SerieTV Trailer & Video Cinecomic

Lucca 2023: Hiro Mashima parla di Dead Rock, intelligenza artificiale e delle sue opere più famose tra cui Fairy Tail

Pubblicato il 15 novembre 2023 di Marlen Vazzoler

LEGGI ANCHE: Lucca Comics & Games 2023: Hiro Mashima ospite di Star Comics

Buongiorno. Sono molto contento di essere venuto qui oggi in Italia.

Con queste parole di Hiro Mashima si è aperta la prima conferenza stampa di Lucca Comics & Games. Di seguito vi riportiamo per intero la chiacchierata tra la stampa e il mangaka e i live tweet dei due incontri che il maestro ha tenuto nel corso della manifestazione.

Screenweek. Volevo chiedere al Sensei, quest’estate ha iniziato una nuova opera: Dead Rock. Come è nata l’idea di fare una storia con un’ambientazione scolastica, dato che è la prima volta che fa questo tipo di opera. Ha dichiarato che sarà una storia breve, se può dirci qualcosa in merito a questa dichiarazione?

Durante l’epoca delle superiori, mi sono divertito tantissimo, ho dei bellissimi ricordi e quindi ho avuto il piacere di scrivere un’opera che parli un po’ di questo.
E siccome scrivere una storia lunga è molto faticoso, ho pensato di scriverla breve, però potrebbe allungarsi.

Anche Dead Rock verrà pubblicato da Star Comics.

In tutti i fumetti del Sensei la forza delle sue storie si trova tutta nell’amicizia, cioè tra i legami tra i personaggi, come mai questo elemento cardine di queste storie?

Nella mia esperienza personale sono stato aiutato molte volte dagli amici, quindi è importante. Sono stato lasciato diverse volte dalle persone con cui mi frequentavo, ma gli amici non ti lasciano mai.

Ho sempre trovato i suoi personaggi femminili fortemente caratterizzati, da dove trova l’ispirazione?

Intorno a me ci sono solo donne forti e quindi sono poi diventate il mio prototipo.

Sensei, secondo me lei è un maestro del fan service. I suoi disegni delle ragazze sono forti, ma sono anche molto belle e attraenti. Sono davvero impareggiabili. Dove trae ispirazione per disegnare così bene le angolazioni che utilizza?

Come ho detto prima, intorno a me ci sono molte donne forti che quindi ho perso come spunto e voglio rappresentare questa loro caratteristica. È come me le immagino io.

Ovviamente anche i personaggi maschili sono interessanti, però secondo me sono più interessanti i personaggi femminili e quindi mi concentro di più sulle loro inquadrature.

Lei ha creato tantissimi personaggi tra Rave, Fairy Tail, Edens Zero. Qual è il personaggio che preferisce disegnare, in cui si identifica di più e a cui è più legato?

Ovviamente, avendo disegnato tanti personaggi, non ho mai pensato attentamente a questa cosa. Ma mi piacciono soprattutto le mascotte. Quindi, nel caso di Rave Plue e nel caso di Fairy Tail Happy e nel caso di Edens Zero, E.M. Pino.

Diciamo che sono molto legato a Fairy Tail. Mi identifico nel personaggio di Gray in Fairy Tail, perché si denuda sempre. Da giovane, anche io ero così.

Ho intervistato dei ragazzi che sono qui dalle quattro di ieri pomeriggio per incontrarla [Si riferisce ai ragazzi in fila dalle 16 del 31 ottobre per il firmacopie dell’1 novembre, ndr.]. A cosa pensa quando vede tutto questo affetto? E poi se le piacerebbe che una piattaforma le chiedesse di lavorare e supervisionare un Live action tratto da una sua opera, in particolare Fairy Tail che ha detto poc’anzi che è molto legato.

Ovviamente sono molto contento che siano qui ad aspettarmi, però preferirei che non si ammalassero vista la stagione, che non prendano un raffreddore.

Se per caso facessero un live action su Fairy Tail ne sarei molto felice e vorrei partecipare.

Sensei ci può parlare dell’eredità dei personaggi? Da Rave ad esempio a Fairy Tail troviamo Plue, Da Fairy Tail a Edens Zero troviamo ancora Happy e anche Erza diciamo. Perché alcuni termini e alcuni personaggi li fa passare da un manga all’altro?

Ho preso lo spunto da Tezuka Osamu, che aveva questo Start System ricorrente, quindi ho pensato anche io di fare la stessa cosa con alcuni personaggi.

Screenweek: Volevo chiedere al Sensei si parla molto dell’intelligenza artificiale applicata anche ai fumetti. Volevo sapere se è un argomento di cui ha parlato anche in redazione col suo editor o anche altri autori e che cosa ne pensa del suo utilizzo?

Ovviamente non ne faccio uso, ed è un grosso problema adesso nel panorama fumettistico giapponese.

Naturalmente ne ho parlato anche con gli editor, è un problema ricorrente ma la cosa è rimasta lì per ora.

