Dopo esser stato candidato nove volte al premio Oscar per la miglior regia, Martin Scorsese ha finalmente vinto con The Departed. Parlando del suo rapporto con l’Academy in un’intervista con GQ ha spiegato:
“Mi è sempre piaciuto essere nominato all’Academy, anche se mi sono reso conto – soprattutto dopo le mancate nomination per Taxi Driver [di Paul Schrader alla sceneggiatura e Scorsese alla regia, ndr.]. E Toro Scatenato, quando non ho ricevuto l’Oscar, ho compreso che quello non era il mio destino.
Ma ho sempre detto questo: sii tranquillo e fa’ film. Non si può fare un film per un premio. Certo, mi sarebbe piaciuto, ma allora? Voglio dire, dovevo andare avanti e fare film.”
Ancora oggi, Scorsese si sente distante o non particolarmente compreso dall’Academy:
“Non vivo – devi vivere in una comunità che è in realtà un’industria. Devi far parte dell’industria in un modo tale che… Non so se la penso come loro. Faccio solo gli affari miei.”
Scorsese aggiunge che l’aver vinto l’Oscar per il remake di Infernal Affairs, l’ha spinto a realizzare Shutter Island che così definisce:
“È stato, credo, l’ultimo film prodotto da uno studio”.
Da allora, il filmmaker ha cercato finanziamenti indipendenti per i suoi film poi distribuiti da Paramount, tranne nel caso di The Irishman arrivato nelle sale grazie a Netflix. E continua:
“C’è stata un’attenuazione di questo tipo di circostanze controverse. Ci sono sempre state, ma non al livello di quelle che vi sto descrivendo”.
Tornando a Shutter Island, il regista sembra pentirsi di aver realizzato il film, che forse non considera un titolo essenziale della sua filmografia al pari di Silence realizzato nel 2016:
“[La vittoria dell’Oscar] mi ha incoraggiato a fare un altro film Shutter Island. Alla fine avrei probabilmente dovuto fare Silence”.
Parlando del futuro Scorsese ammette di essere entusiasta di Avatar: La via dell’acqua, del 3D e dell’IMAX, della sperimentazione formale e tecnologica ma aggiunge che forse riuscirà ancora a fare uno o due film:
“Non vedo l’ora di sperimentare nuove strade. È solo che sono arrivato fino a questo punto. E questo è quello che faccio. Questo è tutto. E se riuscissi a raccogliere le energie, se Dio vuole, per fare un altro paio di film, forse un altro, e poi basta, ok? Questo è il massimo che sono riuscito a fare. Si continua ad andare avanti finché non si può più. Ma quello che voglio dire è che devi strapparlo via dal tuo cranio e dalle tue viscere. Per scoprire che cosa davvero – che cosa davvero senti di dover dire in questo momento della vita? Devi dire qualcosa con un film. Altrimenti che senso ha farlo? Devi dire qualcosa”.
Fonte GQ