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The Morning Show fa fuoco e fiamme nella sua bellissima terza stagione – LA RECENSIONE

Pubblicato il 09 novembre 2023 di Gian Marco Novelli

A settembre, dopo aver visto i primi due episodi, avevamo espresso un grande ottimismo nei confronti della terza stagione di The Morning Show ed ora che si è conclusa (il finale è stato distribuito da AppleTV+ l’8 novembre) possiamo solo confermare quanto detto nel nostro precedente articolo. Il terzo ciclo di episodi si è presentato come il più solido mai avuto dallo show, il quale dopo una straordinaria prima stagione non era riuscito a convincere totalmente parte del pubblico nella sua seconda annata. In The Morning Show 3 la parola d’ordine è stata coerenza, le vicende narrate risultano infatti lineari dall’inizio alla fine; ad esempio, l’episodio flashback (il quinto della stagione) poteva quasi essere considerato un riempitivo, ma invece ha avuto un preciso scopo: riassumere agli spettatori quanto accaduto dopo il finale della precedentemente annata, collegando sapientemente tali eventi a quelli proposti nel presente (in particolare la trama riguardante Bradley).

The Morning Show conferma dunque tutti gli aspetti positivi delle precedenti stagioni, riuscendo però anche a rinnovarsi nella speranza di convincere finalmente una parte di pubblico, da sempre troppo duro nei suoi confronti. La nuova sceneggiatrice Charlotte Stoudt si è mostrata all’altezza del difficile compito assegnatole, dando vita ad una narrazione fresca e frizzante. È triste pensare che probabilmente dovremo attendere la fine del 2024, se non addirittura l’inizio del 2025, per vedere di nuovo The Morning Show sui nostri schermi.

Una trama coerente e lineare durante tutti gli episodi

A funzionare nella terza stagione di The Morning Show è stata, quindi, la coerenza narrativa portata avanti. Una delle cose ad aver fatto storcere il naso a molti nella precedente annata era stata proprio quella dell’aver voluto sviluppare troppe trame all’interno di soli 10 episodi e ciò aveva portato – soprattutto nella parte centrale –  ad una narrazione troppo sfilacciata e complessa. Quest’anno, invece, abbiamo fin da subito avuto come tematica centrale l’acquisizione dell’UBA da parte del magnate Paul Marks, interpretato dal bravissimo Jon Hamm, e quasi tutte le vicende dei protagonisti hanno ruotato intorno ad essa; seppur al momento non sia stato confermato, è abbastanza evidente che nel delineare tale personaggio gli autori si siano ispirati ai reali Elon Musk e Jeff Bezos. Con il passare degli episodi si scopriranno le reali intenzioni di Paul e questo porterà a un sempre maggior malcontento da parte di quasi tutti i personaggi, i quali finalmente lotteranno per un unico scopo: fermare l’acquisizione.

In questa stagione di The Morning Show c’è però anche tanta attualità, dal conflitto russo-ucraino fino ad arrivare alla trama di Bradley (Reese Witherspoon) quasi totalmente incentrata sul 6 gennaio 2021, data in cui dei sostenitori di Donald Trump presero d’assalto il Campidoglio statunitense. Arrivata sul luogo in qualità di reporter, Bradley riconoscerà suo fratello come uno degli attentatori e si troverà di fronte ad una scelta: proteggere lui o l’integrità della sua professione? Tale decisione la perseguiterà fino al finale, dove sarà costretta ad affrontare le conseguenze e le persone che ha, inevitabilmente, coinvolto. La serie non ha perso, quindi, una delle caratteristiche capaci di decretarne il successo: l’inserimento di avvenimenti reali all’interno della narrazione. Senza dubbio una scelta vincente per uno show basato sulle notizie giornalistiche.

La terza stagione ha dato finalmente voce a tutti i personaggi secondari

Una serie composta da tanti personaggi deve essere in grado di valorizzarli tutti, così da rendere la narrazione quanto più corale possibile. A differenza delle prime due, dove avevamo solo sfumature dei co-protagonisti, la terza stagione di The Morning Show ha deciso di percorrere questa direzione; Jennifer Aniston e Reese Witherspoon  da grandi stelle quali sono – hanno saputo fare un passo indietro dando così modo agli altri personaggi di brillare. Non fraintendeteci, le trame di Alex Levy e Bradley Jackson sono rimaste sempre centrali nelle vicende, ma finalmente la serie ha saputo valorizzare i tanti personaggi secondari che la popolano. Se Billy Crudup ha confermato di essere nato per interpretare Cory Ellison e può essere considerato il vero protagonista maschile di questo terzo ciclo di episodi, tutti (o quasi) gli altri co-protagonisti sono riusciti a valorizzare il loro tempo sullo schermo. Il personaggio di Laura Peterson interpretato da Julianna Margulies, attrice tre volte vincitrice di un Emmy, ha avuto un ulteriore evoluzione e per come è terminata la stagione ci auguriamo di vederla ancor più centrale nella prossima, magari con una trama non legata esclusivamente a quella di Bradley.

eppur con un materiale meno sfavillante è possibile affermare che sia finalmente emersa la personalità di Mia (Karen Pittman), personaggio presente nella serie fin dal suo esordio ma poco valorizzata dagli autori prima di questa stagione. Greta Lee (in odore di nomination agli Oscar per Past Lives) con la sua Stella Jackson è stata in grado di maneggiare sapientemente il grande materiale fornitole dalla sceneggiatura, regalandoci una fortissima interpretazione. Jon Hamm e Nicole Beharie sono, invece, riusciti ad integrarsi perfettamente in un cast composto da grandi nomi. I personaggi da loro interpretati, Paul Marks e Chris Hunter, si sono infatti presi più volte la scena; se sarà difficile (ma non impossibile) rivedere Paul nella prossima annata ci auguriamo di avere un maggior focus su Chris, la quale è stata protagonista di uno degli episodi migliori della stagione (il terzo).

Jennifer Aniston sa come e quando prendersi la scena

In un primo momento ad opporsi alla vendita dell’UBA sarà il personaggio di Alex, interpretata da Jennifer Aniston, la quale fin dall’inizio della stagione dimostra di non riuscire più a sopportare un ruolo da gregario all’interno dell’azienda ma spera di sedersi finalmente al tavolo di coloro che prendono le decisioni; una volta conosciuto Paul ed essersi innamorata di lui, si mostrerà non più così contraria alla vendita. Jennifer Aniston e Jon Hamm hanno portato in scena una grandissima chimica durante questi episodi, quasi come se recitassero insieme da anni. Pur essendo una figura di primo piano nella trama cardine della stagione, la Aniston ha giocato di sottrazione ma già dal penultimo episodio la vediamo protagonista di scene dalla grandissima caratura drammatica

Nel finale Alex riuscirà completamente ad imporsi in un tavolo composto da soli uomini, impedendo la vendita dell’UBA all’Hyperion (la società di Paul) e proponendo invece una fusione tra la UBA e l’emittente concorrente NBN, ciò porterà inevitabilmente alla fine della sua relazione con Paul. Se, quindi, durante l’arco della stagione vediamo la Aniston offrire una performance maggiormente stratificata, nel finale è protagonista di almeno tre scene che la dovrebbero portare ad avere un ruolo di primo piano nella prossima awards season. Alex Levy non sarebbe un personaggio così amato se non fosse interpretato da Jennifer Aniston ed ora di urlarlo a gran voce: datele un Emmy.