Vista la passione del Sensei per le mascotte, volevo sapere qual è il processo creativo che c’è stata dietro la creazione delle sue mascotte e soprattutto perché sceglie molto spesso delle mascotte a forma di gatto.

Parto dalla silouette per poi creare il personaggio. Ho pensato che mettere delle ali a un gatto fosse molto carino. Grazie a Happy sono diventato famoso ovunque.

Le sue opere conosciute ovviamente sono Rave, Fairy Tail ed Edens Zero, però una dei manga più oscuri, meno conosciuti e lo spin-off La Compagnia di Plue. Come è nata l’idea di creare uno spin-off per solo per quella mascotte?

Era appunto un manga che non era stato editato all’inizio, in realtà pensavo che fosse anche difficile la sua comprensione, perché sono manga con gag. Poi dopo è stato serializzato in Giappone.

Ovviamente pensavo che fosse di difficile comprensione anche per l’estero.

Ho pensato che sarebbe piaciuto ai bambini, quindi avrebbe ovviamente venduto e poi l’avrebbero adorato come personaggio.

Rispetto a un’idea iniziale dei suoi protagonisti, quanto sono cambiati quegli stessi personaggi, ma soprattutto quanto inaspettatamente per lei sono cresciuti e cambiati in corso d’opera. Erano così all’inizio che se li immaginava oppure sono cambiati in corso d’opera?

Ovviamente sono cambiati molto rispetto a quello che aveva pensato all’inizio, ce ne sono alcuni che sono cambiati tantissimo.

Nel corso dei suoi anni di carriera, circa 25 anni, secondo lei sono cambiati i gusti del suo pubblico, dei ragazzi in generale?

Non penso che siano cambiati molto, ma ovviamente anche per un mangaka diventa difficoltoso. Comunque andando avanti, diventa difficile stare dietro al gusto del pubblico.

Ad esempio per quanto riguarda i personaggi forti di cui si parlava prima, il personaggio di Erza, secondo me, continua a essere popolare anche adesso.

Sensei volevo sapere come mai ha deciso di intraprendere una carriera nel mondo dell’arte?

Il discorso è molto lungo, ma se vi va bene ne parlerò. Mio nonno raccoglieva i manga che trovava in montagna. I manga, ovviamente, che erano stati abbandonati. Mi piacevano molto, quindi li guardava spesso, cercavo di imitarli e questo è stato il mio punto di partenza.

Quindi fin da bambino avevo deciso che in futuro sarei stato un mangaka.

Screenweek: Sensei lei è particolarmente famoso tra i lettori per come riesce a gestire molto bene il suo tempo. Mi ricordo che qualche anno fa fece un po’ scalpore, come riuscì in una settimana a partecipare sia ad Angoulême, dove era stato premiato e a finire e Monster Hunter: World, il videogioco. Molto spesso i suoi colleghi, invece, hanno problemi a gestire il proprio tempo. Qual è il suo segreto? Come riesce a anche anticiparsi molto spesso dei capitoli per dedicare quel tempo a se stesso, ai suoi hobby?

Mi prefiggo sempre le cose da fare e so sempre cosa devo fare nel corso della giornata, mi piace organizzare tutto il giorno prima.

E quindi in questo modo, cioè organizzando il giorno prima gli impegni che ho, riesco ad anticipare le cose e a gestire bene il mio tempo.

Poi, siccome riesco a mettere da parte i soldi, ovviamente c’è uno staff che mi aiuta, cerco poi di rendere il tempo piacevole anche per loro.

Quando pensa ad un’opera all’inizio della realizzazione, ha già in mente i punti di snodo della storia, anche magari un’idea del finale della conclusione? Oppure è una storia che cresce in divenire?

Questo dipende molto dal manga che realizzo. Nel caso di Rave, ad esempio, dall’inizio ha pensato a tutto.

Nel caso di Fairy Tail, invece, non è stato così e ci sono delle cose che mi sono trovato a disegnare di volta in volta e pensare poi a come proseguire. Edens Zero invece l’ho pensato fino a metà circa.

Sappiamo che lavorare a un manga è un lavoro estremamente difficile e il modo che avete voi di lavorare ai fumetti è completamente diverso da qualsiasi altro paese del mondo. Basti solo pensare che un fumetto americano di 20 pagine, esce una volta al mese e gli autorini hanno 2/3 mesi per lavorarci, voi invece lavorate per far uscire a settimana 20 pagine. Secondo lei il metodo di lavoro dovrebbe essere rivisto anche per tutelare la salute degli autori che abbiamo visto che negli anni hanno avuto vari problemi. Che cosa ne pensa di questo metodo?

La produzione di 20 pagine settimanali in Giappone è rimasta un po’ una tradizione, in passato è sempre stato così, quindi penso sia difficile poter cambiare questa cosa.

Nel mio caso non vedo il motivo di cambiare la modalità di produzione giapponese.

Sensei lei è anche molto presente sui social. Quanto è importante avere un contatto diretto col pubblico?

Penso che sia importante avvicinarsi comunque alle persone, essendo un mangaka.

