e atroce, che lo rende sempre sull’orlo della disperazione e incapace di vivere un vero rapporto sentimentale. Performance pazzesca da parte di Fassbender, che nel film di Steve McQueen viviseziona il suo personaggio di fronte ai nostri occhi in modo meraviglioso, diventando in breve simbolo della crisi del maschio moderno e di quanto la società lo costringa ad essere una macchina performante senza sentimenti. Coppa Volpi a Venezia e National Board of Review Awards per l’attore, assolutamente meritati, in quello che rimane anche il suo ruolo più personale, più iconico e capace di rivelarne l’incredibile gamma espressiva.

12 Anni Schiavo

The Killer non è stato certamente l’unico film in cui Fassbender ha dovuto vestirsi di oscurità. 12 Anni Schiavo, sempre di Steve McQueen, lo vede nei panni dello spietato, disturbato e sadico Edwin Epps, colui il quale sarà il carnefice del musicista afroamericano Solomon Northup (Chiwetel Ejiofor), che pur essendo nato libero diventò schiavo a seguito di un rapimento. Fassbender riesce ad aggirare il gigionismo (sempre in agguato con un personaggio del genere) sfumandolo con il black humor e soprattutto con una vulnerabilità con cui fa intuire l’enorme fragilità che si nasconde dietro la crudeltà di Epps. In lui si agita la memoria storica di ciò che dovettero affrontare intere generazioni di africani, costretti a sottostare a qualsiasi capriccio da parte di una specifica classe sociale. Nomination agli Oscar come Miglior Attore Non Protagonista e vittoria oggettivamente di cui è in credito, in virtù di una capacità unica di essere incisivo e credibile a dispetto delle gesta assurde e orribili del suo personaggio.

Hunger

Il film che ha cambiato la carriera di Michael Fassbender è stato Hunger, naturalmente di Steve McQueen, il suo regista feticcio. Biopic dedicato alla tragica figura di Bobby Sands, membro dell’IRA che passò alla storia per uno sciopero della fame che avrebbe cambiato per sempre la situazione dei detenuti, in quegli anni ’70 in cui l’Irlanda era un incubo. Film durissimo, difficile, dal potente animo civile, Hunger permise per la prima volta a Fassbender di mostrare tutto il suo incredibile talento, con un personaggio alla cui decostruzione fisica si dedicò con grande disciplina, perdendo una marea di chili. Rimane ad oggi forse la sua più grande interpretazione nel film più importante della sua carriera per caratura e per come ha saputo porre un nuovo punto di riferimento nel genere, che pareva ormai standardizzato. Rimane anche uno dei film più universali sulla mancanza di umanità nelle carceri, a dispetto della sua palese connessione al particolare teatro irlandese e questo proprio grazie a Fassbender, in grado di comunicare ogni dubbio, idea e ideale presente in Sands.

Steve Jobs

Il biopic è un genere ormai non solo inflazionato ma pure poco potabile, visto che l’agiografia è sempre dietro l’angolo. Steve Jobs di Danny Boyle invece è stato uno degli ultimi capaci di mostrare luci ed ombre del suo protagonista, di quell’uomo che ha cambiato (nel bene e nel male) la nostra quotidianità in modo radicale, creando le premesse per l’era dei guru hi-tech modernamente intesi. Altra Nomination agli Oscar per Michael Fassbender in questo film potente, equilibrato, con cui Mr. iPod ci arriva per quello che era: un uomo ambiziosissimo, egoista, efficiente, infaticabile, sognatore ma anche maniaco del controllo e afflitto da sensi di colpa persistenti per la sua difficile situazione familiare e sentimentale. Fassbender non si concentra tanto sulla somiglianza fisica ma su quella semantica rispetto a Jobs, che diventa qui una sorta di compositore, di genio musicale, di inventore schiavo della sua stessa visione. Film mai banale, senza Fassbender non sarebbe mai stato ciò che è stato: la celebrazione di un’era in cui l’individualismo ormai è la nuova religione laica del nostro tempo.

Chi Segna Vince segue la nazionale di calcio delle Samoa Americane, tristemente nota a causa della brutale sconfitta 31 a 0 subita nel 2001. Mentre si avvicinano le qualificazioni alla Coppa del Mondo, la squadra ingaggia l’allenatore sfortunato e anticonformista Thomas Rongen (Michael Fassbender) sperando che possa riuscire a cambiare le sorti della peggiore squadra di calcio del mondo in questa toccante commedia su un gruppo di outsider.

Diretto dal vincitore da Taika Waititi (Jojo Rabbit, Thor: Ragnarok) e basato su una storia vera, Chi Segna Vince arriverà al cinema l’11 gennaio 2024, distribuito da The Walt Disney Company Italia.