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C’è Ancora Domani: Paola Cortellesi firma un piccolo gioiellino

Pubblicato il 18 ottobre 2023 di Giulio Zoppello

C’è ancora domani è uno di quei debutti che fanno bene al cinema italiano. Paola Cortellesi, da decenni uno dei volti più importanti ed amati del piccolo e grande schermo nel nostro paese, ci regala una commedia agrodolce incredibilmente viva, attuale, femminista, in cui si possono scorgere sia il recupero del meglio del cinema italiano che fu, quanto la modernità di sguardo nell’analizzare i protagonisti, il loro ecosistema. Ricordandoci una volta di più, la difficoltà nell’essere donne in questo paese, dove tutto cambia e nulla cambia.

La tragicommedia di una donna italiana nella Roma del dopoguerra

Protagonista di C’è Ancora Domani, ambientato nella Roma in cui ancora fresco è il ricordo della guerra, è Delia (Paola Cortellesi) infelice moglie del dispotico e violento Ivano (Valerio Mastandrea), che assieme alla figlia Marcella (Romana Maggiora Vergano) e ai due più piccoli della covata, vive in un lurido e fatiscente seminterrato della capitale. A loro si aggiunge anche il padre di Ivano, l’ormai semi invalido (ma non per questo domo) Sor Ottorino (Giorgio Colangeli). La vita per Delia è fatta di pochi soldi, privazioni, lavoretti saltuari ed umilianti, come tante donne nella Roma ancora occupata dagli americani ed in cui tra poco ci sarà per la prima volta anche per le donne la possibilità di esercitare il diritto di voto. Ma per Delia tutto questo ha poco senso al momento, lei deve vedersela giorno dopo giorno con le botte che Ivano le riserba ogni dannato giorno, per i motivi più futili. Nino (Vinicio Marchioni), una sua ex fiamma, la vorrebbe convincere a fuggire con lui, ma come abbandonare i figli? Eppure, anche l’amica Marisa (Emanuela Fanelli) cerca di farle capire che quel matrimonio è una prigione. Intanto, la Storia dell’Italia fa il suo percorso, e persino quella famiglia ne sarà coinvolta. C’è Ancora Domani è scritto dalla stessa Cortellesi, assieme a Furio Andreotti e Giulia Calenda e fin dall’inizio abbraccia il tono di commedia ad un tempo agrodolce ed assieme grottesca. Si respira qualcosa ovviamente del neorealismo che fu, quello che consegnò Anna Magnani al mito e con essa la Roma ancora in macerie, ma la colonna sonora rockeggiante e d’autore, l’utilizzo di un’ironia molto romanesca ma irresistibile, così come gli inserti semi-fantasy, danno al tutto un tocco di modernità e freschezza assolutamente irresistibili. Il risultato finale è un film dalle più facce ma che va verso la stessa direzione: ricordarci che purtroppo su tanti aspetti, il nostro oggi e il nostro ieri sono uguali e sono sempre loro, le donne, a pagarne le conseguenze.

Un film capace di coniugare risata con impegno in modo perfetto

Chimica di alto livello quella del cast di C’è Ancora Domani. Quella tra la Cortellesi e Mastandrea è semplicemente straordinaria. Distruggendo la “famigghia”, questo pilastro-palla al piede della cinematografia italiana, la Cortellesi cesella un racconto in cui al centro vi è la realtà dei rapporti tra i sessi e della società per come era una volta, con buona pace dei passatisti o dei cosiddetti “valori tradizionali”. Quante storie come quella di Delia nel nostro paese, ieri ma anche oggi, quante donne imbruttite, picchiate, alienate, costrette ad essere suppellettile ed oggetto del controllo di una società scevra da ogni emancipazione. Il patriarcato, questo termine usato così a sproposito, qui risplende della sua realtà storica, innegabile, con tutte (ma veramente tutte) le donne chiamate a rispondere al giogo del maschio. C’è Ancora Domani però fa ridere, diverte, contemporaneamente al suo voler mostrare la verità, vi è un tocco leggero, da cabaret in più di un’occasione, che a volte fa tendere il tutto verso la tradizione transalpina. Tuttavia, a mano a mano che si va avanti, al di là dell’effetto gradevolmente vintage in virtù della fotografia di Davide Leone, permane la sensazione di profondo disagio di fronte ad un quadro che ci è molto familiare. Quella data storica, quel voto esercitato per la prima volta, hanno cambiato molto ma non abbastanza, hanno segnato una svolta che rimane strozzata nel nostro paese. Perché, ancora oggi, di storie come quella di Delia, proprietà del marito padrone, di padri che pensano che il meglio per la loro figlia sia “sistemarsi” e fare da “Signora” ce ne sono tanti, troppi. Come opera prima è una vera sorpresa questa, e viene da pensare che in realtà avrebbe meritato di venire proposto anche in Festival di maggior respiro e visibilità, se non altro per dare risalto ad un film molto diverso da ciò che l’industria italiana spinge e propone per la maggiore. Buona la prima Magica Trippy.

C’è ancora domani arriverà nelle sale italiane il 26 ottobre.