Oltre ai suoi splendidi disegni, io l’apprezzo molto anche per la sua capacità di creare delle trame abbastanza complesso e intricate. Basti pensare ai salti temporali su Fairy Tail oppure anche su Rave. Ha mai pensato di scrivere un’opera magari di stampo seinen? Molto più incentrata sull intreccio e su una logica, magari anche con atmosfere più drammatiche rispetto a quelli un pochino più festose degli altri manga?

Ha sempre pensato di produrre opere shonen, anche perché comunque il pubblico degli shonen manga non sono soltanto i ragazzi, ma anche gli adulti. Quindi non ho mai pensato di lavorare in realtà a un prodotto seinen.

E invecchiando mi è venuto di più un animo da shonen manga.

Ci sono moltissimi giovani che vorrebbero approcciarsi al mondo del fumetto, non solo giapponese, ma anche artisti italiani che ritraggono con lo stile manga. Quali sono i suoi consigli per questi nuovi arrivi nel mondo del fumetto?

Il livello dei disegnatori di manga europeo è molto alto, quindi non ho in realtà un consiglio specifico da dare ai giovani che si apprestano a diventare mangaka. Sono diverse le produzioni europee che in realtà sono ancora molto sconosciute in Giappone.

Le produzioni di manga che si trovano sono talmente di alta qualità che non si ci si rende conto se sono realizzate da giapponesi o europei.

Volevo chiedere al Sensei, lei nelle sue opere principali si è occupato principalmente di Shonen manga d’azione, ha mai pensato per il futuro anche di cambiare stile, come per esempio i manga anche umoristici che ha già trattato?

Si, ovviamente c’è la possibilità, ma siccome mi piace molto disegnare shonen manga d’azione in questo momento, per ora l’idea è di continuare così.

Sensei, collegandomi a questa domanda, lei è bravissimo sia nelle scene di combattimento sia in quelle più divertenti e comiche. Quale preferisce disegnare fra le scene di combattimento e le gag?

In realtà mi piace molto disegnare le scene comiche.

Screenweek: Sensei una curiosità. Delle opere principali che ha disegnato, nel caso di Fairy Tail sono stati realizzati molti spin off. Volevo sapere se l’idea principale di realizzare questi spin off è partita dagli editor oppure da lei e come avete deciso su quali aspetti concentrare queste opere?

Alcuni li hanno scelti gli editor, alcuni li ho scelti io. Abbiamo scelto ovviamente i personaggi che mi sembravano avrebbero potuto creare un manga divertente.

Screenweek: Se ce lo può dire, quali spinoff ha scelto il Sensei e quali invece gli editor?

Io ho scelto uno di uno spin off di Fairy Tail, Fairy Girls (edito da Star Comics, ndr.), che ha per protagoniste sono le ragazze. Ho chiesto io di poterlo realizzare.

Sensei lei nelle sue opere ha creato tantissimi personaggi con design molto particolari. Volevo sapere dal punto di vista del character design come nasce un suo personaggio? Quali sono i dettagli che secondo lei caratterizzano maggiormente dal punto di vista visivo un personaggio?

Come dicevo prima, la silhouette del personaggio è molto importante ed è da lì che poi creo il personaggio. Da questa ne deriva poi fuori un personaggio veramente importante.

Ad esempio, nel caso di Natsu in Fairy Tail, ho ha scelto di caratterizzarlo con la sciarpa, e questa si vede sempre, è uno degli elementi fondamentali del personaggio.

E nel caso di Erza, in realtà l’avevo pensata come una maga, quindi l’avevo immaginata con il mantello, il cappello, il bastone, con tutte queste cose. Poi in realtà, quando sono andato a caratterizzarla ha fatto qualcosa di completamente diverso.

Qualche anno fa lei fece un omaggio ai fumetti Marvel con un poster dedicato a civil War. C’è un personaggio del fumetto occidentale che a livello di design ritiene divertente, ritiene interessante, quindi vorrebbe poter disegnare come omaggio?

Mi piace tantissimo la Marvel e ho anche pensato di lavorare a qualche progetto. MI piacciono molto Spiderman e Iron Man, ma in realtà vorrei realizzare qualcosa di mio, quindi un nuovo personaggio.

Sensei, lei ha detto che si rivede molto in Gray perché tende a spogliarsi, ma se fossi un mago di Fairy Tail che potere vorrebbe avere?

Mi piacerebbe poter avere il potere di Lucy perché non ho molti amici, quindi potrei evocare gli amici come lei evoca gli Spiriti Celesti.

Abbiamo seguito anche gli altri eventi del Sensei a Lucca Comics & Games, l’incontro al Teatro del Giglio:

Nel corso dell’incontro Mashima ha incontrato il sindaco che gli ha consegnato un regalo:

Watch on TikTok

Ed è stato preso il calco delle sue mani:

Watch on TikTok

Qui invece il thread con le clip del sensei mentre disegna, nel corso dello showcase nella chiesa di San Francesco:

Qui le prime clip: