Per molto tempo non si è capito esattamente che tipo di attrice fosse, come categorizzarla, ma è un dato del fatto che Rosario Dawson rappresenta un’eccellenza in più ambiti cinematografici. Questo in virtù di un talento, nonché di un percorso personale e professionale, che l’ha resa un’apripista per quello che riguarda una diversa caratterizzazione dei personaggi femminili.Ecco perché è oggettivamente l’unica interprete credibile per ricoprire il ruolo di Ahsoka Tano, senza ombra di dubbio uno dei personaggi femminili più interessanti della cinematografia fantascientifica moderna, ora su Disney+ con una serie a lei dedicata.
Newyorkese doc, risultato di un melting pot più unico che raro, Rosario Dawson cresce nella miseria tipica dei sobborghi della Grande Mela, con la fantasia che la fa sognare di occuparsi di animali marini, di scappare lontano. Sarà il regista e fotografo Larry Clarke a notarla, ancora sedicenne, semplicemente incontrando la per strada. Kids del 1995 segna l’inizio di una carriera che la vede diventare anno dopo anno, una presenza costante per quello che riguarda il nuovo cinema indie americano, di cui diventa in poco tempo musa, dimostrando un talento e una presenza scenica e adattabilità, uniche nella sua generazione. Mentre consolida la sua esperienza partecipando ad alcuni dei videoclip più iconici della fine degli anni ‘90, proprio nel 1998 attira l’attenzione della critica con il ruolo di Lala Bonilla, in quel capolavoro di Spike Lee che risponde al titolo di He Got Game. Sarà solo la prima di tante interpretazioni che le permetteranno di destreggiarsi con personaggi femminili di difficile lettura, realistici e lontani sia dalla visione paternalistica classica, sia da un eccesso di glorificazione. Light It Up, Down To You, King of the Jungle, la portano dentro cast corali, in film che sono esemplificativi di una certa parte di black culture, di quel momento di transizione in cui l’America dei ghetti, comincia a conquistare il pubblico mainstream, non solo musicalmente, ma anche cinematograficamente. Lei, intanto, si muove tra vari generi, con Josie and Pussycats dimostra di saperci fare anche nella musical-comedy, vedasi anche I Marciapiedi di New York.
Nella sua filmografia abbondano film a basso budget ma ad alta caratura autoriale, come Trigger Happy, Chelsea Walls e Ash Wednesday. A questi poi comincia ad aggiungere dei blockbuster come il secondo, particolarmente fruttuoso, episodio di Men in Black, l’iconico Sin City, ma il ruolo che la lancia definitivamente è senza ombra di dubbio La 25^ Ora. Ancora di Spike Lee, ancora con un personaggio moralmente ambiguo, sensuale in modo prorompente ma connesso quasi in modo shakespeariano al concetto di tradimento, di opportunismo. A conti fatti, è un’interpretazione che le permette di rinnovare l’immagine della donna americana moderna, qualcosa di cui ci si renderà solo conto con il tempo.
Poi verranno Alexander di Stone, Rent. Tutti step che contribuiscono a fare di lei la perfetta interprete di Ahsoka, perché questo personaggio è e rimane la coscienza critica del mondo di Star Wars, un’anomalia come tante che la Dawson ha interpretato in carriera. Se guardiamo per esempio a Grindhouse, Sette Anime o Heart of Stone, ci rendiamo conto che è un tratto distintivo della sua carriera. Ahsoka, ribelle all’ordine costituito, anima solitaria ma non per questo cinica, porta con sé un’essenza raminga che la Dawson conosce perché le appartiene, visto il suo essere un’anomalia, ad oggi probabilmente la più importante rappresentante dell’area queer che ci sia nell’industria cinematografica
Altro punto a favore, Rosario Dawson ha trovato nel piccolo schermo e nella serialità, un universo con cui confrontarsi in modo proficuo, dimostrando di saper tenere in mano un personaggio a lungo e con grande dedizione. Si è distinta in Daredevil, Jessica Jones, Luke Cage, Iron Fist e The Defenders, ritagliandosi il proprio spazio all’interno di quel piccolo miracolo che fu l’universo Marvel su Netflix, tanto per cambiare con un personaggio femminile realistico. Donna molto influente nel panorama produttivo moderno, ha saputo ritagliarsi il proprio spazio, diventare una voce per le minoranze rinunciando a diventare una star.
Se guardiamo all’universo di Star Wars, ci rendiamo conto che Harrison Ford, Mark Hamill, Carrie Fisher, tutti coloro che abbiamo imparato ad amare, con l’eccezione forse solo di Liam Neeson, non erano particolarmente famosi prima di entrare nell’universo creato da George Lucas: erano semplicemente molto bravi. Lei poteva essere una star hollywoodiana, poteva giocarsela per la fiera della vanità che sono le statuette degli Oscar, poteva tranquillamente fare concorrenza ad interpreti del rango di Jennifer Lawrence, ma ha scelto un’altra strada, quella della sempre più ristretta cerchia della libertà artistica, dell’autorialità d’Oltreoceano, dei progetti indipendenti, schiacciati ogni giorno che passa dalle mega produzioni. Diventare uno dei simboli della resistenza contro i Sith e l’Impero, appare anche coerente con il suo vissuto, che ci parla di un profondissimo e pluridecennale impegno politico e civile, a favore dei più bisognosi, dei senzatetto, così come della comunità lgbtq+. Un’artista femminista? Certo, la sua identità di queer è nota, ma non l’ha resa un simbolo ristretto, quanto universale, il che poi spiega perché anche con solo pochi istanti nei panni di Ahsoka ci abbia stregato.
Ambientata dopo la caduta dell’Impero, Star Wars: Ahsoka segue l ’ex cavaliere Jedi Ahsoka Tano mentre indaga su una minaccia nascente in una galassia ormai vulnerabile.
Ahsoka è interpretata da Rosario Dawson, Natasha Liu Bordizzo, Mary Elizabeth Winstead, Ray Stevenson, Ivanna Sakhno, Diana Lee Inosanto, David Tennant, Lars Mikkelsen ed Eman Esfandi. Gli episodi sono diretti da Dave Filoni, Steph Green, Peter Ramsey, Jennifer Getzinger, Geeta Vasant Patel and Rick Famuyiwa. Dave Filoni è il capo sceneggiatore e produttore esecutivo insieme a Jon Favreau, Kathleen Kennedy, Colin Wilson e Carrie Beck. Karen Gilchrist è la co – produttrice esecutiva.
Star Wars: Ahsoka di Lucasfilm debutterà il 23 agosto in esclusiva su Disney+.