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Con il suo nono e ultimo episodio, si è conclusa oggi su Disney+ la seconda stagione di What If…?, la serie animata che indaga i possibili scenari del multiverso Marvel. Una seconda stagione per cui il compito era, al contempo, più complesso e molto più facile rispetto alla prima (uscita più di due anni fa, tra agosto e ottobre del 2021). Era più complesso perché la forza del concetto alla base di What If…?, anche nei fumetti, è sempre stata legata alla domanda nel titolo. Più intrigante era l’interrogativo di partenza, più potenziale aveva e più interesse poteva suscitare quella storia. La prima stagione di What If…?, partendo da zero, aveva potuto così giocare su variazioni semplici ma con sviluppi interessanti come E se… Ultron avesse vinto? oppure E se… Dottor Strange avesse perso il cuore invece delle mani? Due anni più tardi, alla seconda stagione tocca invece accontentarsi di titoli/interrogativi apparentemente più dozzinali (E se… Captain Carter avesse affrontato l’Hydra Stomper? E se… Hela avesse trovato i Dieci Anelli?), peraltro legati a volte ad alcuni film dell’MCU già non particolarmente fortunati, come Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli. Fortuna che c’è anche l’altro discorso, quello che per questa stagione 2 è molto più facile…
Solo alla fine della prima stagione, con un riannodarsi di varie storie lasciate in sospeso e il ripescaggio dei rispettivi protagonisti, capimmo che queste storie di What If…? non erano collegate solo dalla presenza di quel capoccione dell’Osservatore. Non solo, come promesso, torna qui sulla scena Captain Carter, ma anche altri personaggi fungono da collante fra le storie presentate. Una, in particolare, è un’eroina totalmente inedita, Kahhori: una nativa americana della nazione Mohawk protagonista di E se… Kahhori avesse rimodellato il mondo?
Sapere che ogni singolo racconto fa parte di un quadro più vasto dà ovviamente respiro al tutto e permette di sorvolare con più facilità su quelli meno riusciti o interessanti. Il tono è lo stesso di quello della prima stagione, anche perché sono sostanzialmente uguali gli autori: quindi ci sono pure qui i momenti scemi in cui qualcuno fa o dice qualcosa di buffo e si muove più velocemente degli altri, sì. Al di là del fatto che è bello non solo rivedere in azione determinati personaggi dell’MCU, ma anche altri che finalmente sono stati collocati nel contesto giusto (Surtur che fa Surtur, ad esempio, e non un’idiota nelle commedie dello zio del tuono), l’aspetto probabilmente più apprezzabile è che What If…? ha trovato una sua strada, un suo modo di raccontare gli angoli del multiverso Marvel e i volti che in essi assumono eroi e villain. Una sua voce.
Se entri in sintonia con questo tipo di storie e il modo in cui ti vengono raccontate, c’è allora caso che What If…? sia o sia stato una compagnia divertente in questi giorni di fine anno. In caso contrario, beh, è evidente che se questi racconti alternativi non ti prendono, What If…? finisce per avere molto poco da offrire. Vuoi perché questo stile di animazione non brilla e rischia di venire a noia presto, vuoi perché – e credo che sia questo il punto più critico – non si prendono mai grossi rischi. Laddove la prima stagione si era tuffata ad esempio nel caos dei Marvel Zombie, qui i riflessi distorti delle altre realtà non sono mai così distorti, e le deviazioni dal percorso appaiono quasi tutte come delle gitarelle ordinarie e non esattamente memorabili. Ed è un gran peccato.
La speranza, quindi, è che per una terza stagione ci si ricordi, al di là del giusto spazio ai personaggi che fungono da filo conduttore, anche dell’importanza degli “E se…?” da cui far muovere il tutto. Del resto, basta spulciare i titoli di decine e decine di anni di What If…? a fumetti – o lasciare che un fan dell’MCU parli a ruota libera per qualche minuto – per trovare SICURAMENTE un’infinità di spunti decisamente più stimolanti di un E se… Nebula si fosse unita alla Nova Corps?, no? Per dire.