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Batman visto attraverso gli occhi di suoi 5 iconici villains

Pubblicato il 16 settembre 2023 di Giulio Zoppello

Il Batman Day porta con sé sempre numerose possibilità di addentrarci dentro i significati e le tematiche che Batman, racchiude in sé. Scienziato, detective, combattente eccezionale, super atleta, inventore, miliardario, filantropo, stratega, la sua doppia identità lo rende però contenitore di un personaggio mutevole, paradossalmente misterioso, sul quale sono proprio i nemici a poterci dare qualche informazione più. I cinque che seguono in questa lista, sono con ogni probabilità i più importanti avversari che Batman ha mai affrontato, quelli che ci hanno dato la possibilità di capire ogni volta qualcosa in più sul Cavaliere Oscuro.

Joker

Impossibile non partire da lui, dalla nemesi, dal villain più folle, imprevedibile, disturbante e iconico della storia dei fumetti. Il Joker tra piccolo e grande schermo vanta una lunghissima rivalità partita dalle pagine dei fumetti e arrivata anche nella propria variante videoludica. Di fatto è l’anti-Batman, ma proprio in tale funzione, ci dice moltissimo del Cavaliere Oscuro. Entrambi si rivelano in piena luce proprio con quella maschera addosso, che per il Joker è un trucco onnipresente, ma in cui risplende la sua vera identità, e la stessa cosa che si può dire del protettore di Gotham City. Joker rappresenta la libertà, nel senso più anarchico, assoluto e privo di controllo del termine, è uno spirito del caos, totalmente privo di empatia, bugiardo, manipolatore, capace di atti di una crudeltà inimmaginabile, ci dice che Batman è un maniaco del controllo, che cerca costantemente di portare ordine, equilibrio, e si vede come una sorta di compensatore delle variabili impazzite di cui egli stesso nella realtà è una perfetta rappresentazione. Il suo eterno tentativo di redimerlo, di curarlo, a lungo andare non lo rende in realtà meno patetico dei molteplici piani fatti dal Joker per distruggerlo, perché la realtà è che entrambi, senza l’altro, semplicemente non esisterebbero. Bruce Wayne forse nella realtà poi non esiste, è morto quella sera in quel vicolo, insieme ai suoi genitori. Al suo posto c’è solo Batman, che senza Joker non saprebbe che fare, che in lui vede la follia di cui ha terrore, la sua crociata anche contro la parte più oscura della sua anima, la tentazione a cui deve resistere sempre e comunque.

Ra’s Al Ghul

Mentore, maestro, poi infine nemico, Ra’s Al Ghul è un comandante eccezionale, uno stratega sopraffino e un villain incredibilmente complesso e pericoloso. La sua Lega degli Assassini non è altro che la personificazione del determinismo storico, a tutti gli effetti egli è l’estremizzazione di ciò che è Batman stesso. Quel confine morale che il Cavaliere Oscuro si è sempre posto (non usare le armi, non uccidere i propri nemici) Ra’s Al Ghul lo ignora, anzi lo deride, quasi come una sorta di infantilismo, mentre lui non esita un momento a pianificare genocidi o massacri per inseguire il bene supremo: una pacificazione, che nella realtà nasconde l’ossessione per il potere assoluto, il narcisismo totale di un totalitarista senza ritegno. Ra’s Al Ghul ci mostra che cosa potrebbe essere Batman, se non fosse per il suo incredibile codice morale, per la sua adamantina volontà idealista che per quanto atipica, lo rende sempre e comunque un solitario. Ed è qui che i due personaggi si assomigliano, perché in fin dei conti nessuno dei due ha veramente fiducia nella società e negli altri, la vedono come un’entità allo stesso tempo unica e collettiva. Sanno di rappresentare due eccellenze, ma mentre Batman è mosso sempre e comunque dall’empatia, Ra’s Al Ghul non è differente da un Hitler, da un Mao, da un Robespierre, perché come loro è assolutamente certo di essere nel giusto. Per Ras il mondo va prima bruciato per poi poter risorgere. Il che spiega perché poi, alla fine, non possa che essere nemico implacabile dell’uomo pipistrello, che al netto della già citata sfiducia, anela sempre ad un domani in cui la sua opera non sarà più necessaria.

