Ora che Assassinio a Venezia di Kennneth Branagh è in arrivo nelle nostre sale (l’uscita è prevista per il 14 settembre), forse è il caso di andare a guardare al passato, a come il cinema ha portato in sala i capolavori della più grande scrittrice di gialli di ogni tempo. Bugie, misteri, false identità, complotti, segreti inenarrabili… tutto questo è finito dentro alcuni film a dir poco eccezionali, capaci di essere ad un tempo fedeli all’autrice e assieme di mostrarne ogni volta una parte diversa, un volto diverso. Quelli che seguono sono i 5 migliori mai fatti, quelli per il quali la definizione di giallo appare persino riduttiva.
Capolavoro tra i più iconici di Agatha Christie, Dieci Piccoli Indiani ha avuto la miglior trasposizione cinematografica nel capolavoro del 1945 diretto da René Clair, con un cast composto tra gli altri da Barry Fitzgerald, Louis Hayward e Roland Young. Ultimo di quattro film che Clair girò Oltreoceano, è anche il suo migliore, nella fedeltà al libro della Christie, nella capacità di saper alternare dramma ad un certo humor mai fuori posto. Film corale nel senso più classico del termine, impreziosito da un bianco e nero perfetto nella sua capacità di assediare lo spettatore, di farlo sentire prigioniero come i protagonisti, di un assedio della mente in cui il soprannaturale, lo spettrale, a poco a poco si fanno strada. Elegantissimo, dinamico pure nella necessità di regalare suspence e attesa, Dieci Piccoli Indiani (nell’originale si parlava di Niggers), conobbe uno straordinario successo di pubblico. Ancora oggi, oltre ad essere un capolavoro del genere, è considerato uno dei più innovativi in termini di linguaggio cinematografico, con il suo rappresentare una commistione perfetta tra stile transalpino e gusto americano.
Il più recente tra i film compresi in questa lista, Mistero a Crooked House, diretto da Gilles Paquet-Brenner, è tratto da È un problema che la Christie aveva scritto nel 1949. Il cast è a dir poco sontuoso: Max Irons, Terence Stamp, Glenn Close, Gillian Anderson e Stefanie Martini, si muovono dentro ad una ragnatela londinese degli anni ’50, dove l’investigatore privato Charles Hayward (Max Irons) viene coinvolto nell’indagine sulla morte del nonno, il ricco e dispotico magnate Aristide Leonides, recentemente deceduto. Il sospetto che egli sia stato avvelenato sarà solo il primo di tanti che porteranno Hayward dentro una famiglia afflitta da invidie, avidità, rancori insepolti, fino alla sconcertante verità finale. Per quanto lievemente differente in alcuni elementi dall’originale letterario, Mistero a Crooked House rimane una trasposizione perfetta per atmosfera, per la capacità di unire in sé dark humor, mistero e di saper appassionare lo spettatore. Perfetto nella sua escalation, nel ritmo incalzante e nei colpi di scena, rimane il perfetto prototipo di come creare una trasposizione moderna di un grande classico.
Probabilmente il film più famoso mai tratto da un romanzo della Christie, Assassinio sul Nilo di John Guillermin si regge per buona parte sulle spalle di un Peter Ustinov semplicemente straordinario per presenza scenica, carisma, virtuosismo e credibilità. Succeduto ad Albert Finney, l’attore britannico si dimostrò un Poirot perfetto, punta di lancia di un cast sensazionale che comprendeva David Niven, Bette Davis, Mia Farrow, Angela Lunsbury e Maggie Smith. Assassinio sul Nilo non riuscì a centrare il successo commerciale che si sperava, la fine degli anni ’70 era il momento sbagliato per film di questo tipo, ormai il pubblico cercava altro, ma rimane una perla del genere, anche grazie ad una messa in scena raffinatissima, giustamente premiata con l’Oscar ai costumi. Abbellito da una colonna sonora di Nino Rota da antologia, sa elevare i topoi della Christie ad un livello di perfezione unica, con il suo gioco di maschere e bugie, la passione amorosa che si fa omicida, il contrasto tra i modi e le apparenze della società inglese ipocrita e la verità circa la sua vera natura.
Uscito nel 1957 e diretto dal grande Billy Wilder, Testimone d’Accusa è senza ombra di dubbio la migliore trasposizione cinematografica di un’opera di Agatha Christie. Finì candidato a ben 6 statuette degli Oscar e benché alla fine rimanesse a bocca asciutta, rimane ancora oggi insuperato per la capacità di rendere credibile un iter narrativo caratterizzato da una doppia verità e una doppia bugia. Diretto con mano sicura, ha nel grande Charles Laughton un perfetto Sir Wilfrid Robarts, avvocato che benché sul viale del tramonto, decide di difendere l’apparentemente colpevolissimo Leonard Vole (Tyrone Power), accusato di aver ucciso una ricca vedova. L’ago della bilancia è rappresentato dall’imprevedibile moglie di Vole, Christine Helm, a cui Marlene Dietrich riuscì a donare un’ambiguità ed un fascino ancora oggi iconici. Film perfettamente rappresentativo della visione sulla società e l’individuo di Wilder, Testimone d’Accusa incanta ancora oggi per la perfetta performance del cast, per la capacità da parte di Wilder di imprigionarci dentro una costruzione opprimente ed in cui la verità sguscia via ogni volta che pare a portata di mano.
Nel 1974 Sidney Lumet stupisce tutto e tutti e con un cast formato da Albert Finney, Lauren Bacall, Ingrid Bergman, Sean Connery, John Gielgud, Jean-Pierre Cassel, Vanessa Redgrave e Michael York, ci porta tutti ad Instanbul, nel 1935, a bordo del treno più famoso della storia della letteratura. Assassinio sull’Orient Express rappresenta il top assoluto del genere giallo negli anni ’70 e solo il film di Wilder gli è superiore di pochissimo. Fatto ancora più straordinario, la stessa Christie rimase soddisfatta (lei che era notoriamente difficile di gusti) dalla maestria con cui Lumet confezionò una storia di vendetta e intrigo assolutamente eccezionale per energia e caratura estetica. Finney avrebbe poi lasciato il ruolo, ma basta questo film a renderlo uno dei più grandi Poirot di tutti i tempi, con il suo charme e la sua simpatia. Il film, ripreso da Kenneth Branagh per il primo remake della trilogia, è ancora oggi un monumento del cinema inglese in ogni sua componente e un modello con cui ogni altra trasposizione di un libro della Christie si è dovuta confrontare.