Ormai siamo abituati a definire Netflix come una grande potenza dello streaming, essendo stata la prima piattaforma in grado di dar vita ad un modello di business capace di sconvolgere positivamente il mondo dei media. La rivoluzione del mercato mediale ad opera di Netflix nacque nel 2013 con un titolo capace di sorprendere positivamente pubblico e critica: House of Cards. Occorre, però, fare una precisazione: tra il 2011 e il 2014 il colosso dello streaming aveva co-prodotto, insieme all’emittente norvegese NRK1, Lilyhammer con protagonista Steven Van Zandt. Lilyhammer veniva però considerata una serie troppo di nicchia rispetto alle grandi produzioni hollywoodiane e si pensava che servisse uno sforzo maggiore per permettere a Netflix di fare un’entrata in grade stile nel mercato dei produttori.
La messa in produzione di House of Cards è andata, quindi, verso questa direzione e fu inoltre seguita da Reed Hastings (il fondatore ed ex CEO dell’azienda) in persona. L’investimento iniziale fu di oltre 100 milioni dollari; una somma davvero ingente per un’azienda non ancora affermata a livello produttivo, ma necessaria per includere nel progetto importanti professionalità come l’attore Kevin Spacey, il quale avrebbe ricoperto anche il ruolo di protagonista. Oltre a Spacey il cast scelto fu di prim’ordine come dimostrato dall’impiego – tra gli altri – di Robin Wright, Michael Kelly e Kate Mara.
House of Cards fece il suo grande debutto su Netflix il 1° febbraio 2013, ottenendo fin da subito un vastissimo interesse da parte del pubblico statunitense ma anche di quello oltreoceano, dove la piattaforma non era ancora approdata. Le lodi nei confronti della serie furono, per lo più, unanimi e certificate persino dai premi Emmy che la candidarono a ben 9 statuette. Fu la prima serie streaming ad essere candidata ad un premio così importante, sancendo quindi un cambiamento estremamente significativo nella fruizione di serie televisive. Sempre quell’anno lo show si impose ai Webby Awards, competizione annuale dove vengono premiati i più grandi successi del web. House of Cards dimostrò quanto il mondo fosse ormai pronto per lo streaming e per tale motivo Netflix mise in produzione un’altra serie tv originale destinata a lasciare un importante segno nel panorama del piccolo schermo e ci stiamo riferendo ad Orange is the new black, la cui prima stagione venne lanciata nel 2014.
I giochi di potere in ambito di politica statunitense sono stati, probabilmente, i temi capaci di attrarre maggiormente il pubblico di House of Cards, permettendo a quest’ultimo di costruirsi una fan base online molto forte ed interessata agli intrighi della Casa Bianca. La scalata del protagonista Frank Underwood verso la presidenza degli Stati Uniti ha saputo conquistare persino i non amanti della politica e ciò ovviamente grazie alla bravura di Kevin Spacey, il quale ha saputo donare anima e corpo ad uno dei personaggi maschili meglio scritti in una serie tv. Si narra che ad ispirare il famoso Tu-dum, l’intro musicale di Netflix, fu proprio il rumore derivante dai due due colpi sul tavolo dati da Kevin Spacey – o meglio da Frank Underwood – nel finale della seconda stagione.
Con il passare degli anni la serie non ha saputo mantenere intatta la sua qualità e ciò ha portato inevitabilmente a delle critiche da parte degli spettatori, i quali in ogni caso sono rimasti per lo più fedeli permettendogli di arrivare a sei stagioni totali. Nel 2017, però, uno scandalo di elevatissime proporzioni si è abbattuto sul set di House of Cards, cogliendo la stessa Netflix impreparata su come affrontarlo. La sesta stagione non era, infatti, stata pensata come quella conclusiva ma nell’autunno del 2017 – mentre si stavano girando i primi episodi – Kevin Spacey fu licenziato a seguito di numerose accuse di molestie sessuali provenienti da alcuni membri della troupe (e non solo). Il Me Too fece il suo approdo anche su set di House of Cards e le conseguenze furono enormi: Netflix decise comunque di realizzare la sesta stagione precedentemente ordinata, riducendone però gli episodi, presentandola come quella conclusiva. Al posto di Spacey la protagonista sarebbe divenuta Claire Underwood, la moglie di Frank interpretata da Robin Wright.
Inutile dire che l’ultima stagione fu un fiasco su tutta la linea, con una trama davvero mal scritta e non in grado di sopperire alla mancanza del protagonista, fatto ovviamente morire off-screen. Lo show televisivo capace di immettere Netflix nel mercato produttivo non si concluse quindi come i fan si aspettavano. Risulta però impossibile non riconoscere l’importanza avuta da House of Cards all’interno della streaming television. Senza questo titolo, probabilmente ci sarebbero voluti molti più anni prima di avere una serie tv interamente prodotta e trasmessa da un servizio streaming. Il 26 luglio 2023 Kevin Spacey è stato giudicato non colpevole dei reati ascritti ed ovviamente sui social si sono scatenate le reazioni più disparate: da chi ha parlato di processo truccato e chi, invece, ha invocato – a distanza di anni – una riscrittura totale dell’ultima stagione di House of Cards, questa volta con Spacey protagonista.
In Italia abbiamo dovuto attendere novembre 2023 per l’approdo di questo dramma politico su Netflix, nonostante esso rappresenti (come abbiamo visto) il primo grande show prodotto dalla piattaforma. In molti si saranno chiesti il perché di questo innumerevole ritardo, in tutti gli altri paesi House of Cards è stato infatti presente fin da subito su Netflix; la risposta potrà apparire banale ma riguarda ovviamente l’ambito dei diritti. Nel 2013 la serie fu acquista da Sky Italia, la quale anno dopo anno mandò in esclusiva le varie stagioni, in quanto Netflix non era ancora presente sul territorio italiano. Quando a fine 2015 la piattaforma fece la sua entrata in grande stile nel nostro paese tutti ci aspettavano di trovare House of Cards sul catalogo ma ciò non avvenne. Ci si auspicava quantomeno una co-proprietà dei diritti come accaduto per Orange is the new black, la quale venne inizialmente acquistata dall’ormai defunta Mediaset Premium. L’accordo siglato da Sky e Netflix non prevedeva però alcun tipo di deroga e per tale motivo la serie è rimasta dieci anni un’esclusiva di Sky, riuscendo a tornare nella sua casa naturale – Netflix – solo ora. Gli ultimi mesi del 2023 rappresentano il momento perfetto per iniziarla o, nel caso l’aveste già vista, di fare un rewatch.