Ricostruire la base di Los Alamos in Oppenheimer era talmente importante per Christopher Nolan, che il regista ha deciso di tagliare i giorni di riprese in favore del budget delle scenografie. Il film doveva essere girato in 85 giorni, ma Nolan ha deciso di ridurre il tempo delle riprese a 57 giorni.
Ne ha parlato la scenografa Ruth De Jong durante un episodio del podcast Team Deakins, condotto dall’acclamato direttore della fotografia Roger Deakins. De Jong ha detto:
Sembrava di girare un indie da 100 milioni. Questo film non è Tenet [girato in 96 giorni]. Chris voleva girare attraverso gli Stati Uniti. Solamente i biglietti aerei per portare in giro la troupe [erano costosi]. Senza parlare del fatto che dovevo costruire Los Alamos, che non esiste. Quello pensavo davvero che fosse impossibile.
La scenografa ha proseguito:
Chris mi ha detto: “Dimentica i soldi. Progettiamo quello che ci pare”. Così abbiamo fatto, e quando il reparto edile ha calcolato il budget della mia cittadina, è risultato sui 20 milioni. Chris ha detto: “Ok, no, fermiamoci”. Avevamo un grande modello bianco da cui ho iniziato a togliere edifici. Per non parlare del fatto che volevamo girare a New York, in New Jersey, a Berkeley, a Los Angeles e in New Mexico.
E ancora:
I produttori mi chiedevano cosa avrei potuto fare da parte mia per ridurre [il budget]. Poi Tom [Hayslip, il produttore esecutivo] entra nel mio ufficio e dice: “Chris girerà in 55 giorni”, risparmiando così un sacco di soldi. A quel punto senti di dover superare te stessa, perché lui ha appena rinunciato ai suoi giorni. Lui, più di tutti, sa cosa vuole ottenere ogni singolo giorno e come vuole ottenerlo, e decide di passare da 85 a 55 giorni.
Ruth De Jong conferma dichiarazioni fatte tempo fa dalla star Cillian Murphy, che, durante un episodio del podcast WTF with Marc Maron, ha detto:
Abbiamo fatto il film a una velocità incredibile. Lo abbiamo girato in 57 giorni. Il ritmo è stato folle. I set sono enormi, ma sembra di girare un film indipendente. Ci sono solo Chris e il cameraman – una sola macchina da presa, sempre, tranne quando si tratta di scene davvero grosse – il microfonista e basta. Non c’erano video village, monitor, niente. È un regista molto analogico.
Fonte: Deadline