Due Facce

Harvey Dent è profondamente legato a Batman dal concetto di dualità, dal doppio, dal suo essere Giano Bifronte, dalla sua profonda connessione con dottor Jekyll e Mr Hyde, ma più in realtà con la natura duplice dell’uomo, e già qui se ne potrebbe tirar fuori un bel po’ citando Jung e Freud. Se Harvey Dent è ancora in fondo il miglior amico di Bruce Wayne, l’altra metà invece è un essere completamente diverso, distante dalla concezione dell’universo come manicheo, crede semplicemente nel caso. Il caso però per lui è molto differente dal caos, perché riconosce nella molteplicità di possibilità e situazioni, un ordine, una struttura, una doppia porta che comunque si rifà ad un equilibrio. In lui Batman trova a volte un acerrimo nemico ma altre volte un occasionale alleato; ma è fuor di dubbio che tra i due non vi possa essere che un eterno ed inevitabile scontro, dal momento che Batman è e rimane un decisionista, nel senso più individuale, più assoluto, che qualche autore, Frank Miller su tutti, avrebbe spinto fino ai limiti quasi del fascismo o comunque dell’assolutismo. Due Facce, connettendosi naturalmente anche a Pirandello, della doppia identità e della verità inafferrabile, così comune nella letteratura nel teatro di ogni epoca, è una sorta di specchio rovesciato in cui Batman si riflette. In lui vediamo l’eterna domanda su quale sia la sua vera identità, se lo scapolo d’oro, che in fin dei conti a volte sogna di avere una vita normale, oppure il Cavaliere Oscuro. Ma al contrario di Harvey, ex Procuratore caduto in disgrazia, crede che la moneta abbia solo una faccia, la sua, quella che lui decide ogni notte di dargli.

Catwoman

Odi et Amo et Crucior. Si potrebbe sintetizzare così il rapporto tra Selina Kyle, per tutti i Catwoman, e Batman. Nata come semplice nemesi, negli anni avrebbe subito una profondissima metamorfosi sia a livello editoriale che cinematografico. Catwoman, sensuale, astuta, sorprendente e capace di sedurre e provocare in più di un’occasione allo stesso tempo Batman, è di base il frutto proibito, è Eva che nel giardino dell’Eden chiede a Adamo di mordere la mela. In lei vi è quella tentazione di un futuro egoistico, scevro da responsabilità, fatto di libertà e anche piacere, quello che Bruce Wayne si concede occasionalmente, come una sorta di placebo, collezionando fotomodelle o ballerine. Con Selina però il Cavaliere Oscuro sente di avere tantissimo in comune, su tutto l’amore per l’azione, il suo sentirsi qualcosa di diverso dagli altri, una creatura notturna spezzata e libera solo quando indossa quella maschera, che gli permette di essere veramente sé stesso. Tuttavia, alla fine, è sempre più Selina che si avvicina a lui che il contrario, a dimostrazione del fatto che Batman, ed è questo il punto fondamentale, è un essere fatto di volontà assoluta, di controllo totale, anche di fronte ad un coinvolgimento personale. Occasionalmente eroina e salvatrice di Gotham, ci ricorda su tutto che Batman, per quanto intimamente lo voglia, ha scelto una strada solitaria, in cui anche le vita di coppia, per non dire quella familiare, è nelle realtà un miraggio per come lui la sogna e la prefigge. Tra quelli in questa lista è nella realtà la meno villain di tutte, ma forse paradossalmente la più pericolosa, visto che Batman sa che verso di lui questa ladra prova qualcosa di vero, qualcosa di intenso, per quanto di difficile delimitazione. Nel suo rappresentare una promessa mai mantenuta vi è tutta la potenza della suggestione.

Bane

Bane rappresenta un villain atipico rispetto agli altri, anche solo per il fatto che ha diverse caratteristiche che sono sostanzialmente le stesse di Batman. Come Batman, infatti, anche lui è fatto di una determinazione ferrea, ha un sangue freddo incredibile, è un uomo molto colto ma soprattutto è un combattente eccezionale. Di base è il vero ed unico anti-Batman, come lui connesso ad un’infanzia terrificante, ha scelto una strada diametralmente opposta e ci ricorda quanto il percorso di Bruce Wayne sia atipico, qualcosa di assolutamente raro, visto che della sofferenza normalmente nasce soltanto altra sofferenza, che si vuole condividere con il mondo intero. Bane si macchia di crimini orribili, non ha pietà per nessuno e costringe soprattutto Batman a rivelarsi come un combattente costretto ad affidarsi maggiormente all’astuzia, alla resilienza, lo spinge al limite visto che gli è fisicamente superiore, arrivando anche a sconfiggerlo. Sostanzialmente una specie di super predatore che sa benissimo di esserlo, usa le qualità che sono le stesse di Batman non al servizio degli altri, ma per sottomettere il mondo, per agguantare il potere, o anche solo per soddisfare la propria natura psicopatica. Bane ci dice il male non è mai così originale o accattivante, non è mai imprevedibile, segue nella realtà una natura causale e spietatamente diretta. In lui vi è una natura incredibilmente più realista e diretta rispetto agli altri villain presenti in questa lista, che lo rende anche il più lugubre. Bane è un tipo di malvagità con la quale non si può scendere a patti, va distrutta per non esserne distrutti, con buona pace di alcune linee narrative dove i due erano sostanzialmente alleati, rimane la manifestazione inequivocabile di tutto ciò contro cui lotta Batman.